Ambiente e salute

Ecco i nomi dei cinque grillini che non vogliono l’Italia sicura: saranno cacciati

By admin

November 07, 2018

07/11/2018 – Il dl Sicurezza-Immigrazione è passato al Senato con 163 voti favorevoli. Il decreto fortemente voluto da Matteo Salvini passa con il voto di fiducia. Fiduca votata da Lega e M5S. Ma nel grande calderone grillino spuntano fuori i dissidenti.

Fino al voto di oggi i grillini dissidenti erano quattro: Gregorio De Falco, Elena Fattori, Paola Nugnes e Matteo Mantero. Ma oggi in Aula se ne sono aggiunti altri tre per svariati motivi. Vittoria Bogo Deledda e Michele Giarrusso (erano in congedo dunque assenti giustificati) e Virginia La Mura (dai tabulati è risultata assente, ma aveva firmato alcuni emendamenti assieme a De Falco).

Ecco chi sono i grillini dissidenti I quattro dissidenti del Movimento cinque stelle (Gregorio De Falco, Elena Fattori, Paola Nugnes e Matteo Mantero) non hanno partecipato al voto perché ritengono dannoso questo decreto Sicurezza-Immigrazione. Il comandante De Falco ha motivato il suo allontanamento al momento del voto con queste parole: “Rendere questo decreto aderente al dettato costituzionale era un preciso dovere di questo Parlamento come ci ha ricordato la più alta carica dello Stato. In ogni caso confermo la mia fiducia a questo governo…”. Paola Nugnes, invece, è entrata nel merito del decreto, smontandolo pezzo dopo pezzo: “Tutti questi immigrati irregolari non spariranno certo per decreto”. Elena Fattori, infine, ha aggiunto: “Questo decreto è contro tutto quello che c’è nel programma dei Cinque Stelle”.

E di loro si sapeva già. Ora, però, stupisce la decisione di Virginia La Mura. La Mura, tra l’altro, aveva firmato gli emendamenti e oggi non ha votato. “Anche io sono uscita dall’aula al momento del voto perché ho fiducia nell’azione di questo governo, ma non potevo dare il mio voto al decreto Sicurezza – scrive su Facebook La Mura -.

Se mi si vuole costringere a votare un decreto attraverso la fiducia non posso fare altro che uscire dall’aula. Questo decreto non mi appartiene e ritengo vada anche contro i principi del Movimento 5 Stelle stesso”. Tipico del MoVimento che si è fatto conoscere per il grido “onestà, onestà…”.

Sono usciti dall’aula di Palazzo Madama per non votare la fiducia al governo sul decreto Salvini e rischiano di essere cacciati dai Cinque stelle.

“In qualita’ di capogruppo ho segnalato ai probiviri il comportamento tenuto in Aula dai senatori Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori, Matteo Mantero e Virginia La Mura, che hanno avviato un’istruttoria nei loro confronti”.

Lo afferma il capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Senato, Stefano Patuanelli. “Si tratta di un comportamento particolarmente grave visto che – aggiunge Patuanelli – si trattava di un voto di fiducia al Governo”. [Il Giornale.it]

Da banchi della maggioranza esulta il leader della Lega, Matteo Salvini che parla di una giornata storica. “Voglio in galera corrotti e corruttori, è una riforma intelligente. E lo vogliamo io, Di Maio e Bonafede”. E, nonostante la tensione con gli alleati di governo, il vicepremier assicura che l’alleanza mantiene. “Non ci sarà problema a risolvere tutte le questioni su giustizia, Manovra, legge di bilancio e autonomia. Si rassegnino gli sciacalli. Non abbiamo date di scadenza, non siamo al mercato e con Di Maio troveremo un accordo sicuramente”. Alla maggioranza sono mancati i voti dei “dissidenti” M5s Paola Nugnes, Elena Fattori, Gregorio De Falco e Matteo Mantero, che hanno abbandonato l’Aula. Il Movimento ha avviato un’istruttoria nei loro confronti. “Si tratta di un comportamento particolarmente grave visto che si trattava di un voto di fiducia al governo”, ha dichiarato il capogruppo dei 5 Stelle al Senato, Stefano Patuanelli. Non si esclude che i cinque possano essere espulsi dal Movimento. Forza Italia non ha partecipato al voto, mentre il Pd ha votato contro e inscenato la protesta in sala stampa. Il Dl ‘Salvini’: cosa prevede. Trentanove articoli, suddivisi in quattro capitoli, con misure che vanno dall’abrogazione dell’istituto del permesso di soggiorno per motivi umanitari, al restringimento dell’azione degli Spar, dai trattenimenti più lunghi nei Cpr, Centri di permanenza per i rimpatri, a norme più severe per la concessione della cittadinanza. Fino all’estensione del taser (la pistola ad impulsi elettrici) e dei Daspo nelle città. Previste anche norme sulla lotta alle mafie.

All’articolo 1 si stabilisce l’abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari così come era previsto dal Testo unico in materia di immigrazione del 1998. La corrispettiva tutela vale invece per permessi di soggiorno “speciali”: condizioni di salute di eccezionale gravità e situazioni contingenti di calamità naturale nel Paese di origine che impediscono temporaneamente il rientro dello straniero in condizioni di sicurezza.

Il provvedimento stabilisce anche disposizioni sui permessi “speciali”, quanto a giudice competente e procedimento di trattazione delle impugnazioni. Saranno costruiti anche nuovi Cpr che si aggiungeranno ai sei già operanti sul territorio nazionale. Con l’articolo tre si introducono due nuove ipotesi di trattenimento motivate dalla necessità di determinare o verificare l’identità o la cittadinanza dello straniero richiedente protezione internazionale. Per quanto riguarda le disposizioni in materia di rimpatri la norma stabilisce l’avvio di un programma di rimpatrio volontario assistito.

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