Ambiente e salute

Mai dire Rousseau, editoriale di Marco Travaglio FQ 16.2.19

By admin

February 16, 2019

16/02/2019 – Dunque i 5Stelle, come aveva anticipato il nostro Luca De Carolis, affideranno lunedì agli iscritti della piattaforma Rousseau la decisione se autorizzare o meno i giudici a processare Matteo Salvini per sequestro di persona nel caso Diciotti. E questa è già una notizia. Fino a un anno fa, di fronte a un qualsiasi ministro indagato per sequestro di persona aggravato, il M5S non si sarebbe neppure posto il problema, perché avrebbe chiesto le immediate dimissioni dell’interessato. Ora nessuno si sogna di chiedere a Salvini di sloggiare: nemmeno le opposizioni, figurarsi gli alleati. E forse è giusto così, trattandosi di un’accusa grave, ma su un caso controverso: i fatti sono stranoti, addirittura rivendicati dal responsabile, ma il reato è tutto da dimostrare. Se però i vertici 5Stelle interpellano gl’iscritti, significa che non sanno che pesci pigliare, o preferiscono che a pigliarli al posto loro sia la “base”. E questo è già preoccupante, per un movimento nato per contestare i privilegi della casta e per affermare la legge uguale per tutti. Un caso tipico di crisi di identità. Sappiamo bene che qui non c’è di mezzo l’immunità parlamentare, ma l’autorizzazione a procedere per un eventuale reato ministeriale. Però la sostanza non cambia: chi ha sempre predicato che i politici devono difendersi nei e non dai processi perché nessuno può essere sottratto alla legge e dunque alla magistratura, non può avere dubbi sull’autorizzazione a procedere per Salvini. Soprattutto dopo che il premier Conte e i ministri Di Maio e Toninelli si sono di fatto autodenunciati con una memoria a sostegno della sua condotta, da inviare ai magistrati perché decidano se indagare anche su di loro: se uno si autodenuncia, poi non può impedire ai giudici di pronunciarsi. Sarebbe un controsenso.

L’aveva dichiarato a botta calda Di Maio, quando la richiesta del Tribunale dei ministri giunse al Senato e Salvini confermò di non volere “aiutini” per farla franca: “Vuole il processo? Lo avrà”. Poi Salvini cambiò idea senza avvertire gli alleati, anzi lo fece loro sapere con una lettera al Corriere. E i suoi giannizzeri iniziarono a ricattare il M5S, minacciando di rovesciare il governo in caso di via libera al processo. Da allora i 5Stelle, anziché restare coerenti con i propri valori fondativi, hanno perso la testa, la calma e la compattezza. Di Maio non ha più detto una parola sul punto, se non che “il M5S è contro l’immunità ai politici, ma questo è un caso specifico”. Fico e Di Battista hanno dichiarato che al posto di Salvini si farebbero processare. Nicola Morra e Roberta Lombardi hanno invocato un sì netto.

Ma nessuno dei 7 senatori della Giunta chiamata a votare martedì li ha seguiti. Anzi, i pochi che hanno parlato sono per il no. A cominciare dal capogruppo Mario Giarrusso: “Se la base capirebbe? Non esiste la base, ci sono gli attivisti, che sono con noi. E gli attivisti capiscono. Non significa cambiare pelle, non è questo in ballo. C’è il rispetto delle leggi costituzionali. La nostra anima, il nostro spirito e i nostri principi li preserveremo”. Sarà, ma al suo posto non saremmo così tranchant. Perché la legge costituzionale bisogna conoscerla e capirla, così come il quesito posto dai giudici: che non chiedono al Parlamento di stabilire la colpevolezza o l’innocenza di Salvini, né di affermare o smentire la compattezza del governo sul caso Diciotti, né di dissociarsi dalla decisione di non far sbarcare per cinque giorni i 177 migranti salvati dalla nave Diciotti. Chiedono solo il permesso a giudicarlo. E per negarlo il Parlamento dovrebbe dimostrare che il ministro non poteva fare altrimenti, obbligato da cause di forza maggiore: cioè fu costretto a bloccare lo sbarco da un “interesse dello Stato costituzionalmente rilevante” (ma la Costituzione non dice nulla del genere, anzi sembra suggerire l’opposto), o da un “preminente interesse pubblico” (e qui l’interesse pubblico c’era – forzare la mano ai governi Ue perché accogliessero le loro quote di migranti –, ma non era “preminente”: lo stesso scopo si sarebbe potuto raggiungere anche per altre vie). Perciò qualunque persona perbene di qualsiasi orientamento, e a maggior ragione un militante M5S, deve dire sì al processo a Salvini: sia che lo ritenga un bieco sequestratore, sia che lo giudichi un benemerito difensore dei patrii confini. Affinché a giudicarlo sia un tribunale e non la sua maggioranza parlamentare. Ora, siccome il voto dei 7 senatori M5S sarà decisivo per il sì o per il no, e che a deciderlo saranno gli iscritti, è importante che il referendum di lunedì su Rousseau sia regolare. E la sua regolarità dipende dal quesito, che non dev’essere suggestivo, ma neutro. Tipo questo: “In base all’art. 96 della Costituzione, i membri del governo ‘sono sottoposti, per i reati commessi nell’esercizio delle loro funzioni, alla giurisdizione ordinaria, previa autorizzazione del Senato della Repubblica o della Camera dei deputati, secondo le norme stabilite con legge costituzionale’. E la legge costituzionale stabilisce che l’autorizzazione può essere negata solo se il ministro indagato ha ‘agito per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o per il perseguimento di un preminente interesse pubblico’. Alla luce di queste norme, i senatori del M5S devono concedere o negare ai magistrati l’autorizzazione a processare Salvini?”. Invece pare che la domanda agli oltre 100 mila iscritti la farà in un video Giarrusso, che s’è già espresso per il no. Col rischio che la sua irruenza, anche animata dalle migliori intenzioni, sortisca un appello non proprio asettico. Vista la delicatezza e le conseguenze di quel voto che – quale che sia – i 5Stelle si sentiranno rinfacciare finché càmpano, è molto meglio un quesito scritto. Di casino, in giro, ce n’è già fin troppo. CONTINUA A LEGGERE >> Dal momento che sei qui…. … abbiamo un piccolo favore da chiedere. Scegliere di mantenere gratuito l’accesso a un SITO di informazioni come Lonesto.it significa dover contare anche sulla pubblicità: questa è la ragione per cui vedi tanti annunci. Se vuoi contribuire a migliorare il nostro giornale, basta davvero poco. Quindi Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste 5€, potremmo permetterci di far crescere lonesto.it negli anni a venire senza pubblicità.

Se segui Lonesto.it fai una donazione! Grazie al tuo contributo, ci aiuterai a mantenere la nostra indipendenza Dona oggi, e rimani informato anche domani. (Donazione Minima 5€):