Ambiente e salute

Suicidi, solo negli ultimi sei anni morti più di mille cittadini a causa della crisi

By admin

November 13, 2018

13/11/2018 – La denuncia arriva dall’associazione Angeli della Finanza: “Si tratta di un argomento tabù di cui nessuno parla”. I numeri li conferma anche l’Osservatorio suicidi per motivazioni economiche della Link Campus University Dal 2012 se ne sono contati quasi mille. Numeri che, però, l’Istat non avrebbe mai rilevato. Sono, letteralmente, dei fantasmi e sono tutte vittime della crisi.

Perché, in cinque anni, dal 2012 al 2017 sono state 937 le persone che si sono tolte la vita a causa della mancanza di lavoro e per problemi economici. Solo nel primi sei mesi del 2018, se ne sono andati in 350. E a riportarlo, su La Verità, sono i dati forniti da Domenico Panetta, presidente dell’associazione Angeli della finanza, organizzazione nata per dare sostegno a cittadini e imprese in difficoltà. Che ha spiegato: “Chi dice che la crisi si è ormai conclusa sbaglia e sbaglia di grosso. C’è ancora gente che si suicida per problemi economici, perché non riesce a trovare un lavoro, perché è vittima di banche, fisco e usurai”. A confermare i numeri forniti da Panetta, anche se con qualche lieve differenza, l’Osservatorio suicidi per motivazioni economiche della Link Campus University, diretto dal sociologo Nicola Ferrigni, specializzato nello studio delle fasce più marginali della popolazione.

Chi sono gli “Angeli della finanza” Dell’associazione fanno parte numerosi commercialisti, avvocati, psicologi, esperti di economia e finanza che, a titolo gratuito, assistono chi ne fa richiesta. Agli assistiti vengono illustrati tutti i possibili percorsi per migliorare la loro condizione, prevenendo soluzioni estreme. Gli Angeli della finanza, nati a Città di Castello, hanno aperto sedi, oltre che in Umbria, anche nel Lazio e in Campania e si propongono di estendere la loro attività in tutta Italia. “Anche perché”, ha sottolineato Panetta, “ci chiamano dappertutto e ovunque vi sono professionisti disponibili a non lasciare soli coloro che hanno bisogno anche solo di un sostegno morale”.

I numeri Secondo lo staff dell’associazione, il numero dei suicidi non avrebbe subito flessioni in questi anni ma, anzi, sarebbe in crescita. Il fenomeno, infatti, avrebbe interessato, nel periodo 2012-2017, il 41% degli imprenditori (piccole aziende e artigiani), il 40,2% dei disoccupati, l’11,6% di operai e impiegati, il 2,8% dei pensionati e il 3,1% corrisponderebbe a categorie non identificate. I più esposti? La fascia d’età tra i 45 e i 54 anni, nella percentuale del 34,7%. Anche se a preoccupare sono anche i più giovani: il 20% del totale delle morti volontarie conta persone di età compresa tra i 35 e i 44 anni. Da aggiungere a questi dati anche il numero dei tentati suicidi che, secondo l’associazione, sarebbero stati 661 nel periodo preso in considerazione. Panetta e Ferrigni chiariscono che i dati sono il risultato di ricerche di volontari (poi verificate), che sono state condotte da studenti ed esperti di ricerche sociali ed effettuate attraverso media, tv, radio, social network e altre fonti.

La mappa e l’identikit di chi si toglie la vita Il mese con il più alto numero di vittime sarebbe stato gennaio, con 89 casi. L’identikit della vittima corrisponde, prevalentemente, a quella di piccoli commercianti, disoccupati e pensionati. Il 30,8% di casi è stato rilevato nel Nordest dove, in Veneto, nelle province di Padova, Venezia e Treviso, si è registrato il maggior numero di lutti. A seguire il Nordovest, dove in Piemonte si è rilevato il numero più alto, il Centro, con il Lazio particolarmente colpito, il Mezzogiorno, con punte più alte in Campania e in Sicilia.

Perché l’Istat non ne parla Secondo i due studiosi, visto che Istat, da anni, non prende in considerazione rilevazioni specifiche nel campo delle motivazioni economiche, il numero di queste morti potrebbe essere anche superiori. “Nessuna tv, nessuna radio, nessun quotidiano dedica spazio a questo fenomeno”, racconta Panetta, “È quasi sempre un argomento tabù. Anche per questa ragione reperire i dati è sempre una difficile impresa”. E alla domanda del perché l’Istat non conduca ricerche relative a questa tematica, il professor Ferrigni ha provato a darsi una risposta: “Quando ho posto questo quesito all’istituto mi hanno risposto che si trattava di motivi tecnici. Penso che, in realtà, non si voglia disturbare il manovratore. Nel nostro caso, lo Stato, il governo. Il suicida per ragioni economiche crea sempre imbarazzo, nelle strutture pubbliche, oltre che nei parenti, negli amici, nella Chiesa, nelle altre confessioni religiose, nel mondo della politica, delle imprese, del sindacato”. E non mancherebbero solo i numeri dell’Istat, ma anche quelli del Censis. Case all’asta e mutui Tra le motivazioni legate alla scelta di togliersi la vita, l’impossibilità di pagare i mutui. Panetta, esperto del mercato immobliare, ha osservato che molti suicidi sono una conseguenza degli immobili messi all’asta perché i cittadini, a causa di crisi e difficoltà economiche, non sempre sono riusciti a pagare i loro debiti. Secondo il presidente dell’associazione, il numero delle aste sarebbe impressionante, con 234.000 case messe all’asta. La regione più colpita è stata la Lombardia, con circa 44.000 appartamenti e negozi venduti.

Un lavoro congiunto per risolvere il problema “Non è sufficiente analizzare il fenomeno dei suicidi”, spiega Ferrigni della Link University, “vogliamo ora raccogliere attorno allo stesso tavolo tutte quelle organizzazioni di categoria, enti e associazioni che, in questi anni, con sportelli di ascolto, numeri verdi e altre iniziative, hanno sostenuto imprenditori, disoccupati, precari e pensionati in difficoltà, garantendo aiuti psicologici anche alle loro famiglie”. L’obiettivo, secondo il docente universitario, è quello di creare “una rete propedeutica all’avvio di una task force finalizzata a individuare insieme azioni, idee, proposte funzionali, da una parte, alla progettazione e promozione di politiche e interventi legislativi volti alla prevenzioni e al contrasto dei suicidi, dall’altra, alla ideazione di percorsi di reinserimento dei cittadini più esposti, anche attraverso una partership con i centri per l’impiego e le agenzie interinali”. – FONTE CONTINUA A LEGGERE >> Dal momento che sei qui…. … abbiamo un piccolo favore da chiedere. Scegliere di mantenere gratuito l’accesso a un SITO di informazioni come Lonesto.it significa dover contare anche sulla pubblicità: questa è la ragione per cui vedi tanti annunci. Se vuoi contribuire a migliorare il nostro giornale, basta davvero poco. Quindi Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste 5€, potremmo permetterci di far crescere lonesto.it negli anni a venire senza pubblicità.

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