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Manovra da 30 miliardi e i 5 Stelle esultano: “Reddito di cittadinanza, Tria ha dovuto cedere”

By admin

September 09, 2018

09/09/2018 – La misura costa 10 miliardi. La Lega studia la flat tax progressiva. E incassa quota 100 sulle pensioni e la tassa unica per le partite Iva. Basteranno 30 miliardi? Continua a lievitare la manovra economica che a questo punto, secondo le indiscrezioni concesse dai partecipanti al vertice sulla legge di Stabilità, dovrebbe raggiungere o addirittura superare questa cifra. Numeri che, sommati ai 12,4 miliardi necessari per sterilizzare l’Iva, si gonfiano e raccontano di uno sviluppo politico interno al governo. Perché per la prima volta pare che il ministro dell’Economia Giovanni Tria abbia ceduto sul reddito di cittadinanza e concesso ai 5 Stelle di aprire il portafogli non per pochi miliardi ma per una decina. Meno rispetto ai 17 che servono secondo i calcoli del M5S, ma più di quelli finora ottenuti da Luigi Di Maio.

All’incontro con il guardiano dei conti, erano presenti il premier Giuseppe Conte, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, il ministro per gli Affari europei Paolo Savona e la viceministra all’Economia Laura Castelli, arrivata al posto di Di Maio, impegnato nella chiusura della delicata trattativa sull’Ilva di Taranto. Assente anche Matteo Salvini, ma per motivazioni ben diverse. Le stesse che lo hanno tenuto lontano dal Consiglio dei ministri che ha approvato il decreto anticorruzione, un testo che il leader leghista non condivide del tutto. Una distanza che si fa ancora più marcata su altri terreni economici: Salvini infatti non è favorevole al teglio netto delle pensioni d’oro sopra i 4 mila euro come vorrebbero i 5 Stelle, e preferirebbe alzare il minimo a 5 mila euro.

Nervosismo di Salvini A seguire i lavori in corso sulla manovra per conto della Lega è stato il solito Giorgetti che sul tavolo ha portato i desiderata del partito di Salvini, messi a punto dalla commissione dei parlamentari-economisti del Carroccio riuniti prima del vertice (il viceministro all’Economia Massimo Garavaglia, il sottosegretario Massimo Bitonci e il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri). Il leader è stato categorico: «Una volta che è stato stabilito l’ammontare complessivo della manovra e il rispetto dei parametri europei, ognuno prende le proprie decisioni politiche. E Tria non può entrarci».

La Lega però potrebbe doversi accontentare. Conte, in conferenza stampa, ha confermato che nella manovra «ci saranno tutte le riforme qualificanti del nostro programma e ci saranno le coperture». Il governo, ha aggiunto il premier, dovrà però mostrare «abilità» a trovarle. Per questa prima legge di Stabilità i leghisti puntano tutto sulle pensioni: il superamento della Fornero a partire dall’introduzione di Quota 100, somma tra età anagrafica e contributi versati. Il costo potrebbe essere contenuto grazie al limite minimo di età pari a 64 anni, per evitare si far sballare i conti dell’Inps. Secondo i leghisti peserebbe per 6-8 miliardi o qualcosina in più. Sulla flat tax, invece, il grosso della rivoluzione fiscale è rimandata. Il primo passo sarà una tassa piatta al 15 per cento per aziende e partite Iva che fatturano fino a un massimo di 100 mila euro. Per il resto, la riduzione delle aliquote fiscali sarà più graduale. Salvini spera di far scendere da cinque a tre gli scaglioni già nell’esercizio finanziario del 2019 per il 2020 (21 per cento dai 15 mila ai 28 mila euro; 38 per cento da 28 mila ai 75 mila; 43 per cento sopra i 43 mila). L’obiettivo è di arrivare a due aliquote, 21 e 33 per cento, entro la scadenza della legislatura. Fonti del M5S invece confermano la disponibilità di Tria sul reddito di cittadinanza. Nella cartelletta in mano alla viceministra Castelli si parlava di 16-17 miliardi di costo. Il ministro del Tesoro è pronto a dare l’ok su 10 miliardi. «E’ stato comunque più generoso del solito» il commento. In questo modo la misura potrebbe partire nel 2019. Non a gennaio, come promesso da Di Maio, ma a maggio, in modo da compensare la minore disponibilità economica nel tentativo di accontentare tutta la platea di ben oltre 5 milioni di persone. Due miliardi sarà il costo per rimodulare i centri per l’impiego (e qui potrebbero venire in aiuto i fondi europei). Altri due miliardi invece costerebbe la pensione di cittadinanza che porterà la minima da 500 a 780 euro. Di sicuro si partirà dai 3 miliardi del Reddito di inclusione introdotto dal governo di centrosinistra di cui verrà rafforzata la dotazione finanziaria. Sempre dal governo targato Pd viene Diego Piacentini, il commissario all’Agenda digitale, incaricato di ideare un format digitale per la misura. Il negoziato è stato duro ma i grillini si dicono soddisfatti. Non proprio lo stesso clima che si percepisce dalle parti della Lega. – FONTE CONTINUA A LEGGERE >> Dal momento che sei qui…. … abbiamo un piccolo favore da chiedere. Scegliere di mantenere gratuito l’accesso a un SITO di informazioni come Lonesto.it significa dover contare anche sulla pubblicità: questa è la ragione per cui vedi tanti annunci. Se vuoi contribuire a migliorare il nostro giornale, basta davvero poco. Quindi Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste 5€, potremmo permetterci di far crescere lonesto.it negli anni a venire senza pubblicità.

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