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Condanna bis per Bossi e Belsito, la Lega inchiodata sui 49 milioni

By admin

March 02, 2019

02/03/2019 – Da qui, ormai, non si può più tornare indietro. Le motivazioni della sentenza di condanna della Corte di Appello di Genova nei confronti di Bossi, Belsito e tre ex revisori contabili della Lega Nord, fissano un confine invalicabile sulla confisca degli ormai famosissimi 49 milioni al partito oggi guidato da Matteo Salvini.

Dopo i mille ricorsi e contro ricorsi fra tribunale del Riesame genovese e Corte di Cassazione sulla legittimità o meno dei sequestri delle somme entrate nelle casse della Lega dopo la condanna in primo grado, è la prima volta che una sentenza di merito stabilisce che sì, la caccia ai soldi derivanti dalla truffa sui rimborsi elettorali, poi divenuto un accordo di rateizzazione con la Procura per i prossimi 60 anni, è legittima e doverosa.

Adesso per il Carroccio c’è solo un modo per evitare di continuare a versare i soldi che spettano al Parlamento, dunque ai cittadini italiani: l’assoluzione di Bossi e Belsito proprio in Cassazione, dunque il clamoroso ribaltamento di quanto deciso in primo e secondo grado a Genova. Uno scenario che oggi pare davvero irrealistico.

In pratica i giudici della Corte d’Appello, a proposito dei bilanci truccati del partito relativi agli anni dal 2008 al 2010 grazie ai quali la Lega ha ottenuto rimborsi elettorali illegittimi per 49 milioni, scrivono che avrebbero potuto anche non seguire quanto già stabilito dalla Cassazione durante la battaglia giudiziaria sui sequestri dei soldi del partito. Ma “non può non essere considerato che la pronuncia della Cassazione richiama principi ormai consolidati che questa Corte condivide e dai quali non ha ragione di discostarsi”.

Nelle 132 pagine di motivazioni i giudici genovesi spiegano anche perché, nonostante non tutti 49 milioni rimborsati dallo Stato siano stati usati per spese personali della famiglia Bossi, il partito di Salvini debba restituire l’intera somma. Paradossalmente i giudici dicono che la Lega “avrebbe anche potuto in modo tacito e informale di sostenere spese in favore di Bossi per rispetto verso il fondatore del movimento, per riconoscenza…ma la spesa avrebbe dovuto avere regolari giustificativi… così da rendere trasparente agli elettori la scelta fatta di come utilizzare i rimborsi, che come tale sarebbe stata insindacabile…”. E quindi, spiega la Corte, “i documenti falsificati trasmessi alle Camere hanno condizionato l’erogazione integrale dei rimborsi elettorali”. Fra le carte emerge anche il ruolo del successore di Bossi alla guida del partito dopo lo scoppio dello scandalo, Roberto Maroni. Pure lui, come del resto l’attuale leader Salvini, utilizzò i soldi derivanti dalle truffe perpetrate dalla coppia Bossi-Belsito. Anzi, Maroni stesso in un’occasione “trasmise alla Camera dei Deputati ‘in spirito di leale collaborazione fra le istituzioni’ un verbale di riunione a firma Sanavio e Turci (due degli ex revisori dei condannati, ndr)” per sbloccare l’erogazione dei rimborsi elettorali, sospesi dopo la diffusione delle notizie sugli investimenti in Tanzania di Belsito e le spese della famiglia Bossi. A proposito di questo uso a dir poco spensierato dei soldi pubblici, i giudici ricordano come sia stato rinvenuto un appunto a casa della ex segretaria di Bossi, Daniela Cantamessa, con scritto “Grosse cazzate sicuramente da gennaio 2010 di cui al Federale non c’è un solo documento”. Oppure le parole rivolte dall’ex segretaria della Lega Nadia Dagrada a Belsito, in cui dice al tesoriere che Bossi “deve spaventarsi” perché “lui-non-ha-idea, fidati, del cumulo di spese. Tu gli devi far capire che se questi vanno a vedere quelle che sono le spese, lui e la usa famiglia sono finiti”. Parole premonitrici. – [Repubblica.it] CONTINUA A LEGGERE >> Dal momento che sei qui…. … abbiamo un piccolo favore da chiedere. Scegliere di mantenere gratuito l’accesso a un SITO di informazioni come Lonesto.it significa dover contare anche sulla pubblicità: questa è la ragione per cui vedi tanti annunci. Se vuoi contribuire a migliorare il nostro giornale, basta davvero poco. Quindi Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste 5€, potremmo permetterci di far crescere lonesto.it negli anni a venire senza pubblicità.

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