Ambiente e salute

Flat tax, Conte: “È pilastro progetto governo,ma dobbiamo renderla compatibile con finanza pubblica”

By admin

April 09, 2019

09/04/2019 – Flat tax (tassa piatta ad aliquota unica) oppure abbassare la tassazione progressiva Irpef sui redditi da lavoro? È questa una delle grandi questioni su cui la politica italiana, imprese e professionisti discutono ormai da parecchi anni (almeno dal 1994…).

Come ormai noto, a volere fortemente l’introduzione in Italia della flat tax, con aliquota al 15% secondo la Lega e al 23% secondo la proposta di FI, è la coalizione di centrodestra. Nelle ultime settimane anche il Governo giallo-verde sta discutendo della possibilità di introdurre una flat tax sulla famiglie, ma con molti dubbi da parte del M5S.

Per spiegare in modo semplice cos’è flat tax proposta dalla Lega è stata usata la definizione di “tassa piatta”: al posto delle attuali cinque aliquote Irpef e dei cinque scaglioni di reddito, il centrodestra mira ad introdurre un’aliquota unica.

Nello specifico, è quella della Lega la proposta definita come “più estrema”, con la flat tax al 15% per tutti, persone fisiche e società.

Per il rispetto del principio della proporzionalità dell’imposta, secondo quanto previsto dall’art. 53 della Costituzione, è prevista l’introduzione di due scaglioni: da 0 a 35 mila euro e da 35 mila a 50 mila euro per i quali è prevista l’applicazione di una deduzione fissa pari a 3.000 euro.

La deduzione si applica sia alle famiglie che ai single per i contribuenti nel primo scaglione mentre per i redditi pari o superiori a 35.000 euro spetta soltanto per i familiari a carico.

Resterebbe invariato il sistema di esenzione totale per i redditi più bassi: si parla attualmente di una no tax area per i redditi fino a 7.000 euro.

Secondo la proposta di Forza Italia, portata avanti da Berlusconi dal 1994, la flat tax dovrebbe invece essere al 23%, con un’esenzione fiscale per i redditi fino a 12.000 euro e, anche in questo caso, con sistemi di detrazioni e deduzioni per famiglie e redditi bassi.

Le due proposte sono notevolmente differenti: analizziamo cos’è la flat tax e come cambierebbe il sistema di tassazione sui redditi secondo quanto previsto dal programma della Lega.

Cos’è la Flat tax: alcuni esempi pratici per capire come funziona Di seguito cercheremo di capire con un esempio pratico come funziona (o meglio, potrebbe funzionare) la flat tax con aliquota al 15%.

Prendiamo, come primo esempio, il caso di un single che nell’anno ha guadagnato 20.000 euro lordi. Per calcolare le imposte da pagare bisognerà innanzitutto sottrarre dal reddito i 3.000 euro di deduzioni previste; l’importo di reddito netto dovrà quindi esser assoggettato all’aliquota del 15%.

Il procedimento è il seguente:

Prendiamo ora come esempio il caso di una famiglia con un reddito annuo pari a 37.000 euro e con due figli. In questo caso bisognerà sottrarre dal reddito i 9.000 euro di deduzione prevista per i carichi di famiglia e applicare l’aliquota del 15% sull’imponibile: l’imposta dovuta sarà quindi pari a 4.200 euro.

La flat tax: cos’è e come funziona? Vantaggi e svantaggi Capire cos’è la flat tax è molto più facile di analizzare quali potrebbero essere vantaggi e svantaggi dell’introduzione della tassazione ad aliquota fissa del 15%.

Secondo i fautori della proposta, seppur considerando le differenze tra la flat tax di Salvini e quella di Berlusconi, i vantaggi principali sarebbero tre:

– Ridurre la pressione fiscale sia per le famiglie che per le imprese; – contrastare l’evasione fiscale;

semplificare il sistema con la razionalizzazione delle attuali detrazioni. Eppure sono in molti a ritenere che la flat tax in Italia porterebbe per lo più svantaggi: i contro dell’introduzione di una tassa piatta al 15% o al 23% sarebbero in primis le minori entrate per lo Stato ma anche il rischio di avvantaggiare i più ricchi e, quindi, di introdurre una legge ad alto rischio incostituzionalità.

La flat tax attuale è solo per le partite IVA nel regime forfettario Attualmente la flat tax è operativa solo per i contribuenti titolari di partita IVA nel regime forfettario, ovvero nell’ambito di un regime agevolato privo di Irpef, addizionali, IVA, Irap e non soggetto a studi di settore o ISA. Con l’ultima Legge di Bilancio per l’anno 2019 l’attuale Governo ha innalzato per tutti i contribuenti operanti nel regime (agevolato) forfettario il fatturato limite fino al quale è possibile operare: il nuovo limite è 65.000,00 euro, a prescindere dal tipo di attività svolta.

Sul fatturato viene applicato un coefficiente di redditività; tale coefficiente viene moltiplicato per i ricavi/compensi incassati al fine di ottenere il reddito fiscale. Su questo reddito si applica quindi l’attuale flat tax, che può essere:

Per dovere di cronaca è bene evidenziare che l’attuale flat tax – ma si dovrebbe più correttamente parlare di regime forfettario esteso – è stata introdotta per la prima volta con la Legge di Bilancio 2015 (Legge numero 190/2014).

“Una riunione sul Def ci sarà lunedì, e martedì sarà in Consiglio dei ministri, tutte le questioni quindi saranno esaminate serenamente e tranquillamente”. Così il premier Giuseppe Conte – a margine della visita al Vinitaly di Verona – interviene sull’inserimento della flat tax nel Documento di economia e finanza, un tema su cui Matteo Salvini insiste ma che sta dividendo il governo. Pur riconoscendo che la flat tax sia nel programma di governo, Conte aggiunge: “Dobbiamo tener conto del quadro di finanza pubblica,e renderlo compatibile con il quadro della finanza pubblica” – [FONTE] ..video: CONTINUA A LEGGERE >>

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