Ambiente e salute

“Quei sindaci dimezzati”: editoriale di Marco Travaglio

By admin

December 26, 2017

26/12/2017 -Incontro Alessandro Di Battista che esce da un programma tv mentre io sto entrando, e mi racconta della incessante processione di parlamentari (dei partiti più inaspettati e insospettati) che continuano a complimentarsi con lui da quando ha annunciato la sua non-ricandidatura al Parlamento perché una legislatura, per ora, gli basta e gli avanza. “Bravo Alessandro”. “Bel gesto”. “Hai un bel coraggio”. “In effetti qua dentro ci intossichiamo tutti”. “Ogni tanto è bene uscire a prendere una boccata d’aria”. Al che lui, col candore tipico del neofita, risponde regolarmente: “Grazie tante, ma perché non lo fate anche voi?”. A quel punto chi si congratulava cambia improvvisamente umore, abbassa gli occhi e si allontana imbarazzato. Probabilmente per correre dal suo capo a brigare per l’ennesima ricandidatura, anzi l’ennesima rinomina visto che, grazie al Rosatellum, i due terzi dei prossimi parlamentari saranno scelti dai rispettivi leader e non dai cittadini (come lo erano tutti col Porcellum).

Ora, può darsi che Di Battista, dopo la legislatura sabbatica che dice di voler trascorrere in viaggio dal Nord al Sud America con la moglie e il figlio appena nato, per tornare nei luoghi in cui fece volontariato anni fa nella cooperazione internazionale e per scrivere e girare reportage, decida di tornare nel Palazzo per il secondo e ultimo mandato che gli consente il regolamento dei 5Stelle. Può anche darsi che la prossima legislatura si concluda anzitempo senza una maggioranza di governo, nel qual caso Di Maio avrà esaurito la sua carriera di eletto e Di Battista potrebbe candidarsi a premier. Vedremo.

Sta di fatto che quella regola, dettata a suo tempo da Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo, sostenitori della politica come servizio temporaneo e non come professione vitalizia, era e rimane una delle migliori attrattive dei 5Stelle, insieme alla rinuncia a strutture partitiche elefantiache, tesseramenti, organigrammi, burocrazie e soldi pubblici. Eppure quella regola sembra entrare in crisi quando la si applica agli amministratori pubblici. Cioè (siccome i 5Stelle non governano regioni) ai sindaci.

Il caso era già esploso con alcuni sindaci pentastellati che non si erano ricandidati dopo il primo mandato per non giocarsi la possibilità di un’esperienza parlamentare. Ora è definitivamente deflagrato con Fabio Fucci, primo cittadino di Pomezia (60 mila abitanti alle porte di Roma): lui i due mandati li ha già esauriti, prima come consigliere di opposizione (per circa un anno) e poi come sindaco. Ora dovrebbe farsi da parte, ma non vuole lasciare a metà l’opera avviata.

E ha già annunciato che si ricandiderà comunque a primo cittadino nel 2018, con i 5Stelle (se cambieranno la “regola del due”, almeno per chi non ha esercitato le funzioni elettive per due mandati pieni, cioè per 5+5 anni, ma per 1+5) o con una lista civica. Di Maio l’ha subito dichiarato “fuori linea” e pare inevitabile che Fucci venga espulso. Col risultato che i 5Stelle si ritroveranno a candidare un altro contro un loro “ex” apprezzato dai cittadini, come già a Parma con Federico Pizzarotti, e si suicideranno. Ma non c’è solo Pomezia. Il tema si riproporrà presto per gli altri sindaci del Movimento, quasi tutti eletti dopo un’esperienza da consiglieri comunali: dunque impossibilitati a completare i due mandati consentiti dalla legge e costretti, a metà strada, a cedere il testimone ad altri. Dalla Raggi alla Appendino. Ora, la domanda è semplice: che senso ha faticare come bestie da soma per imparare un mestiere difficile come quello di sindaco, per giunta in città disastrate come quelle che si affidano ai 5Stelle come ultima spiaggia, e poi, quando finalmente si potrebbero raccogliere i frutti migliori di una semina tanto faticosa, andare a casa e passare la mano, costringendo la propria città a ripartire da zero? Non ha senso per il Movimento, che perderebbe un bagaglio prezioso di esperienze. E ne ha ancor meno per le città, che meriterebbero di essere governate almeno per dieci anni dalla stessa mano. Sappiamo bene che i 5Stelle venerano lo scomparso Gianroberto Casaleggio come un padre e temono di tradirne l’eredità. Sappiamo pure che, quando si comincia a derogare alle regole, si rischia di non finire più. Ma forse in questo caso un pizzico di sano buonsenso e pragmatismo potrebbe indurre il “garante” Grillo a intervenire e ad aggiornare le regole alle nuove esigenze che sono sotto gli occhi di tutti. Basterebbero un paio di ritocchi alla “regola del due”, senza trasformare gli eletti in professionisti della poltrona.

1) Specificare che questa vale solo se i mandati sono pieni (4+4 anni per il Parlamento, 5+5 anni per i consigli comunali e regionali), o superiori alla metà della loro durata naturale; altrimenti, è consentito il terzo.

2) Stabilire che il limite dei due mandati vale per le assemblee elettive (Parlamento, Consigli comunali e regionali), ma non per le cariche monocratiche (che poi sono solo due: quella di sindaco e quella di presidente di regione). Se un sindaco o un governatore – dopo le inevitabili inesperienze e difficoltà, che nel caso del M5S vanno moltiplicate per 100 – lavora bene, è assurdo che vada a casa dopo il primo mandato, buttando a mare l’esperienza accumulata. Con i tempi che corrono per le città e le regioni al disastro, per cambiare davvero qualcosa cinque anni non bastano: occorrono un programma e una squadra di respiro decennale, gestiti dalla stessa persona. Cambiare cavallo a metà percorso è un suicidio non tanto per 5Stelle, dei quali c’importa relativamente. Quanto piuttosto per le nostre città e le nostre regioni, di cui ci importa molto di più. La politica è un servizio, non un mezzo servizio. – (pressreader.com) – di Marco Travaglio da Il Fatto Quotidiano del 23 Dicembre – Dal momento che sei qui…. … abbiamo un piccolo favore da chiedere. Più persone stanno leggendo il nostre le nostre notizie selezionate dai maggiori media locali e internazionali, ma le entrate pubblicitarie attraverso i media stanno calando rapidamente. Vogliamo mantenere la nostra rassegna stampa più aperta possibile. Quindi puoi capire perché dobbiamo chiedere il tuo aiuto. Diventa sostenitore L’Onesto clicca mi piace sulla pagina facebook Puoi farlo anche con una donazione tramite Paypal cliccando sul tasto: (Donazione Minima 5€), si accettano eventuali proposte di collaborazioni: