Il forno a microonde viene spesso utilizzato per cuocere o riscaldare gli alimenti. Esso però potrebbe nuocere alla salute per una serie di motivi. Ecco quali sono
L’utilizzo del forno a microonde nasconde dei pericoli, in quanto potrebbe nuocere alla salute. Il forno a microonde viene utilizzato molto spesso dalle famiglie per scaldare i cibi o scongelarli. Vediamo dunque quali potrebbero essere i problemi connessi alla salute per quel che concerne le microonde. Innanzitutto c’è chi sostiene che le microonde, agendo sulle molecole di cibo dall’interno, ne modificano la struttura molecolare: il cibo scaldato al microonde non sarebbe più quello originario. Si perderebbero anche i valori nutritivi, come dimostrato in Russia con un test: i cibi arrivano addirittura ad una riduzione dal 60 al 90% dei loro valori nutrizionali.
Come se non bastasse, pare anche che il forno a microonde porti i cibi a sviluppare sostanze cancerogene. Lo dimostrerebbe una ricerca russa pubblicata sulla rivista Atlantis Raising Educational Center di Portland (Oregon). Un altro studio effettuato su 8 persone dal professore Bernard Blanc, dell’Università di Losanna, e dall’esperto Hans U. Hertel, dimostrerebbe invece il fatto che “i cibi cotti con il forno a microonde, a differenza di quelli non irradiati, provocano cambiamenti nel sangue delle persone testate, tali da far emergere l’inizio di un processo patologico”, a causa di evidenti cali di emoglobina, dell’aumento dell’ematocrito, dei leucociti e anche del colesterolo nei soggetti esaminati. Hans U. Hertel ritiene inoltre le microonde tossiche, perché generate da corrente alternata. Per evitare ulteriori problemi di salute dovuti all’uso del forno a microonde, bisogna assolutamente limitare la vicinanza ad esso, che deve essere di almeno 90 cm. Non utilizzare assolutamente contenitori in plastica o pellicole di copertura per forno a microonde, in quanto potrebbero avere l’effetto negativo di contaminare i cibi con sostanze cancerogene. Prediligete invece materiali come ceramica e vetro. FONTE