Ambiente e salute

Giunta Musumeci, Forza Italia con il 16% dei voti si prende il 40% delle poltrone

By admin

November 30, 2017

30/11/2017 – Doveva essere il primo presidente scelto dal popolo superando i diktat dei partiti. Sopratutto di quello di Arcore, che nella quarta età di Silvio Berlusconi si mostra incredibilmente vitale. In Sicilia Forza Italia cinge d’assedio Nello Musumeci e incassa ben cinque assessorati su dodici. Oltre il 40% dei posti di governo a fronte del 16% raccolto alle elezioni. A cui andrebbe ancora aggiunta la presidenza dell’ARS sulla quale punta tutto il commissario regionale azzurro Gianfranco Micciché, il cui calciomercato in campagna elettorale è risultato determinante per la vittoria del centrodestra e di Musumeci. Impresentabili compresi.

La Giunta completata nelle scorse ore dal “Cincinnato di Militello” – questa la battuta che circola nei corridoi dell’Assemblea Regionale Siciliana, dove onorevoli e dirigenti di lungo corso guardano con un sorriso alle ripetute dichiarazioni d’indipendenza del Presidente – è il trionfo proprio dei partiti. Di quello di Berlusconi, sopratutto. Ma in Sicilia a questo giro sono rinverditi diversi “best of” della politica siciliana e nazionale dei tempi che furono. Con Forza Italia entreranno Gaetano Armao (Economia e vicepresidenza, già Assessore all’Economia nel Governo Lombardo), Marco Falcone (Infrastrutture, ex Capogruppo di FI a Sala d’Ercole), Bernadette Grasso (Autonomia, vicinissima a Micciché) e Edy Bandiera (Agricoltura, sponsorizzato dall’ex ministro Stefania Prestigiacomo). Per quanto riguarda Vittorio Sgarbi (Cultura) il critico d’arte entra in quota Forza Italia e verrà sostituito, quando deciderà di lasciare la poltrona in Sicilia, da un esponente del partito di Berlusconi.

Forza Italia si sganascia ma anche gli Autonomisti e Popolari ridono. Tre gli Assessorati per il gruppo che ha riunito il Cantiere Popolare di Saverio Romano e gli ex Mpa di Lombardo. In giunta sfideranno Totò Cordaro (Ambiente), Roberto Lagalla (Istruzione) e Mariella Ippolito (Lavoro). Se i primi due sono vicini a Totò Cuffaro – di cui Lagalla fu anche Assessore alla Sanità – quest’ultima dovrebbe rappresentare Lombardo nel nuovo Governo regionale. Il terzo blocco sarà costituito dall’Udc, rappresentata da Vincenzo Figuccia (Energia) e Mimmo Turano (Attività Produttive). Quest’ultimo, noto per il recente flirt con il governo di centrosinistra di Rosario Crocetta, è già stato Assessore nel 2001 nel governo Leanza. Un Assessorato chiave, quello alla Sanità, Musumeci lo tiene per #DiventeràBellissima affidando al fedelissimo Ruggero Razza. Mentre al Turismo, in quota Fratelli d’Italia, andrà l’ex generale Sandro Pappalardo. Una nomina che apre la prima “crisi” nella coalizione che il 5 novembre ha vinti le elezioni. Noi con Salvini resta fuori dalla Giunta e annuncia che non farà parte della maggioranza. Il che potrebbe rappresentare un problema, con il neo-governatore virtualmente sotto il magic number di 36 deputati. A contestare la decisione il segretario nazionale di noi con Salvini Angelo Attaguile, che negli ultimi giorni aveva dato un aut aut a Musumeci, ma anche il Segretario del Carroccio che dopo la lunga campagna elettorale in Sicilia al fianco del nuovo governatore non avrebbe digerito l’esclusione. “Ci sono nostri consiglieri che decideranno senza nessun dramma – ha detto Salvini a Repubblica Palermo – Voteremo i provvedimenti che condivideremo”. La palla casa nelle mani di Tony Rizzotto, unico esponente leghisti entrato all’ARS. Un voto fondamentale, il suo, visto che consentirebbe al Presidente di avere una maggioranza senza sperate nel soccorso multicolore di Sicilia Futura o del Partito Democratico. Il caso vuole che anche Rizzotto sia un ex lombardiano. E che l’ombra di un passato non troppo lontano si stagli distintamente sul governo di Nello Musumeci.

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