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LA CATENA DI MONTAGGIO DEGLI STUPRI: La denuncia di un rabbino: “Sesso coi bimbi nelle vasche sacre”

By admin

January 07, 2014

Il rabbino Nuchem Rosenberg, la pecora nera della potente setta chassidica dei Satmar, che è stato recentemente vittima di un attacco con l’acido a Williamsburg, Brooklyn. Foto di Christian Storm.

Il rabbino Nuchem Rosenberg, un uomo di 63 anni con una barba lunga e grigia, mi ha incontrato per spiegarmi in cosa consiste la “catena di montaggio degli stupri su minori” rintracciabile in alcune sette di ebrei fondamentalisti. Si è schiarito la voce. “Farò un esempio molto vivido,” ha detto.

Membro del Satmar Hasidim, l’ala fondamentalista dell’ebraismo ortodosso di Brooklyn, Nuchem progetta e ripara mikveh in osservanza della Torah. Nella religione ebraica, le mikveh sono vasche usate per l’abluzione purificatrice. Gli ebrei praticanti devono immergersi nella mikveh in varie occasioni: le donne devono andarci dopo ogni mestruazione, e gli uomini ci si revono recare prima delle festività sacre come il Rosh Hashanah o lo Yom Kippur. Molti devoti si purificano anche prima e dopo gli atti sessuali, e prima dello Shabbat.

Durante una visita a Gerusalemme nel 2005, il rabbino Rosemnberg è entrato in un mikveh situato in uno dei quartieri più sacri della città, Mea She’arim. “Ho aperto una porta e sono entrato in uno schvitz,” mi ha raccontato. “C’era vapore ovunque, non si vedeva quasi niente. Quando la mia vista si è abituata all’ambiente, ho notato un uomo della mia età, in apparenza un religioso, con una lunga barba bianca, che sedeva nel vapore. Sulle sue gambe c’era un bambino di forse sette anni che gli dava le spalle. L’anziano stava praticando del sesso anale al bambino.”

Il rabbino Rosenberg ha fatto una pausa come per riprendersi, poi è andato avanti: “il bambino veniva trafitto da quest’uomo come fosse un animale, come un maiale, e non diceva niente. Ma sulla sua faccia c’era l’espressione della paura. L’anziano invece mi guardò senza nessun timore, come se fosse una pratica normale. Non si fermò. Ero infuriato, e cercai di protestare. L’uomo estrasse il suo pene, e io allontanai il ragazzino. Dissi all’anziano, ‘è un peccato di Dio, un mishkovzucher. Cosa stai facendo all’anima di questo bambino? Lo stai distruggendo!’ Aveva vicino una spugna con un manico per pulirsi la schiena, e la usò per colpirmi in faccia. ‘Come osi interrompermi!’ mi disse. Avevo a lungo sentito parlare di queste cose, ma quel giorno me le ritrovai davanti per davvero.”

Negli ultimi anni, gli abusi sessuali sui bambini all’interno dell’ebraismo ultraortodosso, così come per la chiesa cattolica, sono finiti sulle prime pagine di tutti i giornali. A New York, e nelle principali comunità ortodosse in Israele e a Londra, molte sono state le accuse di molestie sessuali e stupri a danni di minori. I presunti abusatori sono maestri di scuola, rabbini, padri, zii—tutte figure di autorità maschile. Le vittime, come nel caso dei preti cattolici, sono principalmente i bambini maschi. Rosenberg crede che circa la metà dei giovani della comunità chassidica di Brooklyn—la più ampia negli Stati Uniti e una delle più numerose al mondo—siano stati vittime di assalti sessuali perpetrati dai membri più anziani. Ben Hirsch, direttore di Survivors for Justice, un’organizzazione di Brooklyn che rappresenta le vittime di abusi sessuali all’interno del mondo ortodosso, pensa che in realtà il numero sia molto più alto. “Lo dico per esperienza personale, credo si tratti di più del 50 percento. È diventato quasi un rito di passaggio.”

Gli ebrei ultraortodossi che provano a ribellarsi agli abusi vengono ostracizzati e condannati all’esilio dalla loro comunità. La dott.ssa Amy Neustein, un’ebrea ortodossa non fondamentalista, sociologa e redattrice di Tempest in the Temple: Jewish Communities and Child Sex Scandals, mi ha raccontato di una serie di mamme chassidiche che aveva incontrato a Brooklyn, le quali si lamentavano del fatto che i bambini venissero depredati dai mariti.

In questi casi, gli uomini in questione “coinvolgevano molto velocemente i rabbini e i politici ortodossi, insieme a potenti rabbini che donano cifre enormi ai partiti.” Lo scopo, mi ha detto, era quello di “escludere le madri dalle vite dei bambini.” I tribunali rabbinici escludono le madri, e gli effetti sono permanenti. Una donna amica della dott.ssa Neustein, studentessa di musica in un college fuori New York, ha perso i contatti con tutti e sei i suoi figli, incluso un neonato che al tempo della separazione stava ancora allattando. Continua su FONTE