Cronaca

Mafia, maxi processo ‘La Svolta’ ad Imperia: parla il pentito Oliviero, ecco com’è strutturata la ‘ndrangheta

By admin

January 17, 2014

16/01/2014 – In apertura, nella sua deposizione Oliverio, ha riferito circa l’articolazione e la struttura della ‘ndrangheta: “Esiste una locale composta da più ‘ndrine (cellula base ndr).

Si è aperto con la testimonianza del pentito Francesco Oliverio, 43 anni di origini crotonesi (affiliato dall’età di 16 anni), il maxi processo contro la ‘ndrangheta nel ponente ligure. Alla sbarra i 36 imputati dell’operazione ‘La Svolta’, che il 3 dicembre del 2012 portò in carcere 15 persone accusate a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso.

Il blitz di quasi 2 anni addietro, condotto dai Carabinieri del Nucleo operativo, scattò all’alba con gli arresti del presunto boss di Ventimiglia, Giuseppe Marcianò, del figlio e del nipote, entrambi di nome Vincenzo. Oltre a loro finirono in carcere lo scorso anno: Omar Allavena, Giuseppe Gallotta, Annunziato Roldi, Federico Paraschiva, Salvatore Trinchera, Giuseppe Cosentino, Antonio Palamara, Giuseppe Scarfò, Filippo Spirlì, Rosario Ambesi, Maurizio e Roberto Pellegrino. Nel procedimento risultano indagati per concorso esterno in associazione di stampo mafioso anche l’ex Sindaco di Ventimiglia, Gaetano Scullino, e l’ex direttore generale del Comune e della municipalizzata Civitas, Marco Prestileo.

In apertura, nella sua deposizione Oliverio, ha riferito circa l’articolazione e la struttura della ‘ndrangheta: “Esiste una locale composta da più ‘ndrine (cellula base ndr). La dimensione del locale varia. Più locali formano una Provincia detta ‘Crimine’. Crimini sono presenti anche fuori dalla Calabria: in Piemonte, in Lombardia e in Liguria. All’estero sono in maggioranza locali, non ci sono province.” Il collaboratore di giustizia ha successivamente elencato le varie cariche all’interno dell’organizzazione criminale, seguendo la ripartizione secondo il cosiddetto ‘Albero della scienza’: il tronco rappresenta il capo locale, il fiore il giovane d’onore e le foglie i pentiti e le forze dell’ordine che in gergo, a detta di Oliverio, vengono definiti “infami e sbirri”.

La struttura è di carattere verticistico: piramidale. “A differenza di altre organizzazioni – racconta Oliviero – perché ci sono migliaia di locali attive, con tanti capi, c’è una sorta di sotto-struttura composta da teste di cuoio, responsabili, che si relazionano con i vertici. Esistono poi i cosiddetti invisibili: persone insospettabili. Come ad esempio tale S.M., incensurato, affiliato alla ‘ndrangheta e anche ad una loggia massonica. Queste figure hanno contatti con persone delle istituzioni. Ogni locale ha queste figure invisibili. La funzione? Innanzitutto occore dire che la ‘ndrangheta agisce in due modi: militarmente, con agguati, attentati etc. questo avviene generalmente quando ci sono faide e contrasti interni. L’altro metodo utilizzato quello della delegittimazione. Se devono colpire una persona istituzionale, evitano di fare operazioni di tipo militare, genere per evitare di fare degli eroi. Per fare un esempio i calabresi hanno criticato ciò che ha fatto Cosa Nostra contro lo Stato. Le figure invisibili, che possono essere ‘dormienti’, vengono svegliate e attivate per delegittimare una persona: che può essere un funzionario dello stato, un giornalista, etc. Nelle regioni del nord, in particolare, usano questo sistema.”

Incalzato dal Pm Arena così ha risposto il pentito. Per cosa vengono usate le regioni del Nord? “Principalmente come lavanderia per riciclare i soldi.” E’ possibile uscire dall’organizzazione? “Distaccarsi dalla ‘ndrangheta non è possibile, solo con la morte o se uno collabora. In quest’ultimo caso per l’organizzazione è come se il pentito fosse comunque morto.” In caso di arresto di un capo locale cosa succede? “C’è un reggente. Nel 99% dei casi è il contabile. L’arrestato, ad ogni modo, non smette mai di comunicare FONTE