Giuliano Pisapia e Piero Fassino in una foto d'archivio MATTEO BAZZI / ANSA

Ambiente e salute

“Mr. Fassino, I suppose”: editoriale di Marco Travaglio

By admin

November 19, 2017

19/11/2017 – “Mister Livingstone, I suppose” è il saluto che raccontò di aver pronunciato nel 1871 il giornalista-esploratore gallese Henry Stanley incontrando nel deserto dell’Africa nera il missionario-esploratore scozzese David Livingstone, scomparso cinque anni prima mentre risaliva verso le fonti del Nilo. Ora, siccome la storia si ripete in forma di farsa, abbiamo l’esploratore torinese Piero Fassino, in missione per conto di Renzi nel deserto della sinistra. Ma, per sua e nostra fortuna, lui non rischia di perdersi, tallonato com’è giorno e notte dai cronisti dei giornaloni che pendono dalle sue labbra e infatti lavorano molto di lingua, ansiosi di regalare ai lettori succulenti retroscena sulla sua infaticabile attività peripatetica. Ogni mattina il popolo della sinistra in spasmodica attesa del più impercettibile segnale s’incolonna disciplinato alle edicole, transennate per motivi di ordine pubblico, per non perdersi una dichiarazione, un’indiscrezione, un sospiro. La missione esplorativa, va detto, procede alla grande. Nei primi cinque giorni di ricerche, Mr. Fassino ha già trovato l’accordo con quelli che erano già d’accordo. Manca ancora l’accordo con quelli che erano e restano in disaccordo, ma sono dettagli.

Renzi, per dire, è entusiasta di allearsi con Renzi e infatti sta con Fassino senza se e senza ma (“Abbiamo fatto un capolavoro”, si dice da solo). Veltroni, che fa teatro, film e libri, “incoraggia Fassino” e Rutelli, che presiede l’Anica (cinema) e ha pure scritto un libro, anche. Il che è già una bella soddisfazione. Letta, che insegna a Parigi, ha fatto un “assist”: una svolta elettrizzante. Prodi, che non è nemmeno iscritto al Pd e ripete di aver spostato la tenda a debita distanza, parla solo tramite ventriloqui, però Fassino e Pisapia assicurano che “condivide e apprezza l’iniziativa per una comune strategia” di Fassino e Pisapia. Un trionfo, tantopiù che il fido Parisi, detto Pallottoliere perché sbaglia tutti i calcoli, giura che Prodi “è sempre vicino a chi non decide di allontanarsi” (qualunque cosa voglia dire). Maria Teresa Meli, sul Corriere, aggiunge altre frasi decisive del Professore all’Esploratore: “Mai arrendersi, la strada è quella dell’unità e bisogna provarci”. Avrebbe aggiunto “Non parlare al conducente”, “Non calpestare le aiuole”, “Divieto di balneazione” e “Attenti al cane”, ma non è sicuro. Quel che è certo è che oggi a Bologna si muove nientemeno che “l’ex ministro prodiano Giulio Santagata” per la rimpatriata di un non meglio precisato “popolo del pullman”, cui sono invitati financo Pisapia e la Bonino, forse per via della patente D.

Pisapia non si sa mai con chi stia ma, anche se stesse con qualcuno, nessuno se ne accorgerebbe (“Tre giorni fa – scrive la Meli – aveva garantito ai suoi che sarebbe andato con Grasso, ma al Pd non ha ancora fatto sapere niente”). In ogni caso Fassino l’ha chiamato e il Sor Tentenna ha fatto le ordinazioni, come al ristorante: “Pisapia chiede ius soli e fine vita” (Corriere). Il povero Piero era tentato di rispondere: “Ma più soli e più fine vita di così!”, ma ha preferito tenersi buono uno dei pochi stomaci forti che digeriscono tutto (da Expo a Sala al renzian-berlusconiano Gori). Ieri si sono poi visti e naturalmente non è successo niente, però Pisapia ha detto che l’ha chiamato Prodi e l’ha autorizzato a dirlo. Roba forte. Orlando e Rosato danno una mano attaccando Grasso e Boldrini (il ministro: “Abbiamo creato due mostri”) perché l’uno ha lasciato il Pd e l’altra è sempre stata di Sel, ergo non sono “imparziali”; lo sarebbero se fossero del Pd. E il ponte sullo stretto di Fassino raccoglie i cocci. Chiama Grasso, ma quello risponde che ha sbagliato numero (“Non ho alcun titolo per parlare di alleanze”). Parla con la Boldrini, ma lei non parla con lui. Tenta con D’Alema, che lo prende per il culo: “Il capo è Speranza”. Manda un sms a Speranza: “Quando ci incontriamo?”. Risposta: “Nei prossimi giorni” (lo prende per il culo pure Speranza). Repubblica riassume: “Sia chiaro, qualcosa si muove: dal tridente iniziale gli architetti del Nazareno sono passati a uno schema a quattro punte”. Infatti l’Esploratore Piero, con l’ausilio di entomologi allenati a notare i microrganismi più invisibili all’occhio umano, imbarca Italia dei Valori e Socialisti: dipietristi e craxiani, dopo 25 anni di inseguimenti, sono un po’ stanchini e faranno insieme una lista molto omogenea: aperta anche a Vegani&Carnivori e ad altre coppie molto affiatate, tipo Boldi&De Sica, Brizzi&Iene, Tornatore&Trevisan. I teorici delle masse diranno: e i Radicali? Quelli di obbedienza Bonino-Della Vedova-Magi si sono accordati con Renzi per una lista Forza Europa con un programma preciso: contro la politica di Minniti sui migranti appoggiata sia dall’Europa sia da Renzi. Per dirla con Fassino, “si parte da un programma coerente”. Il verde Bonelli, invece, è un po’ sulle sue, ma un quindicesimo decreto salva-Ilva potrebbe convincerlo: Piero già vede “una schiarita nel clima”. Restano quelli che non ci stanno, che poi sono gli unici con qualche voto (SI+Mdp, 6-7% nei sondaggi). Vorrebbero cancellare il Jobs Act e tornare all’art. 18, mentre Renzi e Fassino ripetono la favola del “milione di posti di lavoro”. Ma questi sono tecnicismi. FONTE (pressreader.com) Diventa sostenitore di L’Onesto clicca mi piace sulla pagina facebook