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50 euro per un informazione, 3mila per aggiustare i documenti: cosi i poliziotti corrotti facevano entrare i clandestini a Napoli

By admin

May 23, 2019

23/05/2019 – Quasi 140 permessi di soggiorno “indebitamente concessi”. Un’organizzazione che, con la complicità di alcuni ex poliziotti, era diventata – per la Procura di Napoli – un “agguerrito network criminale specializzato nell’ottenere indebitamente il rilascio o il rinnovo di permessi di soggiorno a favore di cittadini extracomunitari, molto spesso privi dei necessari requisiti di legge, attraverso l’utilizzo di documenti illegalmente ottenuti”.

Sette arresti, eseguiti nelle prime ore di stamane dal Nucleo di polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza, insieme con la squadra Mobile di Napoli: tutte accusate di associazione per delinquere “dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e alla corruzione”, di cui facevano parte anche alcuni ex agenti impiegati presso l’Ufficio Immigrazione della Questura di Napoli.

Tra loro, uno dei promotori e organizzatori del sodalizio criminale risulta essere Vincenzo Spinosa, un ex ispettore di polizia già in servizio presso l’Ufficio Immigrazione, “il quale – per la nota diffusa dagli investigatori – sovrintendeva e coordinava l’intera filiera dei servizi offerti alla clientela”.

L’inchiesta dei pm Mariella Di Mauro e Catello Maresca con il coordinamento dell’aggiunto Giuseppe Borrelli ha portato anche a numerose perquisizioni domiciliari che, oltre ai soggetti arrestati, hanno riguardato altre 9 persone, coinvolte a vario titolo nelle attività illecite.

Le investigazioni, a cura della Sezione Investigativa “Finanziamento al Terrorismo” del Gico di Napoli, sono iniziate nel giugno del 2016 – come si spiega nella nota – seguendo “una segnalazione di operazione sospetta riguardante un soggetto di nazionalità algerina residente a Napoli, il quale risultava aver effettuato, per il tramite di alcune agenzie di money transfer del capoluogo campano, diverse movimentazioni di denaro “da” e “verso” Paesi dell’Unione Europea (tra cui Francia e Belgio)”. Erano operazioni tutte per importi “al di sotto dei mille euro”, ritenute potenzialmente riconducibili a contesti di terrorismo di matrice islamica. Tanto che, tra i soggetti nel mirino degli inquirenti, figurava un altro cittadino algerino, residente in Belgio che, “sulla base dei primi riscontri, avrebbe avuto stretti legami con il noto militante jihadista Abdelhamid Abaaoud , sospettato di essere uno degli organizzatori delle azioni terroristiche perpetrate a Parigi il 13 novembre 2015 e ucciso in un’operazione della polizia francese cinque giorni dopo”.

Nell’ordinanza di custodia firmata dal gip Marco Carbone, 300 pagine, colpiscono le intercettazioni in cui parla chiaramente delle illecite modalità con cui si concedevano i “soggiorni” o i “rinnovi”. Due algerini, parlando tra loro, dicono: “Abbiamo fatto passare il mondo intero. Abbiamo fatto passare anche chi non meritava “, alludendo evidentemente al gran numero di clandestini fatti entrare.Tra gli indagati, anche due poliziotti in pensione ed un avvocato. – [Repubblica.it] CONTINUA A LEGGERE >> VIDEO CORRELATI:

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