Ambiente e salute

Farinetti, la grande truffa del suo nuovo business milionario: dove produce cibo “ecologico”? A fianco di un mostro che inquina peggio di una centrale nucleare

By admin

November 20, 2017

20/11/2017 – Un inceneritore che produce cadmio in quantità «da 3 a 10 volte superiori» alla norma rispetto agli altri inceneritori e che brucia materiale «sanitario contagioso», non ha fermato Oscar Farinetti, patron di Eataly, per l’apertura di FICO Eataly World a Bologna.

Non si era mai visto il bio e il cibo di alta qualità di fianco ad un inceneritore. Ma il prossimo 15 novembre 2017 apre FICO Eataly World, la Disneyland mondiale del cibo. Dal campo al ristorante.

Tutto tracciato, biologico, di alta qualità e salutare. Ci saranno uliveti, vigneti, allevamenti. Si potranno vedere i frutti e le materie prime nascere e crescere per finire nel piatto dei ristoranti di FICO Eataly World. Le particelle al cadmio e il materiale bruciato dall’inceneritore però sono invisibili all’occhio umano.

Il parco sorge a un chilometro e mezzo da uno degli inceneritori più grandi dell’Emilia- Romagna, in via del Frullo 5, di proprietà della multiutility Hera e attivo sin dal 1973. Praticamente subito dietro FICO. Il primo azionista è il comune di Bologna. Certi giorni, all’ingresso dell’impianto i fumi avvolgono l’aria fino al cielo e sembra di essere caduti in mezzo ad una nebbia densa e impenetrabile. L’inceneritore smaltisce rifiuti solidi urbani speciali e «pericolosi, catalogati anche come sanitari contagiosi», scrive Hera sul suo sito.

Per la presenza dell’impianto gli oncologi di Medicina Democratica, un associazione nazionale, nel gennaio del 2012, certificano «la possibilità di un aumento dei rischi di malattie tumorali a fegato, pancreas, vescica, colon, linfoma non-Hodgkin, polmone, ovaie, nonché aborti spontanei, nascite pretermine, malformazioni fetali, malattie cardiovascolari e respiratorie».

E poi c’è il cadmio in quantità «da 3 a 10 volte superiori» alla norma. Così chi vi scrive nel 2014 chiama Farinetti. Lui: “Io… se c’è un inceneritore che fa male alla salute di sicuro non apro perché sarei un delinquente”. «Se fosse vero magari può essere la motivazione per chiudere l’inceneritore… chi lo sa!». Poi cambiò le sue considerazioni. FICO Eataly World sorge negli edifici del Caab, centro agroalimentare di Bologna, una controllata del Comune e partecipata dalla Regione Emilia Romagna. Stellari i numeri attesi: cinque-dieci milioni di turisti ogni anno, cinquemila posti di lavoro, di cui 1340 diretti fra ristorazione e vendita, 3550 nell’indotto di accoglienza tra filiera agricola, trasporti, logistica, commercio e servizi, 55 milioni di investimenti raccolti, tra cui 20 dalle coop rosse. La società di gestione Eataly World Bologna è controllata al 50 per cento da Coop Adriatica e al 50 per cento da Eataly stessa. Tiziana Primorì di Coop Adriatica è amministratore delegato di FICO. Primorì fino ad aprile scorso era nel cda di Hera, proprietaria dell’inceneritore. E la Regione che è azionista del Caab nomina il capo di Arpa, ente che fa i rilievi sulle emissioni dell’inceneritore. Tutti gli enti pubblici coinvolti sono a guida Pd. La storia e le telefonate choc con Oscar Farinetti nel video. FONTE

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