Ambiente e salute

“I raccomandati hanno fatto schifo ma devono passare”. La lista del governatore Pd, di vescovi e sottosegretari nei concorsi truccati

By admin

July 07, 2018

07/07/2018 – “Tutti i raccomandati hanno fatto schifo, guarda, è una cosa vomitevole. Ma dimmi tu come faccio io, come cazzo faccio…i vescovi, pure i vescovi”. A sfogarsi così, di fronte alla sua segretaria, mentre ha in mano le prove scritte di un concorso pubblico, è Maria Benedetto, direttrice amministrativa dell’Azienda sanitaria di Matera, finita ieri in manette nell’inchiesta sul giro di presunte clientele nella sanità lucana, che ha portato agli arresti domiciliari anche il governatore Pittella. Ignara che negli angoli del suo ufficio, ben mimetizzate, ci fossero microspie e microcamere piazzata dalla Guardia di Finanza, la Benedetto più volte si lascia andare a sfoghi, in preda a crisi nervose. “Io non posso”, si ribella a un certo punto, “questi mi fanno venire l’infarto”.

Nervi tesi

A mettere a dura prova i nervi della Benedetto sono le liste di raccomandati per i concorsi di cui lei è commissaria esaminatrice. Di due – quello per dirigente amministrativo dell’Asm e quello per 8 posti di assistente amministrativo riservato ai disabili presso la stessa Asl Materana – è presidente di commissione. Di un altro – un posto da dirigente amministrativo presso l’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico di Rionero – è commissario. A lei tocca il compito di “accontentare” le indicazioni che, secondo quanto ipotizzato dall’accusa dal Pm Salvatore Colella della Procura di Matera, avevano come referente principali il governatore Marcello Pittella e un suo uomo di fiducia nella sanità lucana, Pietro Quinto.

Figura chiave

Sciacallaggio di potere

“La politica non più al servizio del bene collettivo ma a soddisfacimento dei propri bisogni di sciacallaggio di potere e condizionamento sociale”, scrive il giudice delle Indaginipreliminari, Angela Rosa Nettis. Politica che, secondo la valutazione del Tribunale di Matera, condiziona pesantemente la gestione delle Asl lucane e in particolar modo le procedure selettive per assumere personale nella sanità, allo scopo di ampliare il consenso elettorale e perfino di scambiare favori con politici di pari schieramento che governano regioni limitrofe, come la Puglia e la Campania. Un vero sistema di favori.

La solita Italia

E a leggere le 425 pagine dell’ordinanza del Gip Nettis, con tutta la mole di intercettazioni ambientali, telefoniche, con tutti i riscontri cartacei, non c’è sorpresa: piuttosto la conferma di una sensazione diffusa, ormai consolidata. La solita Italia dei favori. Eppure si solleva anche un’amarezza, come definitiva, senza redenzione. La perdita della speranza. Fanno davvero così, che concorriamo a fare? Trucchi, trucchetti, voti ritoccati, tracce delle prove scritte date in anticipo ai candidati che devono vincere, domande coordinate con i designati, verbali distrutti nel tritacarte, liste e suggelli dei potenti che scalzano quelli senza raccomandazione, i peggiori che vincono, i migliori che escono sconfitti, e perfino dottorati di ricerca per i figli come merce di scambio con consulenze fornite ai professori. Il lato nero del Paese.

Nessun santo

“Questo candidato – dice impunemente il presidente di una commissione di concorso – non ci ha nessun santo, non ha alcuna speranza di essere assunto…sì, sì, poverino che gli fai…”. È una lotta, riflettono tra loro i commissari, mentre si scambiano la lista “verde”, che tra loro dicono essere quella dei nomi di Pittella (il governatore non viene mai intercettato e compare solo perché nominato da terze persone) o dei nomi di altri. Perché a chiamare Quinto, e poi a cascata presidenti e commissari di esame, sono un poco tutti. Senatori, perfino alte autorità di pubblica sicurezza, e il segretario del Vescovo di Matera.

Lo scrupolo di coscienza

Ogni tanto, poi, agli esaminatori che alzano e abbassano i voti strategicamente, che si coordinano tra loro per trovare una coerenza, che si preoccupano dell’eventuale accesso agli atti degli esclusi, che cercano equilibri, senza sapere che tutta questa danza è oggetto di intercettazione, viene anche qualche scrupolo di coscienza. “Non è sponsorizzato da nessuno, questo”, dice sempre Maria Benedetto, la presidente di commissione di due concorsi. “Eppure ha fatto un bel lavoro”, dice uno dei commissari. “Ma vedi in che condizioni mi trovo io – si sfoga di nuovo la presidente -…siccome tu non sei sponsorizzato da nessuno, però rompi le palle a me che sono sponsorizzato da quello…io sto male, io sto veramente male”.

Il compito quasi perfetto

La Benedetto, successivamente, commentando un “compito quasi perfetto”, che è stato valutato 25, si lascia andare a un altro sfogo indicativo: “ma io per fare questa cosa sto malissimo – confida a una sua collega -, ma come una sorella, mi devi credere, non ci dormo la notte, ma non pensando a cosa può succedere ma proprio al mio intimo, come responsabile morale. Mi ribolle il sangue, fare schifo, ti fa vergognare, io preferisco premiare un poveretto che almeno studia qualcosa e lo supera…mi sento io un verme”.

Vincitori e vinti

Intanto, però, il piccolo gruppo avanzava, spulciava nomi dalla lista di segnalati, metteva le mani nelle carte, mandava indietro chi non aveva nessuno, portava avanti quelli “su cui c’era una esigenza” e alla fine vinceva chi doveva vincere. Riuscivano così a essere premiati anche un candidato con esperienze politiche nel Pd pugliese, e una campana, Lucia Esposito, che vince il concorso per dirigente di un Istituto per Rionero, prendendo venti su venti agli orali, scalzando tutti, proprio quando è senatrice del Pd, dopo varie esperienze di campagna elettorale per le regionali campane, sostenuta anche dai fratelli Pittella. Incroci della vita.

Svelati per caso

A svelare questo intreccio, che si ha il sospetto di essere comune a tante vicende locali di politica e burocrazia pubblica, è stato un piccolo accidente investigativo. L’11 luglio del 2016 alla Guardia di Finanza di Matera si presenta Antonio Antezza, ex dipendente Croce verde materana, per denunciare irregolarità contributive nella gestione delle cooperative di Matera per il trasporto infermi e dializzati. La finanza si attiva e indaga su un presunto giro di irregolarità amministrative. Per farlo, mette sotto controllo anche i telefoni di alcuni dirigenti dell’Asl di Matera. L’ascolto regala non poche sorprese. Ben presto, il filone Croci viene messo da parte ed emerge la rete definita dal Gip – a colpi di raccomandazioni, clientele, favori, santi in paradiso, prove truccate, aiutini e penalizzazioni per i figli di nessuno – come quella del “condizionamento della sanità pubblica da parte degli interessi privatistici e di vile asservimento a logiche clientelari politiche”. Trenta le persone colpite da provvedimento cautelare: due in cella, venti ai domiciliari, otto con obbligo di dimora. Chissà che non si possano un giorno riaprire quei concorsi e, alla fine, far vincere i migliori e far perdere i peggiori. Come sarebbe normale in un paese normale. – [FONTE]

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