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Ambiente e salute

Dl Sicurezza in funzione, al via espulsioni dal Cara più grande d’Italia

By admin

December 02, 2018

02/12/2018 – È sul Cara di Isola Capo Rizzuto, il centro d’accoglienza per richiedenti asilo più grande d’Italia con i suoi 1.200 posti, che il decreto Sicurezza varato dal governo è destinato a produrre gli effetti più consistenti. Da ieri sera, su disposizione della Prefettura di Crotone chiamata ad ottemperare alle prescrizioni del dl sicurezza, dal Cara sono iniziate le espulsioni di migranti che proseguiranno a scaglioni nei prossimi giorni. Le prime 24 persone, tutti rifugiati in possesso di un permesso umanitario che in virtù delle nuova normativa non ha più valore, hanno lasciato la struttura nel tardo pomeriggio: tra loro una famigliola con una bimba di appena cinque mesi, nata a Crotone nel maggio scorso, una donna incinta, tre donne vittime di tratta, due ragazzi con problemi psichiatrici, accompagnati fuori dal cancello dagli uomini delle forze dell’ordine e lasciati all’ingresso con i loro bagagli mentre un altro gruppo di giovani migranti che in precedenza aveva inscenato un sit in all’interno del Cara rifiutando di abbandonare la struttura è stato trasportato a bordo di un pullman alla stazione ferroviaria. La bimba di cinque mesi con i genitori è stata presa in consegna dalla Croce rossa presso i cui locali resterà ospite per 20 giorni; quattro ragazzi sono stati accolti momentaneamente dalla cooperativa sociale Agorà, mentre le donne vittime della tratta dovranno essere inserite nel circuito antiviolenza.

Fuori dagli Sprar, come prevede la legge Salvini, ma anche fuori dai Cas e dai Cara, secondo una “conseguenziale” interpretazione data dai prefetti di tutta Italia che, da qualche giorno, hanno cominciato a riunire i gestori dei centri comunicando loro che i titolari di protezione umanitaria dovranno lasciare anche le strutture di prima accoglienza. Tutti, comprese donne e famiglie con bambini. Già ieri 26 persone sono state invitate a lasciare immediatamente il Cara di Isola Capo Rizzuto in Calabria: tra loro una donna incinta e un bambino di cinque mesi, subito presi in carico dalla Croce Rossa.

Tutti migranti regolari, tutti con documenti di identità e permesso di protezione umanitaria, tutti destinati alla strada come altri 40mila, questa la stima fatta dalle associazioni di settore, interessati dai provvedimenti dei prefetti che, chi con data perentoria chi con maggiore elasticità a difesa delle situazioni più vulnerabili, hanno così allargato a dismisura la portata della legge Salvini, di fatto privando di qualsiasi tipo di accoglienza i titolari di protezione umanitaria. E proprio nel giorno in cui da Verona il presidente della Repubblica richiamava ad un senso di comune responsabilità nell’affrontare il problema dell’immigrazione «un fenomeno che non è più di carattere emergenziale ma strutturale e quindi costituisce una delle grandi sfide che si presentano all’Unione europea e a tutto il mondo ed è un’esigenza che richiama alla responsabilità comune».

Mattarella, facendo appello all’Unione europea ad «assumere questo fenomeno che non va ignorato ma affrontato» ha implicitamente invitato il governo italiano (che non intende sottoscriverlo) a leggere il Global Compact delle Nazioni Unite «prima di formulare un giudizio perché non si esprimono opinioni e giudizi per sentito dire». Alessandra Ziniti, La Repubblica – 1 dicembre 2018 CONTINUA A LEGGERE >>

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