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Il piano GialloVerde: Fazio fuori dalla RAI, al suo posto Giletti

By admin

December 15, 2018

16/12/2018 – È da almeno un anno che M5S e LEGA l’avevano giurata a Fabio Fazio. Sin da quando erano stati introdotti i tetti ai compensi in Rai, da Lega e M5s sono partiti gli attacchi contro il conduttore di Rai1 per le cifre del suo ingaggio ritenute astronomiche per il servizio pubblico. Luigi Di Maio ha confermato che “esiste un caso Fazio in Rai” davanti alla Commissione di vigilanza Rai, insomma l’assalto al volto di Che tempo che fa è partito in gran carriera.

Di Maio contro il conduttore di Che tempo che fa: «Il suo compenso è un caso». Infornata di vicedirettori per le testate: cinque in più dell’era Campo Dall’Orto. Il tormentone Fazio torna d’attualità. È bastato l’attacco televisivo alla nomenklatura che immediatamente si parla di lui come di un «caso». Dalle radici antiche. Correva l’anno 2017 l’epoca del tetto ai compensi e dei suoi 18 milioni. Tutto fu smontato e alla luce dei fatti la governance di allora dimostrò che una singola puntata di Fazio costava meno della metà di una puntata di fiction e in compenso portava a casa pubblicità capace di ripagare il pacchetto completo.

Fazio ha anche provato a rispondere al vicepremier grillino, sperando nell’apertura di un diagolo. “Colgo al volo il suo auspicio al buonsenso – ha detto Fazio – e le do tutta la mia sincera disponibilità sin d’ora a parlare di televisione, di costi e naturalmente di ricavi, di opportunità, di compensi e di guadagni e di ogni aspetto che riguarda la produzione dei programmi, delle produzioni esterne e del mio lavoro. E soprattutto, se lo riterrà utile, a parlare di prodotto e di contenuto”.

Ma l’aria è cambiata. Il ministro Salvini non manca di sottolineare quanto per lui Fazio rappresenti il nemico e i pentastellati, fino a ieri rimasti a guardare, ora segnano l’inversione di tendenza subordinata all’alleato. Ecco che il ministro Di Maio, in commissione di vigilanza, ha parlato di Fazio come di un «caso»: «Sì, certo che c’è un caso Fazio in Rai e spero che faccia parte il prima possibile delle azioni che si porteranno avanti all’interno dell’Azienda per quanto riguarda le retribuzioni e anche l’ingegneria delle società di produzione. Sicuramente è un tema che va affrontato. C’è un piano della precedente governance valido fino a marzo, ma speriamo che presto possa prevalere il buon senso».

Ecco che l’abbassamento dei cachet, secondo Di Maio potrebbe consentire un taglio netto al canone televisivo, pensato negli anni a venire. Così risorge una Rai «meno ingessata, dai progetti innovativi, in grado di favorire la produzione italiana». E in questo risorgimento, Di Maio si spinge a elencare anche i nomi di chi vorrebbe vederci dentro: «Gabanelli, Floris, Giletti, Porro, Giannini».

E Fazio colpito nel vivo subito risponde: «Gentile Sig. Ministro Di Maio, colgo al volo il suo auspicio al buon senso e Le do tutta la mia sincera disponibilità sin d’ora a parlare di televisione, di costi e naturalmente di ricavi, di opportunità, di compensi e guadagni e di ogni aspetto che riguarda la produzione dei programmi, delle produzioni esterne e del mio lavoro. E soprattutto a parlare di prodotto e di contenuto».

Dove si vuole arrivare è chiaro e in Rai già se ne parla, Salvini guarda a un secondo editto bulgaro che defenestri Fabio Fazio per mettere al suo posto Massimo Giletti che a quel punto a Canossa tornerebbe con gioia portandosi dietro i vari Corona inviati speciali. Ecco appunto, il dialogo potrebbe aprirsi solo se Di Maio lo riterrà utile. Ma non sarebbe questo il caso. Secondo un’indiscrezione della Stampa, dalle parti del governo ci sarebbe già un’idea ben più allettante per risolvere il “caso Fazio”. Di fatto sarebbe inutile discutere con il conduttore di quanto costi e quanti soldi porti, perché ci sarebbe già un sostituto ben più gradito all’esecutivo. Di Maio non lo ha neanche nascosto, il suo piano prevede di riportare alcuni dei grandi nomi che sono andati via da viale Mazzini negli ultimi tempi: “Gabanelli, Floris, Giletti, Porro, Giannini”. All’orizzonte potrebbe quindi realizzarsi un clamoroso ribaltone, con Giletti per esempio al posto dello stesso Fazio, Porro di nuovo alla guida di un talk show su Rai2.

Tra Massimo Giletti e Fabio Fazio non corre buon sangue e come molti addetti ai lavori hanno ipotizzato in passato, la chiusura de L’Arena e il trasloco del giornalista torinese alla rete di Urbano Cairo sono profondamente legati con lo sbarco di Che tempo che fa su Rai 1. Massimo Giletti si è rimboccato le maniche ed è ripartito da zero, sfidando apertamente il collega nella stessa delicatissima fascia oraria con Non è l’Arena su La7 e gli ottimi risultati sono arrivati immediatamente. Intervistato da TvBlog, l’ex conduttore Rai ha lanciato una chiara frecciatina verso il rivale. Il momento più bello da quando è passato a La7? “Il momento in cui ho sentito di aver svoltato è stato quando abbiamo battuto Rai 1 e Fabio Fazio, non tanto per un orgoglio personale perché in quella sera politicamente drammatica per il nostro Paese, con il nostro successo si aveva la conferma assoluta che La7 è una Tv di Servizio Pubblico”. CONTINUA A LEGGERE >> VIDEO CORRELATI:

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