Ambiente e salute

Rapina in villa a Lanciano, preso ​il quarto uomo: è un romeno

By admin

September 27, 2018

27/09/2018 – Anche il quarto componente della banda ritenuta responsabile del brutale assalto in villa ai coniugi Martelli, domenica scorsa all’alba a Lanciano, è stato preso. Romeno come i tre fermati ieri mentre tentavano di allontanarsi da Lanciano, il giovane è stato individuato dagli uomini dello Sco e della squadra mobile vicino allo stadio di Casal di Principe (Caserta); poco prima aveva tentato di vendere uno degli orologi rubati domenica.

Alexandru Bogdan Colteanu è il bastardo romeno di 23 anni che ha tagliato l’orecchio alla donna, durante la brutale rapina di Lanciano. E’ lui il quarto uomo di Lanciano. Nel video durante l’ultimo arresto:

Arrivato in Italia appena il governo Prodi non mise limiti all’ingresso dei romeni in Italia, già da ragazzino si fece conoscere in questura a Frosinone, la città dove ha vissuto.

Il salto di qualità criminale è arrivato 5 anni fa. Quando, ancora minorenne è stato condannato per due rapine, insieme al fratello.

Sempre lo stesso copione, violenza cieca e gratuita. Ma nonostante questo era libero. Perché non lo misero in galera, ma in una casa famiglia in Umbria: da dove, ovviamente, fuggì.

Dopo i colpi grossi, i dementi che chiamiamo magistrati avevano provato a redimerlo con l’affidamento ai servizi sociali. Ma poi quella misura era stata revocata. L’ordine di carcerazione per finire di scontare la pena di un anno e quattro mesi risale al 2017. Troppo tardi. Lui era già fuggito.

Così a Lanciano ha massacrato di botte il medico Carlo Martelli, 69 anni e strappato l’orecchio destro alla moglie Niva Bazzan.

Alexandru Bogdan Colteanu, come molti figli di immigrati, ha iniziato la sua brutale carriera criminale, proprio dove la famiglia si era trasferita: in una villetta di Frosinone, la casa di Mario Marini, la notte tra il 10 e l’11 giugno 2013. L’uomo, padre dell’ex sindaco del Pd Michele, all’epoca aveva 86 anni e viveva solo. Sorpreso nel sonno da 4 immigrati incappucciati, minacciato con una pistola spianata a pochi centimetri dal volto, picchiato selvaggiamente. Legato a una sedia e lasciato agonizzante, sul volto un asciugamano per impedirgli di urlare.

«Ha avuto anche un infarto – racconta il figlio –. L’ha trovato mia sorella dopo 20 ore. Questo è sadismo. Non sapevo fosse la stessa persona di Lanciano. Non sapevo nemmeno fosse stato condannato. Uno s’aspetta che chi commette un delitto del genere paghi. E poi venga ricondotto nel suo paese, non può restare in Italia. Salvini dice che bisogna buttare via la chiave? Da figlio sono d’accordo». Il 7 luglio un’altra rapina, sempre a Frosinone. Una coppia massacrata di botte: a sprangate.

Il vice questore Carlo Bianchi catturò i banditi: «A vederli, sono ragazzini. Se c’è un minimo di reazione, fisicamente non sono in grado di reggere. Organizzano le rapine come dovessero mettere insieme una squadra per una partita di calcetto. Un giro di telefonate. Tu ci stai, no? Allora chiamo quell’altro. La cosa disarmante è che noi passiamo la vita a correre dietro sempre alle stesse persone». Mario Marini sentendoli parlare identificò i due fratelli che gli avevano fatto lavori in giardino. «Ti conosco, perché mi stai facendo questo?», chiese disperato a chi lo colpiva. «Forse davvero speravano morisse», commenta un investigatore.

O noi, o loro. E’ tempo che Salvini metta mano al problema dei romeni. E’ intollerabile che entrino ed escano dall’Italia come se fossero italiani, solo perché c’è la fottuta Ue senza confini: la Romania si prende le nostre imprese e ci scarica la sua feccia. Deve finire.

La banda era finita nel mirino dei Carabinieri in seguito a sei furti con spaccata compiuti ai danni di bar, tabaccherie e benzinai nei dintorni di Lanciano, nelle ultime tre settimane, ed era monitorata attraverso l’uso del gps che però ha avuto un guasto tecnico il giorno precedente la rapina, per tornare in funzione poco dopo. È uno degli elementi emersi nella conferenza stampa tenuta in Procura a Lanciano, all’indomani del fermo dei tre giovani indiziati dei reati di rapina, sequestro di persona, lesioni gravissime, porto d’arma.

È stata l’occasione per fare il punto sulle indagini intorno a quanto accaduto a Carlo Martelli e alla moglie Niva Bazzan, sorpresi nel sonno dai rapinatori in cerca di una cassaforte e finiti in ospedale lui per le percosse, lei per la mutilazione a un orecchio. Tra le precisazioni degli investigatori, il fatto che nessuna donna sia coinvolta nell’inchiesta. Intanto la Procura di Lanciano sta valutando di riunire in un unico fascicolo tutte le sei rapine cruente in villa perpetrate nell’ultimo anno a Lanciano e dintorni.

Gli investigatori dovranno iniziare la verifica comparativa dei singoli fascicoli una volta concluse le analisi del Dna relative alla rapina ai coniugi Martelli, per verificare se questi o altri elementi possano configurare gli stessi autori. Analoghe modalità sono riscontrabili in una rapina compiuta a Guardiagrele (Chieti), con le indagini coordinate dalla Procura di Chieti. «Il decreto di fermo, per gravi indizi di colpevolezza, si è reso necessario perché si stavano dando alla fuga. Avevano abbandonato l’abitazione e si stavano allontanando con tutti gli effetti personali – ha spiegato il procuratore capo di Lanciano, Mirvana Di Serio – Preme sottolineare un lavoro svolto in soli quattro giorni, grazie alla collaborazione assidua tra Polizia e Carabinieri».

Per il colonnello Florimondo Forleo, comandante provinciale dei carabinieri di Chieti, «l’indagine è risultato del controllo del territorio, partendo dall’iniziale attività su furti, spaccate e rapine da parte di questo gruppo». Per il direttore dello Sco di Roma, Alessandro Giuliano, «il fenomeno criminale è stato affrontato con approccio multidisciplinare, ma anche sotto il profilo della prevenzione e partecipazione alla sicurezza. Il cittadino non deve girarsi dall’altra parte, né difendersi da solo, ma collaborare con le forze dell’ordine». «Abbiamo dato un’accelerazione all’indagine prima che abbandonassero l’Italia e facessero altri danni – ha aggiunto la dirigente della Squadra Mobile di Chieti, Miriam D’Anastasio, che si è subito rapportata con l’indagine dei carabinieri sui furti precedenti – Sulla rapina feroce abbiamo interessato lo Sco che ha messo a disposizione il ‘moving team’, con esperti specializzati in analisi di dati, repertazione e rilievi».

E proprio la tecnologia è stata fondamentale per individuare il quarto uomo. Una delle telecamere di sicurezza di Lanciano ha infatti ripreso parte del viso e mento dell’uomo: quelle immagini sono state inserite nel Sari (Sistema automatico riconoscimento immagini) che ha fornito un riscontro e confermato l’identità del romeno. Il sistema, inoltre, ha permesso di ricollegare la sua vera identità – riportata sul cartellino foto segnaletico presente in banca dati – ad un documento falso con cui il bandito andava in giro. Questa mattina esponenti della Chiesa Ortodossa Romena di Lanciano avevano fatto visita in ospedale a Niva Bazzan per manifestarle scuse dell’intera comunità, sottolineando che non tutti i romeni sono violenti e dediti a delinquere. Appena appresa la notizia della cattura del quarto componente della banda il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha commentato su Twitter: «Preso anche il quarto rapinatore straniero infame, pare il tagliatore di orecchie, bene!». ​​- FONTE CONTINUA A LEGGERE >> Dal momento che sei qui…. … abbiamo un piccolo favore da chiedere. Scegliere di mantenere gratuito l’accesso a un SITO di informazioni come Lonesto.it significa dover contare anche sulla pubblicità: questa è la ragione per cui vedi tanti annunci. Se vuoi contribuire a migliorare il nostro giornale, basta davvero poco. Quindi Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste 5€, potremmo permetterci di far crescere lonesto.it negli anni a venire senza pubblicità.

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