Ambiente e salute

Assenti dal Comune per giocare alle slot: 20 indagati nel Palermitano

By admin

November 13, 2018

13/11/2018 – Venti dipendenti comunali indagati per assenteismo in un Comune di 1.037 abitanti. Ovvero a Cefalà Diana ogni 50 residenti c’è un dipendente accusato di assenteismo e che lavora mediamente due ore in meno al giorno per accudire pecore, accompagnare la moglie al centro commerciale, giocare alle slot machine nel bar del paese, fare la spesa. Il recordman di assenteismo è Onofrio Trentacoste che in un mese di controlli, dal 20 settembre al 18 ottobre dello scorso anno, per 22 volte non ha rispettato l’orario di lavoro. Il che equivale, considerando domeniche e giorno di riposo, a tutti i giorni lavorativi. L’indagine condotta dai carabinieri della stazione di Villafrati ha accertato che delle sei ore di lavoro previste al massimo ne ha lavorate quattro, quasi sempre uscendo prima dell’ora prevista. Gli inquirenti hanno stimato che nel mese preso in esame il danno erariale supera i cinquemila euro.

Trentacoste è uno dei cinque dipendenti pubblici colpiti dall’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip su richiesta della procura di Termini Imerese sull’assenteismo nel comune del palermitano. Con Trentacoste sono stati sottoposti ad obbligo di firma Pietro Barbaria, 52 anni; Riccardo Alongi, 51 anni; Antonino Nuccio, 48 anni; Giovanni Nuccio, 54 anni. Oltre ai cinque destinatari di misura cautelare nel fascicolo sui furbetti del cartellino ci sono altri 15 indagati a piede libero che avrebbero posizioni più leggere. Per tutti l’ipotesi di reato è truffa. I venti indagati appartengono all’area Tecnica, all’Economato e al settore Affari Generali del comune di Cefalà Diana e al Coinres, il consorzio intercomunale rifiuti, energia, servizi che gestisce la raccolta dei rifiuti nello stesso comune. Secondo l’accusa gli indagati si assentavano durante l’orario di servizio preoccupandosi però di far risultare l’orario completo. C’era chi arrivava in ufficio la mattina, passava il badge e poco dopo usciva per una o due ore prima di rientrare in ufficio e concludere la giornata ripassando all’orario corretto la tessera magnetica. Oppure, nel caso degli operai del Coinres che non erano forniti di badge c’era chi modificava l’orario di timbratura del cartellino, riuscendo ad uscire prima delle ore 14. Ai carabinieri della stazione di Villafrati è bastato un mese di controlli con telecamere nascoste, pedinamenti e una montagna di fotografie che ritraggono gli indagati al pascolo, a fare shopping o davanti a un videopoker per chiudere l’indagine. – FONTE CONTINUA A LEGGERE >>

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