Ambiente e salute

“Orfini giustifica i mezzi”: di Marco Travaglio

By admin

November 11, 2017

11/11/2017 -Non l’abbiamo mai confessato, ma noi nutriamo una segreta passionaccia per Orfini, il Matteo minore del Pd. E non da oggi. Ci piacque subito quando fondò con Andrea Orlando e altri ex dalemiani la corrente dei “Giovani Turchi” non essendosi mai mosso da Roma-Prati. Ma anche da quando, appena entrato in Parlamento nel 2013, giurò: “L’idea di una maggioranza senza Grillo è impensabile. L’idea di un governo Pd-Pdl, anche con la lista Monti, non esiste in natura. È inimmaginabile” (26.2.13), esattamente due mesi prima di votare il governo Letta senza Grillo e con Pdl e lista Monti. Ma soprattutto da quando sbeffeggiava il Matteo maggiore – “Renzi mi ricorda i Righeira, gli Europe, certe sue scelte estetico-musicali mi ricordano il mondo dei Paninari”.

C’è un’idea della spettacolarizzazione della politica un po’ figlia di quegli anni…” (25.6.2012), “Renzi è l’ultimo giapponese di una linea che in tutto il mondo è stata abbandonata” (6.11.12), “Renzi premier? Una follia” (29.3.13) – poco prima di diventare il presidente del suo partito e soprattutto il suo compagno di playstation e di calciobalilla, scampando al ruolo del morto a poker solo perché di salme nel Pd ce n’è fin troppe. Adorabile poi quando tirò in ballo i servizi segreti perché non l’avevano avvertito “di cosa stava facendo Carminati” e lui, quando esplose Mafia Capitale, cadde dal pero, anche perché pensava che Buzzi fosse “incensurato” (a parte un ergastolo per aver assassinato il socio con 34 coltellate). La brillante Operazione Marino, pilotata dallo studio di un notaio per destituire un sindaco pasticcione ma onesto e regalare la Capitale ai 5Stelle, è ormai entrata nella leggenda – scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano nell’editoriale di oggi 11 novembre 2017, dal titolo “Orfini giustifica i mezzi”.

Ma ora nuove mirabolanti imprese vanno ad arricchire il suo Palmarès. Tipo l’annuncio che oggi il Pd, diversamente da Grasso, Boldrini, Cgil, Bersani, perfino Casini e FI, oltre a tutta la sinistra, diserterà la marcia antimafia a Ostia dopo il pestaggio della troupe Rai solo perché l’ha indetta la sindaca Raggi, che è dei 5Stelle, che – udite udite – “sono di destra”. Dal che si potrebbe arguire che il Matteo minor si considera di sinistra. E ci crede pure. Ora, per carità, noi non abbiamo titoli per distribuire patenti destrorse o sinistrorse, memori fra l’altro della canzone di Giorgio Gaber “Destra-Sinistra”: “I collant son quasi sempre di sinistra/ Il reggicalze è più che mai di destra / La pisciata in compagnia è di sinistra / Il cesso è sempre in fondo a destra/ Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra/ …Tutti noi ce la prendiamo con la storia/ Ma io dico che la colpa è nostra / È evidente che la gente è poco seria / quando parla di sinistra o destra”.

Però ci domandiamo che titolo abbia un Orfini. E soprattutto cosa intenda per destra e sinistra. Così, per curiosità, siamo andati a controllare come ha votato nell’ultimo quinquennio il sinistrissimo compagno Orfini su alcune delle “riforme” più di destra che la storia repubblicana ricordi, oltre a due leggi elettorali incostituzionali (Italicum e Rosatellum) scritte a quattro mani col noto terzinternazionalista Silvio Berlusconi.

20.4.13, elezione del nuovo (si fa per dire) presidente della Repubblica. Dopo aver annunciato il suo No al primo candidato Pd Franco Marini (“Fra Marini e Rodotà scelgo Rodotà”) e aver assistito o partecipato (non lo sapremo mai) alla fucilazione del secondo, Romano Prodi, l’allora “giovane turco” Orfini ha due opzioni: votare Stefano Rodotà, sostenuto dai 5Stelle e dalla sinistra, o rieleggere Giorgio Napolitano, sostenuto dai poteri forti italiani e internazionali e dunque anche da Berlusconi e dai centristi, cui era stato promesso di rientrare nella maggioranza dopo la batosta elettorale. Essendo molto di sinistra, Orfini opta per un bel Napolitano-bis, all’insegna del cambiamento. 16.10.13, abolizione dell’Imu su tutte le prime case, anche le ville dei miliardari: Orfini vota sì, però è di sinistra. 12.11.2013, legge per buttare altri miliardi nella grande opera più inutile, costosa e inquinante della storia, cioè il Tav Torino-Lione: Orfini vota sì, però è di sinistra. 29.1.14, decreto Bankitalia che ne rivaluta il capitale, regalando 4 miliardi alle banche azioniste, Intesa e Unicredit in primis: Orfini vota sì, però è di sinistra. 24.4.14, decreto Poletti (Jobs Act-1) che liberalizza i contratti a termine e fa esplodere vieppiù il precariato: Orfini vota sì, però è di sinistra. 20.5 e 3.7.14, Piano Casa-Expo e decreto Sblocca Italia: altre due norme che spalancano la strada a scempi ambientali di ogni genere: Orfini vota sì, ma è di sinistra. 25.11.14, Jobs Act-2, scritto di fatto da Confindustria e che smantella lo Statuto dei lavoratori (articolo 18, demansionamento più facile, controllo a distanza dei lavoratori): Orfini vota sì, però è di sinistra. 3.3.15, decreto Ilva con salvacondotto per garantire l’impunità ai commissari: Orfini vota sì, però è di sinistra. 20.5 e 9.7.15, Buona Scuola sui presidi-padroni e l’ennesima privatizzazione strisciante della pubblica istruzione: Orfini vota sì, ma è di sinistra. 12.4.16, ddl Boschi (&Verdini) che sfascia la Costituzione: Orfini vota sì, però è di sinistra. 12.5.16, ddl intitolato truffaldinamente “Contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato”, che in realtà dà ai costruttori la libertà di realizzare progetti anche se non avviati ma solo presentati: Orfini vota sì, però è di sinistra. 22.6.17, “Riforma penale” Orlando che complica vieppiù i processi e contiene un condono mascherato per gli stalker: Orfini vota sì, però è di sinistra. Aprile-maggio 2017, il governo abolisce i voucher per neutralizzare il referendum della Cgil e poi, ottenuto lo scopo, li ripristina: Orfini è assente in entrambe le votazioni. Ma non perché sia passato da destra a sinistra nel giro di un mese: aveva solo da fare con la playstation.  – Articolo intero su Il Fatto Quotidiano in edicola oggi.

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