Cronaca

SEMPRE PIU’ TARTASSATI, STATO LADRO: RUBA IL 63% DI TASSE ALLE PICCOLE IMPRESE

By admin

January 05, 2014

Per le microimprese, fino a 10 addetti, si è appena concluso un anno caratterizzato dall’ennesimo aumento delle tasse con un aggravio che rispetto al 2012 è andato dai 270 ai 1.000 euro. Lo scrive la Cgia di Mestre in un’analisi in cui segnala come questi importi si sono aggiunti a un carico fiscale complessivo che per le attività di questa dimensione si attesta attorno a una media tra il 53 e il 63%, “livello che in passato non era mai stato raggiunto”.

Se poi pensiamo a come utilizza questi soldi: campi nomadi, Mare Nostrum, deputati abusivi e via rubando… Cgia: aggravio fiscale per 95% imprese – Centro Studi di Confindustria: ”in Italia record per numero pagamenti ” Si tratta peraltro di un settore vitale del nostro tessuto produttivo visto che – come ricorda la Cgia – le aziende con meno di 10 addetti, con esclusione dei lavoratori del pubblico impiego, danno lavoro al 47,2% degli addetti e producono il 31,4% del Pil e il 7% dell’export nazionale. Tra il 2001 e il 2011 hanno creato il 56,7% dei nuovi posti di lavoro.

A questi dati fanno eco quelli del Centro Studi di Confindustria. In una nota Viale dell’Astronomia sottolinea che il numero dei pagamenti che un’impresa-tipo in Italia deve effettuare in un anno per assolvere agli obblighi fiscali e contributivi è pari a 15, il più elevato tra i principali Paesi avanzati. Il Centro Studi ricorda inoltre che “per preparare i documenti necessari ed eseguire materialmente i pagamenti delle imposte sul reddito d’impresa, dei contributi sociali e dell’IVA occorrono 269 ore l’anno”, più del doppio del tempo richiesto nel Regno Unito (110), in Francia (132) e inferiore solo a quello necessario in Giappone (330) e Portogallo (275).

“In Italia – aggiunge il Csc – non sono soltanto l’evasione e l’alta tassazione a frenare la competitività” ma “queste si associano a un’accentuata incertezza normativa che rende difficile assolvere gli obblighi fiscali e contributivi”. La complessità normativa, ricorda ancora Confindustria, è riconducibile all’eccessivo numero di regole che spesso sono confuse e contraddittorie. “Inoltre, le norme vengono cambiate frequentemente e spesso applicate retroattivamente” e ciò, si evidenzia, “rende particolarmente onerosi gli adempimenti. fonte