Ambiente e salute

Telecamere negli asili nido e nelle case di cura: la Camera approva

By admin

November 17, 2018

17/11/2018 – La Camera ha approvato l’utilizzo delle telecamere all’interno degli asili delle case di cura. La destra è felicissima, mentre la sinistra e il gruppo misto sono contro questa legge: la ritengono costosissima ed in realizzabile. Con 404 voti a favore e 110 contrari, la Camera ha accolto la proposta di legge di Forza Italia sull’installazione delle telecamere negli asili nido e nelle case di riposo.

La videosorveglianza a favore di bambini e anziani è un tema tutt’altro che nuovo: già nel 2016 la Camera aveva approvato una proposta simile che poi si era arenata in Senato.

In seguito ai numerosi casi di maltrattamenti nelle scuole dell’infanzia e nelle case di riposo, il nuovo Governo ha proposto l’installazione di telecamere a circuito chiuso negli asili e nelle strutture socio assistenziali per anziani, sia pubblici che privati, per contrastare gli abusi e proteggere le persone più indifese della società: bambini ad anziani.

Mentre si aspetta la votazione in Senato, il dibattito sulla legittimità della videosorveglianza negli asili e nelle case di riposo è ancora vivo: da una parte c’è la necessità di tutelare bambini e anziani dagli abusi, dall’altra quella di proteggere la Privacy delle maestre e degli operatori.

Sì alle telecamere per la Camera dei deputati La legge sulla videosorveglianza negli asili nido e nelle strutture socio-assistenziali per anziani e disabili è stata approvata dalla Camera dei deputati ed è rimessa alla votazione del Senato.

Secondo Forza Italia, promotore della proposta, con l’installazione delle telecamere le famiglie potranno vivere più serene. I promotori ritengono che la videosorveglianza sia lo strumento più efficace per prevenire gli abusi e i maltrattamenti su chi è impossibilitato a difendersi e in più facilita il lavoro delle Forze armate nella repressione degli episodi di maltrattamento.

Anche l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano, si è dichiarata a favore della proposta di legge ma a patto che l’installazione delle telecamere sia affiancata da altre misure preventive: ad esempio sistemi di formazione e sensibilizzazione del personale e la sottoposizione di questionari periodici agli operatori e ai familiari.

Tuttavia per alcuni, anche se favorevoli, l’installazione delle telecamere è una misura troppo costosa per essere realizzata: ciò perché l’articolo 5 della proposta di legge prevede l’installazione delle telecamere in ogni stanza della struttura con i relativi costi a carico della Pubblica Amministrazione.

L’installazione delle telecamere a circuito chiuso per alcuni è una misura che protegge i più deboli, per altri è una violazione della Privacy delle maestre e del personale impiegato nelle case di riposo. Vediamo quali sono le ragioni del «no». I pareri contrari A seguito dell’approvazione della proposta dalla Camera sono arrivati molti giudizi negativi riguardo l’eventuale legge.

Il Garante della Privacy, Antonello Soro, ritiene che l’installazione delle telecamere non solo è una misura che viola la Privacy dei dipendenti ma è anche poco utile a contrastare il fenomeno dei maltrattamenti verso i bambini e gli anziani.

Antonello Soro ha rilasciato questa dichiarazione:

”Nei contesti di relazione come quelli esaminati, nei quali ciò che conta è la qualità del rapporto instaurato tra le parti, nessuna telecamera potrà mai sopperire a carenze insite nella scelta e nella formazione del personale deputato all’educazione e all’assistenza dei soggetti meritevoli della maggiore attenzione”.

Altro parere negativo arriva da Pino Turi, segretario generale della UIL Scuola, secondo il quale la scuola è il luogo dove si concretizza la libertà di espressione e deve essere priva di condizionamenti, quindi senza telecamere. Contraria anche la FISM (Federazione Italiana Scuole Materne) che dice:

“La telecamera disincentiva, quando non sostituisce, il dialogo, l’ascolto, il confronto, la relazione indispensabili tra scuola e famiglia”.

Dunque lo scontro è aperto. Nelle prossime settimane vedremo quale sarà la decisione del Parlamento. CONTINUA A LEGGERE >>

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