Ambiente e salute

Proposta shock del Nobel Becker: “LEGALIZZIAMO LA VENDITA DEI RENI”

By admin

January 23, 2014

ROMA 20/01/2014 – Rendere legale il mercato degli organi; in particolare dei reni. Una proposta shock destinata a far discutere. Se, poi, ad avanzarla non è un medico né uno scienziato, ma un’economista premio Nobel, la polemica è scontata. “L’unico modo per aumentare la disponibilità di reni per i trapianti è permettere alle persone interessate di vendere un proprio rene, in un vero e proprio mercato, con prezzi fissati dall’autorità pubblica”: è quanto sostiene Gary Becker, premio Nobel proprio per aver dimostrato come le leggi del mercato si applichino anche ad altri campi della vita quotidiana (medicina compresa), in un articolo apparso sul Wall Street Journal.

Il sistema, scrive Becker in un editoriale firmato assieme al collega argentino Julio Elias, sarebbe applicabile anche ad altri tipi di trapianti, con pagamenti anche a chi acconsente a farsi espiantare gli organi dopo la morte. L’articolo parte dalla considerazione che negli Usa la lista di attesa per i trapianti dura 4/5 anni, il doppio rispetto ad appena dieci anni fa, e che le politiche per incentivare i trapianti da consanguinei o i cosiddetti ‘trapianti domino’, con lo scambio di organi tra membri di famiglie diverse compatibili, non riescono a ridurre le attese e i costi connessi. “Nessuno dei metodi in uso oggi è in grado di eliminare la carenza di reni – scrivono gli autori – mentre invece pagare i donatori per i loro organi ci riuscirebbe”. Un’analisi che fissa anche un ipotetico prezzo: con circa 15mila dollari (più o meno 11mila euro) il numero di organi disponibili crescerebbe molto senza incidere eccessivamente sul costo del trapianto.

Un identico ragionamento potrebbe essere fatto per gli altri organi. “La presunta immoralità di un mercato degli organi – afferma Becker – andrebbe confrontata con la possibilità di evitare la morte dei pazienti in lista d’attesa”.

Ma, come prevedibile, la proposta ha scatenato una serie di reazioni decisamente avverse. In Italia, ad esempio, il vicepresidente del Comitato nazionale di bioetica (Cnb), Lorenzo D’Avack, interpellato dall’Ansa, definisce “eticamente inaccettabile” lo scenario prefigurato da Becker. “Ciò implicherebbe – sostiene D’Avack – lo sfruttamento delle categorie più deboli a vantaggio di quelle più forti. Non sarà mai, infatti, la persona ricca a decidere di vendere un rene bensì a farlo sarà sempre la persona povera, spinta da necessità”.

D’Avack ammette che l’apertura del mercato effettivamente contribuirebbe a ridurre le liste d’attesa, ma il solo pensarlo è assurdo: “La società – sottolinea – deve pagare un prezzo se vuole rimanere nel rispetto di alcuni principi etici; se così non fosse, di fronte alla prospettiva di poter migliorare una situazione, qualunque cosa potrebbe essere ammessa”. Al contrario, sottolinea, “viviamo in una società in cui la quasi totalità dei Paesi ritiene che il corpo sia fuori dalle pratiche di commercio”.

La proposta di Becker, però, avrebbe il pregio di rendere ‘trasparente’ una pratica che nella realtà esiste già ed è sempre più diffusa nella più totale illegalità. Secondo una recente stima dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), infatti, almeno il 10% di tutti i trapianti di rene a livello mondiale sarebbe frutto di un traffico illegale che, nella migliore delle ipotesi, sfrutta la miseria e la disperazione dei ‘donatori’. E’ in Asia e Sud America, secondo gli esperti, che il fenomeno del traffico di organi raggiunge i livelli più preoccupanti, mentre sta crescendo sempre più la rilevanza della Rete come piazza del business: da un’analisi recente fatta sul social network Orkut, ad esempio, è emerso come vi fossero almeno 35 comunità virtuali che ospitavano annunci di ricerca o vendita di un rene. I gestori di Orkut, all’epoca della ricerca, precisarono di aver cambiato le regole e cancellato quelle microcomunità dove esplicitamente si poteva verificare la vendita di organi.

Anche Nanni Costa, presidente del Centro nazionale trapianti, boccia comunque la provocazione di Becker: “Da noi il principio è totalmente diverso – sottolinea – . Per noi la donazione degli organi deve essere un atto ‘libero e gratuito’. Una parte del corpo umano non andrebbe mai venduta, non solo per i principi cristiani, ma per qualunque etica. Inoltre, dal punto di vista della sicurezza un mercato del genere sarebbe pericolosissimo, perché chi vende lo fa sempre per necessità, e questa porta a nascondere eventuali problemi di salute”. FONTE CONTINUA A LEGGERE >> Dal momento che sei qui…. … abbiamo un piccolo favore da chiedere. Più persone stanno leggendo il nostre le nostre notizie selezionate dai maggiori media locali e internazionali, ma le entrate pubblicitarie attraverso i media stanno calando rapidamente. Vogliamo mantenere la nostra rassegna stampa più aperta possibile. Quindi puoi capire perché dobbiamo chiedere il tuo aiuto. Diventa sostenitore L’Onesto clicca mi piace sulla pagina facebook Puoi farlo anche con una donazione tramite Paypal cliccando sul tasto: (Donazione Minima 5€), si accettano eventuali proposte di collaborazioni: