Cronaca

Stabilità, sì del Senato: la Manovra è legge per il 2014

By admin

December 24, 2013

Roma 23/DIC – Palazzo Madama ha dato il via libera definitivo alla Legge di stabilità con 158 sì e un voto contrario: l’opposizione lascia l’aula al momento del voto. A Montecitorio la fiducia al decreto ‘Salva Roma’ passa con 340 sì. Cgia lancia l’allarme: ”Con Tasi al 3,5 per mille rischio rincari’ Legge di stabilità al Senato. Decreto Salva-Roma alla Camera. Giornata di affollamento legislativo in Parlamento, con deputati e senatori chiamati a votare la fiducia per ben due volte e conclusasi con l’approvazione definitiva della Manovra economica 2014.

Ad aprire le danze Montecitorio che ha dato il via libera alla fiducia sul decreto legge salva Roma, con 340 voti favorevoli, 155 voti contrari e nessun astenuto. Una scelta per superare l’ostruzionismo di Lega e M5S. Dopo è toccato a Palazzo Madama dove con 167 voti favorevoli e 110 voti contrari l’aula ha dato il via libera alla fiducia sul ddl stabilità. Poi con 158 voti favorevoli, un voto contrario e un astenuto la Manovra ha incassato il via definitivo, diventando legge. L’opposizione al momento delle votazioni ha lasciato l’assemblea.

DISCORSO “ACCOMODANTE” DEL PRESIDENTE  DEL CONSIGLIO LETTA:

Il premier nella conferenza stampa di fine anno: ”Il peggio è alle spalle, l’Italia ce la farà”. Conferma l’impegno per ridurre le tasse sul lavoro. E sulla legge elettorale: “Serveprima delle europee, riforme con tutti anche con Fi”. Con Renzi “dimostreremo gioco di squadra adesso e nel futuro”. E ancora: “Rivedremo ius soli e Bossi-Fini”. Sul gioco d’azzardo “cambio radicale”

”L’Italia ce la farà, ce la farà perché ci troviamo ora dietro le spalle la parte più complessa di questioni”. Ad affermarlo il premier Enrico Letta nella conferenza stampa di fine anno che si apre con un ricordo al carabiniere Giuseppe Giangrande. ”La fatica sociale è stata evidente a tutti, è il cuore della vicenda che abbiamo davanti e alla quale stiamo dando risposte”. Il 2013, continua, “è stato l’anno di una svolta senza precedenti, quello della generazione di quarantenni. Io farò la mia parte fino in fondo – aggiunge – perché la svolta generazionale riesca”.

“Il Paese come un incidentato è stato portato prima al pronto soccorso, poi in sala operatoria. Ora ne è uscito, è in fisioterapia e penso che nel 2014 tornerà alla normalità”, dichiara Letta allontanando l’idea del rimpasto di governo (“non è all’ordine del giorno, la discussione è sul programma”). Parla invece di tensioni politiche al massimo. Però “il prossimo anno le istituzioni si riformeranno in mondo completo e compiuto. Le riforme saranno un fatto compiuto, a partire da legge elettorale”, sostiene il premier assicurando che nel 2014 “risolveremo anche il problema del bicameralismo”.

Promette la “riduzione delle tasse sul lavoro con i proventi da spending review e lotta all’evasione”. Per creare lavoro, poi puntualizza, “ci devono essere le condizioni minime per cui la gente ha fiducia per poter investire” e per attrarre investimenti, servono, tra l’altro, “tasse che non siano oppressive”. Tasse giù anche sulla casa. “Sono convinto che nel prossimo anno” il carico fiscale sulla casa ”sarà inferiore rispetto a come è stato nel 2012”, dice Letta spiegando che non è possibile fare un confronto con il 2013 perché il tributo sulla prima casa non è stato pagato.

E sempre sul fronte del fisco, il presidente del Consiglio sottolinea l’impegno del governo “di terminare a gennaio l’iter della delega fiscale”. Con questa arriveranno “misure per intervenire sui capitali illegalmente esportati, e quindi per il loro rientro” e misure contro “l’autoriciclaggio” allo scopo di combattere “l’illegalità e la criminalità finanziaria”. Il 2014 sarà, dunque, l’anno “del fisco amico”. La stabilità, rivendica Letta, “ha fatto risparmiare all’Italia 5,5 mld, grazie ai minori interessi pagati”.

Pensioni. “In 8 mesi 33mila esodati hanno trovato una risposta – evidenzia Letta – ed è la dimostrazione di un Paese, di un governo che non sfascia la riforma delle pensioni, che è fondamentale per la nostra credibilità, ma che non lascia nessuno perso per strada. La riforma ha lasciato qualche ‘buco’, lo abbiamo affrontato e continueremo ad affrontarlo”.

 Legge elettorale. “Prima delle elezioni europee, il prima possibile, bisogna avere nuova legge elettorale”, dichiara il presidente del Consiglio convinto che “Renzi faccia bene a parlare con Forza Italia sulle riforme”. Quest’ultime, insiste, “devono essere fatte con una apertura vera fuori dalla maggioranza”.

 Giustizia. ”Non voglio e non penso che l’Italia abbia bisogno della mega riforma sulla giustizia ma di alcuni tasselli, che riescano a sbloccare i nodi”. A gennaio, spiega, “ci sarà un altro passaggio e vogliamo sollecitare il Parlamento sull’approvazione delle norme che riformano la custodia cautelare”. Sull’emergenza carceri fa osservare che l’Italia “non può permettersi di cominciare il semestre di presidenza Ue portando sulle spalle un pesante spread su diritti fondamentali della persona”. E su amnistia e indulto ricorda che “sono competenze esclusive delle Camere”.

 Conflitto d’interessi. ”Non ho alcun dubbio” che la questione relativa al conflitto d’interessi entrerà nel patto di governo afferma il presidente del Consiglio. Inoltre nel decreto legge che sarà approvato venerdì dal Cdm ”entrerà una proroga sulla questione relative agli incroci di proprietà”.

 Stipendi dei politici. Sull’eccesso degli stipendi della classe politica ”tanti parlano e pochi fanno” asserisce il premier rivendicando quanto fatto dal governo, “quel che aveva promesso” sugli stipendi dei ministri.

 Immigrati. “Proporrò e lavorerò – dice Letta – perché una riforma della cittadinanza e lo ius soli facciano parte del contratto di governo a gennaio” quando saranno discussi anche alcuni aspetti della Bossi-Fini. Il governo, inoltre, ”ha intenzione, da subito, di mettersi al lavoro per una revisione complessiva degli standard dei Cie”.

 Giochi. Ci sarà “un cambio radicale”, il governo secondo il premier, interverrà con un “piano d’azione fatto di impegni concreti”, perché il settore dei giochi d’azzardo “ha fatto danni sociali molto evidenti e forti”.

 Scuola. ”Per la prima volta alla voce istruzione non c’è stato alcun segno meno. Sono primi passi e ce ne vogliono sicuramente molti di più, ma andremo sicuramente in quella direzione”, assicura il presidente del Consiglio.

Sentenza Berlusconi. Letta spiega che quest’anno ci sono state “turbolenze in parte dovute all’intreccio tra fattori esterni e politica”, in particolare in relazione alla “sentenza che ha riguardato uno dei tre leader che hanno fatto nascere questo governo”. E poi: “ci sono cose che avrei potuto fare meglio, ma le tengo dentro”. In particolare a Berlusconi e Forza Italia dice: “non si facciano prendere la mano e non scelgano una deriva nichilista e populista: sarebbe un errore per loro, per l’Italia”. “I populismi crescono se la politica è vecchia, inconcludente, incapace di fare le riforme e se l’Ue è attenta solo al rispetto formale dei conti”.

 Napolitano. Il presidente della Repubblica “ha salvato l’Italia che stava sbandando e stava finendo fuori strada. E’ un punto di riferimento essenziale”, sottolinea Letta facendo osservare che “Napolitano, con la sua azione, la sua credibilità anche nei rapporti internazionali, ha svolto un ruolo fondamentale”. Punta così il dito contro Grillo. “Le critiche sono legittime”, nessuno ”è esente”, ma ”credo che in queste ultime settimane si sia passato il limite rispetto agli attacchi al Capo dello Stato”, afferma il premier che stigmatizza ”l’utilizzo da parte per esempio di Beppe Grillo, di parole totalmente fuori luogo”.

 Renzi. Negli anni scorsi il centro sinistra è stato vittima della ”iattura” che è stata anche la ”fortuna” di Berlusconi della competizione per la leadership. ”Dimostreremo – dice Letta – che la nuova generazione sarà in grado di vivere in modo diverso la capacità di fare gioco di squadra”. E il gioco di squadra con Matteo Renzi ”dimostrerà tutti i suoi effetti positivi, non solo per l’anno prossimo ma anche per il futuro”.

 Iran. ”Buona parte dell’instabilità di quella regione è dovuta a quello che è successo in Iran con le scelte di Ahmadinejad. Ora la percezione è che si apra un’opportunità” in Iran con l’elezione del nuovo presidente Rohani, ”anche se non è tutto risolto”, sostiene il premier. Che ricorda: ”Ho incontrato a New York Rohani e, in quel momento, incontrarlo era una scelta molto azzardata. Ma per me è stato molto importante incontrarlo”. Ora occorre ”scommettere e aiutare la riuscita di quel cambiamento”.

 

(ADNOKRONOS)