Ambiente e salute

Corte dei Conti, inchiesta sulle buche a Roma: “I dirigenti restituiscano le tangenti”

By admin

November 03, 2017

03/11/2017 – Dramma quotidiano per le sospensioni delle auto dei romani e per le schiene degli scooteristi, business d’oro per le aziende e per i dirigenti comunali. Tra il 2012 e il 2014, le buche e le voragini che minano le strade della capitale si erano trasformate in un vero affare per i funzionari capitolini e le società del gruppo Martella: per ogni appalto, una mazzetta. Ora la corte dei Conti è pronta a rivalersi sui 16 comunali corrotti che, nei municipi così come al dipartimento Simu, hanno intascato tangenti per di 450mila euro in cambio di un trattamento di favore per una serie di bandi da 14 milioni di euro.

Ogni gara, come hanno scoperto i carabinieri, aveva la sua tariffa: “Il sistema – si legge nell’invito a dedurre (il corrispettivo di un avviso di garanzia) firmato dal viceprocuratore Ugo Montella – era a tal punto consolidato che spesso erano gli stessi funzionari a elaborare gare con valori già “gonfiati”, ossia rincarati della tangente, in genere quantificata tra il 2 e il 4 per cento dell’importo dell’appalto”.

I militari dell’Arma hanno lavorato con pazienza sui file delle aziende coinvolte nella maxi- truffa, fino a individuare una “contabilità occulta”. Alla fine l’ammontare medio delle tangenti, conclude la corte dei Conti, “era pari al 4,14 per cento dell’importo degli appalti”. Somme stabilite attraverso “accordi preventivi con i funzionari” che “venivano sistematicamente traslate sul prezzo complessivo pagato dal Comune in termini di minore quantità o qualtà delle opere eseguite”. In altre parole, alla fine a pagare sono stati i romani. Presto, però, a far loro compagnia potrebbero esserci gli imputati nell’inchiesta contabile. Il danno erariale più alto, 114mila euro, viene richiesto a Stefano De Angelis per i lavori di manutenzione stradale legati alla Canonizzazione dei Papi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II e i cantieri della grande viabilità del centro storico. Lavorava al Simu, proprio come Francesco Pantaleo. Al funzionario la corte dei Conti chiede 69.500 euro per le gare dei municipi III e IV. Ecco, poi, i 37mila euro richiesti a Giuseppe Amatizi del municipio XV e i 31.500 che Carmine Garofalo del V dovrebbe restituire al Campidoglio. Nella rete sono finiti anche Stefano Serafini, Pietro Seguiti, Giuseppe Lancella, Tommaso Lumini, Stefano Pellegrini, Paolo Fornaciari, Luca Gaveglia, Ercole Lalli, Giampietro Cirilli, Roberto Brondi, Doriano Carbonaro e Alberto Giustiniani. Come ricostruito dagli investigatori, avevano accettato mazzette per aggiustare le gare per le strade del centro storico, di Ostia, Garbatella, Aurelio, Tiburtino e dell’Eur. Lasciandosi alle spalle vecchie e nuove buche.

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