Ambiente e salute

TAP, Di Maio: le penali costano più del reddito di cittadinanza e abolizione legge Fornero [VIDEO]

By admin

October 27, 2018

27/10/2018 – “Abbiamo fatto un’istruttoria per due mesi. Ci sono fino a 20 miliardi di euro da pagare, più del reddito di cittadinanza e quota 100 messi insieme”, così Luigi Di Maio ha parlato del mancato blocco dei lavori per la Tap. “Quelli di prima avevano blindato l’opera”, ha concluso il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico parlando del gasdotto pugliese a Termini Imerese, in provincia di Palermo.

“Tap si deve fare, bloccare l’opera comporterebbe costi insostenibili”. Lo ha detto anche il premier Giuseppe Conte dopo aver ricevuto il dossier dal ministro dell’Ambiente che considerava l’opera legittima. Cade così un’altra promessa elettorale dei Cinque Stelle che prima delle elezioni avevano assicurato al Salento che avrebbero bloccato il gasdotto che porterà in Italia il gas dall’Azerbaigian. Alessandro Di Battista si spinse oltre promettendo: “Lo facciamo in due settimane”.

Invece è arrivato il comunicato di Conte: “Ad oggi non è più possibile intervenire sulla realizzazione di questo progetto che è stato pianificato dai governi precedenti con vincoli contrattuali già in essere” è la resa del premier. “Gli accordi chiusi in passato ci conducono a una strada senza via di uscita. Non abbiamo riscontrato elementi di illegittimità. Interrompere la realizzazione dell’opera comporterebbe costi insostenibili, pari a decine di miliardi di euro. In ballo ci sono numeri che si avvicinano a quelli di una manovra economica”, conclude Conte sancendo così il via libera al gasdotto. ·IL DOSSIER DEL MINISTRO COSTA Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, aveva inviato al premier Conte la valutazione sul Tap, considerando l’opera legittima sul piano formale. Il ministro ha tenuto comunque a sottolineare che tale giudizio esula dal suo “pensiero personale” e dal “convincimento politico, se l’opera sia giusta o no”. Subito dopo si sono scatenate le reazioni dei comitati e dei partiti che contestano l’opera.

·I NO TAP: “CINQUE STELLE DIMETTETEVI” Il Movimento No Tap ha chiesto subito “le dimissioni di tutti i politici che in campagna elettorale hanno fatto promesse sulla possibilità di bloccare il gasdotto Tap”: la nota stringata arriva dopo il dossier presentato da Costa. La richiesta di dimissioni riguarda gli esponenti del Movimento Cinque Stelle, che proprio sul tema Tap hanno giocato le campagne elettorali degli ultimi anni in Salento. “La battaglia continua su tanti tavoli – hanno scritto gli attivisti – dal territorio all’Europa”. Già per domenica è in programma una prima manifestazione di protesta, sotto la sede della delegazione della Capitaneria di porto a San Foca, la marina di Melendugno in cui approderà il gasdotto. I lavori di costruzione dell’opera potrebbero ripartire con alcuni interventi in mare, autorizzati proprio dalla Capitaneria. – FONTE CONTINUA A LEGGERE >>

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