Cronaca

STATO MAFIA: LE ASSURDITA’ DI VITTORIO SGARBI

By admin

January 04, 2014

Vittorio Sgarbi è tornato ad occuparsi di argomenti che nulla hanno a che fare con l’arte, se non quella della mistificazione. “Quando la mafia si combatte solo a parole”, il titolo dell’ ultimo ‘saggio’, visibile sul sito del Giornale.

Parole che lasciano di stucco: “La persona minacciata (Nino Di Matteo, ndr) rilascia interviste, stuzzica lo Stato, pretende solidarietà e convocazioni. Se Napolitano tace è perché è il garante dell’innominabile patto Stato-mafia, anzi della trattativa – scrive Sgarbi – Non lo dice un facinoroso, ma il fratello di un magistrato ucciso dalla mafia, che non conosce limiti e pudori, e tanto meno senso dello Stato. È tollerabile che su un quotidiano nazionale Salvatore Borsellino dichiari: «Napolitano è garante di quella trattativa Stato-mafia sulla quale è oggi in corso un processo che si vuole fermare»? Naturalmente il processo è quello voluto da Di Matteo, che ha comunque ragione perché è stato minacciato. E Borsellino può continuare affermando: «Abbiamo un capo dello Stato che da più di 20 anni copre la congiura del silenzio sui patti scellerati tra Cosa Nostra e le istituzioni”.”Se Riina è reso inoffensivo dallo Stato che lo ha arrestato, perché dobbiamo ritenerlo pericoloso e potente anche in carcere? Perché dobbiamo alimentarne la leggenda? Riina non è, se non nelle intenzioni, nemico di Di Matteo. Nei fatti è suo complice. Ne garantisce il peso e la considerazione”.

Sgarbi ignora o fa finta di ignorare che il magistrato che “rilascia interviste” e che non avrebbe nulla da temere dall’ininfluente Riina, è sotto minaccia da oltre un anno, ben prima che trapelassero le notizie sulle intercettazioni ambientali nel carcere di Opera con Alberto Lorusso. Nell’autunno dello scorso anno ha ricevuto un dossier anonimo che lo avvertiva di essere spiato da “uomini delle istituzioni”. In primavera ancora un anonimo, l’ennesimo Corvo, che scrive della sua eliminazione (o di Massimo Ciancimino) voluta “dagli amici romani” di Matteo Messina Denaro, boss di Trapani latitante dal 1993. Esaltati? No, il Corvo conosceva gli spostamenti del magistrato e i punti deboli della protezione a cui veniva sottoposto.

Ignora o fa finta di ignorare il furto avvenuto in casa di Roberto Tartaglia, componente del pool che a Palermo indaga sulla trattativa: i soliti noti si sono introdotti nell’abitazione del magistrato rubando una chiavetta Usb contentente documenti non ancora depositati. Ignora o fa finta di ignorare le rivelazioni di un confidente delle forze dell’ordine, che questa estate aveva parlato del tritolo giunto a Palermo per Di Matteo, in una riedizione dell’estate di sangue del 1992, quando anche Paolo Borsellino venne avvisato che in città era arrivato l’esplosivo per lui e la sua scorta. Chissà se Sgarbi ricorda com’è andata a finire. Ignora o fa finta di ignorare le minacce al pm di Caltanissetta Nico Gozzo, che indaga sul depistaggio della strage di via d’Amelio Come dimenticare infine la sua permanenza a Salemi (Trapani) in qualità di sindaco? Conclusasi a febbraio 2012 con le dimissioni. Il Comune verrà sciolto un mese più tardi per infiltrazioni mafiose. Anche in questo caso Sgarbi non si era accorto di nulla. FONTE