Curiosità

Berlino teme i Piigs. Il 2014 europeo sarà guidato da Grecia e Italia

By admin

December 30, 2013

Dall’1 gennaio fino al 30 di giugno del 2014, la Grecia sarà presidente di turno della UE. Subito dopo, sarà l’Italia a guidare l’Europa nel secondo semestre. Ironia della sorte, tutto il 2014 sarà interamente gestito da due tra i paesi peggio messi a livello finanziario e politico dell’Unione Europea, rispettivamente il primo e il secondo stato più indebitati della UE e tra i maggiori al mondo. Entrambi fanno parte dei cosiddetti Piigs e la stampa tedesca già si dichiara scettica sui risultati che Atene sarà in grado di portare a casa.

Intendiamoci, la presidenza di turno della UE è inutile, non conta davvero nulla, servirà solo a tenere buone le opposizioni in Grecia e Italia con la solita litania che il governo non potrà cadere durante il semestre di comando, altrimenti ne varrebbe del prestigio (quale?) sul piano europeo. E’ pur vero, però, che nel 2014 si dovranno affrontare temi spinosi, in primis, la questione dell’unione bancaria. Certo, come abbiamo visto anche nell’ultima riunione dell’Ecofin e dell’Eurogruppo di dicembre, sono i capi di stato e di governo a decidere le sorti dei singoli accordi. Il paese che guida la UE serve solo come base logistica, niente di più. Tuttavia, una buona capacità di gestione di situazioni di crisi, come le dispute tra i paesi, e una certa linea politica dovrebbero quanto meno esservi in chi si accinge a mediare. Ma la Grecia prima e l’Italia dopo si preparano a guidare l’Europa nel 2014 nella situazione per loro peggiore forse di sempre. Crisi Piigs: sarà un anno a vuoto? In crisi economica, finanziaria e politica assai grave, Roma e Atene sembrano presentarsi all’appuntamento con Bruxelles privi di una visione delle cose, di forza contrattuale, fragili al loro interno, sul banco degli imputati per non avere adempiuto alle riforme chieste da anni dalla Commissione a trazione tedesca. E a maggio ci saranno le elezioni europee e sia in Italia che in Grecia si vocifera che potrebbero essere accorpate anche quelle politiche anticipate. Quale credibilità avranno i governi Samaras e Letta, pressati da un tracollo del consenso elettorale che si preannuncia in entrambi i casi drastico? In Grecia, se oggi si tornasse al voto, vincerebbero le ali estreme del Parlamento, ossia Syriza e Alba Dorata. In Italia, il caos sarebbe persino maggiore, non avendo ancora nemmeno una legge elettorale certa. Alla fine, entrambi i paesi subiranno l’umiliazione di vedersi scavalcati in casa propria dal direttorio franco-tedesco su tutte le questioni dirimenti. I premier Antonis Samaras ed Enrico Letta fungeranno da notai di accordi siglati altrove e da altri protagonisti. Detto questo, la presidenza UE non sarà del tutto neutrale per la buona sortita dei lavori. Un esempio: nel 2003, sotto la guida italiana, si consentì alla Francia e alla stessa Germania di Gerhard Schroeders di sforare i limiti di deficit imposti dal Patto di stabilità. Ancora oggi i tedeschi ci rimproverano di essere stati la concausa principale di quel pasticcio, di avere avallato per anni una politica di rilassatezza sul piano fiscale, causa dell’attuale crisi dei debiti sovrani. Berlino teme che, approfittando del proprio ruolo, Atene e Roma possano spingere per trovare accordi al ribasso sulle politiche di risanamento e per ampliare al massimo le competenze della BCE in fatto di vigilanza accentrata delle banche, in favore di salvataggi diretti e a carico del fondo comune. Quel che i tedeschi non hanno compreso è l’assenza di visione in questi due paesi. Stiano pure tranquilli. Ad Atene come a Roma troveranno il nulla sul tavolo delle trattative.

di Giuseppe Timpone FONTE