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M5S, Il SuperVaffa, editoriali 05/03/2018

By admin

March 05, 2018

05/03/2018 – E meno male che Grillo aveva chiuso l’èra del Vaffa. Ieri gli italiani, eroicamente in fila al freddo, anche per ore, nel tentativo di votare con la legge elettorale più demenziale del mondo, hanno urlato un gigantesco, supersonico Vaffa all’Ancien Régime che per mesi aveva tentato di convincerli a restarsene a casa, tanto non sarebbe …. Continua

“Ieri gli italiani, eroicamente in fila al freddo, anche per ore, nel tentativo di votare con la legge elettorale più demenziale del mondo, hanno urlato un gigantesco, supersonico Vaffa all’Ancien Régime che per mesi aveva tentato di convincerli a restarsene a casa, tanto non sarebbe cambiato nulla e ci saremmo ritrovati il solito governo Gentiloni”. Esordisce così, in un editoriale sul Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che saluta il “SuperVaffa” e il “cadavere politico” di Renzi uscito dalle urne. “Invece gli elettori a votare ci sono andati eccome, a dispetto di tutto e tutti, come già al referendum costituzionale. Hanno ignorato la propaganda terroristica dei ‘mercati’, che ancora una volta volevano insegnarsi come si vota e soprattutto per chi (i soliti). Hanno smascherato i doppiopesismi di chi per tre mesi è andato a cercare le pagliuzze nell’occhio dei ‘populisti’ e intanto copriva le vergogne degli altri al punto da riabilitare un vecchio arnese come Berlusconi. E hanno affondato, si spera definitivamente, questo sistema marcio dalle fondamenta […]”.

Scrive ancora Travaglio:

“[…] Il Vaffa si esprime nel boom dei Cinque Stelle un po’ in tutta Italia (ma soprattutto al centro-sud) e nell’ascesa della Lega che sorpassa ampiamente il bollito sicuro Berlusconi (soprattutto al nord). Ma il vero cadavere politico uscito dalle urne (funerarie) è quello di Renzi che, nel breve volgere di quattro anni scarsi, è riuscito a trascinare il centrosinistra dal suo massimo storico a un minimo molto prossimo all’irrilevanza”.

Alla “autodistruzione di Matteo Renzi”, “un leader contro se stesso”, è dedicato il commento di Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera. “Ha conquistato la sinistra italiana, in tre mesi l’ha portata al massimo storico, in tre anni al minimo: solo al Bomba poteva riuscire”, scrive Cazzullo.

“Di leader la sinistra ne ha bruciati tanti; ma nessuno come lui ha fatto tutto da sé, prima infiammandosi poi ustionandosi – prosegue -. Matteo Renzi ha rivelato qualità e difetti straordinari. All’inizio è stato vissuto come un alieno, un estraneo, un usurpatore; ma è stato amato o almeno tollerato perché vinceva. Lui si è fidato troppo di se stesso, si è fatto troppi nemici, e ha potuto consentirselo fino a quando ha avuto il Paese dietro. Ma il renzismo non è finito stanotte; era finito il 4 dicembre 2016, con la sconfitta per 60 a 40 nel referendum. ‘Matteo farebbe meglio a sparire. Andare in America. Farsi dimenticare. Lasciare che la sinistra vada a sbattere. Dopo lo richiameranno’. Se avesse seguito il consiglio di un mentore della prima ora, Oscar Farinetti, non sarebbe finita così. Invece Renzi si è incaponito.

L’energia mostrata nella conquista del partito e di Palazzo Chigi, nell’operazione 80 euro e nella riforma del lavoro, l’ha impiegata nell’autodistruzione. Il suo agonismo si è ritorto contro se stesso. Renzi, come Berlusconi, è capace di grande empatia; ma a differenza di Berlusconi, che vorrebbe essere amico di tutti, Renzi si nutre del nemico, ne ha bisogno per trarne linfa e motivazione. L’ultima prova è stata la stesura delle liste”.

Maurizio Molinari, La Stampa, sottolinea il fatto che è la prima volta, in Europa, che a vincere sono davvero le forze antisistema.

“I vincitori di questa partita elettorale sono Di Maio e Salvini. Non c’è dubbio che il centrodestra è la prima coalizione, ma soprattutto questo avviene grazie a Salvini. Non c’è dubbio che il vincitore politico è il partito di Di Maio che sfonda il 30%. Il punto è che tutto ciò non porta a delle forme di governabilità, o almeno in questo momento noi non le intravediamo. Questo rende il lavoro per Mattarella molto delicato. La delicatezza e la complicazione del lavoro per Mattarella non è solo nel compito strettamente politico di forgiare una coalizione, ma anche di lettura di un Paese. La realtà vera è che l’Italia – che è una nazione che è stata governata dalla nascita della Repubblica prima dalla Democrazia cristiana, poi da Forza Italia e poi dal Pd, sostanzialmente forze centriste – oggi ha visto queste forze centriste sconfitte, mentre a prevalere sono forze di tipo differente, che esprimono istanze che possono essere antisistema, di protesta, ma che comunque non appartengono alla zona centrale dello scenario politico […]. Tanto la Lega quanto i Cinque Stelle sono forze antisistema, ovvero raccolgono voti grazie a messaggi antisistema, e soprattutto si contrappongono alle istituzioni nazionali ed europee. Questo non era mai successo in nessun Paese dell’Europa occidentale. In altri Paesi queste forze avevano raccolto risultati importanti, ma mai erano riuscite a raccogliere la maggioranza dei voti. Oggi se sommiamo i voti dei grillini e dei leghisti, di fatto, c’è quasi la maggioranza”.

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