Ambiente e salute

Lotta all’evasione: nel mirino del Fisco conti correnti e libretti

By admin

February 18, 2018

18/02/2018 – Cambia la lotta all’evasione fiscale e l’Agenzia delle Entrate si prepara a scatenare un’offensiva più attenta, prendendo di mira settori ben precisi, a fronte di una montagna di 100-110 miliardi di euro tra tributi e contributi evasi ogni anno. E lo fa spinta dalle indicazioni della Corte dei conti, che ha segnalato “il chiaro sottoutilizzo” della mole di informazioni comunicate dalle banche e dagli altri operatori finanziari al Fisco.

L’obiettivo del Fisco nei prossimi mesi sarà quello di misurare il risparmio e quindi i depositi dei contribuenti. Una variazione consistente del risparmio rispetto al reddito medio potrebbe far scattare un accertamento. Insomma le Entrate preparano una nuova contromossa sul fronte dei controlli. E questa volta a sollecitarla è stata anche la Corte dei Conti che in una relazione ha suggerito al Fisco di usare i dati sull’apertura e la chiusura dei rapporti finanziari. Un archivio nato circa nove anni fa che finora non è stato usato in modo sistemico come sottolineano i magistrati contabili.

Su questo punto, come ricorda ilSole 24 Ore, la corte dei Conti è stata chiara: “Deve registrarsi l’inesistenza di selezioni di contribuenti attraverso lo strumento dell’archivio dei rapporti finanziari”. E così le Entrate adesso hanno deciso di mettere in campo questa nuova arma per la lotta all’evasione nel triennio 2018-2020. Infatti il Fisco ha deciso di completare il periodo di “sperimentazione” e dunque di incrementare i controlli sui risparmi. Nel mirino finiranno pure carte di credito, prodotti finanziari emessi da imprese di assicurazione, compravendita di oro e metalli di valore. Nel piano della lotta all’evasione 2018-2020 presentato dall’agenzia delle Entrate a fine gennaio, il Fisco si propone di mettere sotto la lente quest’anno le persone fisiche e nel 2019 quelle giuridiche. Come? Arriveranno controlli differenziati sulle tipologie di contribuenti e imprese. E poi carte di credito, prodotti assicurativi, compravendita di oro e preziosi diventano le nuove spie per misurare il livello di evasione. In pratica, il Fisco utilizzerà le informazioni contenute nell’archivio dei rapporti per ricostruire il patrimonio finanziario dei contribuenti, di modo da individuare eventuali incrementi non giustificati dai redditi prodotti nell’anno, al netto delle spese sostenute. Le eventuali incoerenze saranno considerate sintomo di “rischio fiscale” e potranno far partire le ordinarie attività di accertamento dell’Agenzia, alle quali resta affidata – in concreto – la valutazione dei casi di evasione.FONTE

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