Ambiente e salute

Il dado è tratto: anche Knorr dice addio all’Italia. A rischio i posti di lavoro, 76 licenziamenti

By admin

June 04, 2019

04/06/2019 – Il dado è tratto, o meglio se ne va in Portogallo. Il famoso dado Knorr classico dry, che ha un posto importante nella storia culinaria del nostro Paese, non sarà più prodotto a Sanguinetto, in provincia di Verona, ma nel Paese della penisola iberica. Un Paese dove, tra l’altro, il costo del lavoro è più basso.

La decisione di Unilever Unilever ha infatti deciso di spostare la produzione. La scelta della multinazionale olandese-britannica, che dal 2000 è proprietaria del marchio, non è senza conseguenze: è previsto infatti il licenziamento collettivo di 76 dei 161 addetti. Questa ulteriore riduzione di personale arriva dopo le 28 uscite di un anno fa, avvenute a seguito delle richieste di riorganizzazione aziendale per introdurre maggiore flessibilità e ridurre i costi.

Dalla direzione di Unilever Italia precisano che la scelta sarebbe motivata da “una diminuzione del fatturato di più del 10 per cento in due anni, nel settore dei dadi tradizionali e dall’esigenza di rispondere alle mutate esigenze del mercato”. Da qui la decisione di consolidare la produzione in siti strategici o collegati ai mercati locali, “passi che – si legge sul Sole 24 Ore – servono a garantire la sostenibilità futura del polo veronese”.

I sindacati I sindacati però lanciano l’allarme. Cgil, Cisl e Uil sono sul piede di guerra e stanno concordando azioni di protesta. Temono esista già “un piano per cessare ogni attività” nella fabbrica italiana “dove non si fanno investimenti da circa 5 anni”, e questo nonostante gli sforzi sostenuti soprattutto dai lavoratori. “I sacrifici dello scorso anno non sono serviti a nulla”, fa notare Michal Del Pin della segreteria Uila Verona-Trento. “Questa decisione ci amareggia – sostiene Pietro Pellegrini, segretario nazionale Uila (Unione Italiana dei Lavori Agroalimentari) – perché ancora una volta perdiamo non solo occupazione ma anche professionalità”. Un incontro tra i vertici aziendali e i rappresentanti dei lavoratori è fissato per il 5 giugno.

Al momento nel sito veneto si producono comunque, oltre ai classici dadi dry, quello granulare, il dado gel e la linea risotteria. Il dado classico ha tuttavia un peso notevole nella produzione complessiva dell’azienda. Bisognerà ora vedere se c’è la volontà di andare verso prodotti maggiormente in linea con gli orientamenti del mercato oppure gli intenti sono altri. Unilever avrebbe in ogni caso considerato le tendenze dei consumatori europei e italiani per fare le proprie scelte. La Coldiretti Ma per la Coldiretti certi epiloghi risulterebbero in certo qual modo prevedibili. “Prima o poi una multinazionale straniera che compra una azienda in Italia trova il modo di delocalizzare all’estero”, nota su La Stampa, il responsabile economico dell’organizzazione Lorenzo Bazzano. A suo avviso alla fine “si sconta il mancato investimento in ricerca e sviluppo nello stabilimento di Verona”. Inoltre i cittadini consumatori sono orientati ormai ad acquistare prodotti “come i cibi pronti e che, allo stesso tempo, rispettino le caratteristiche di naturalità con basso contenuto calorico, di zuccheri, grassi e sale”.

I dati Nielsen I dati Nielsen GS1 Italy per altro, come precisa il quotidiano di Torino, tenderebbero a confermare questa considerazione. La famiglia italiana sarebbe sempre più alla ricerca di piatti pronti, di prodotti con l’indicazione “senza conservanti”, “pochi grassi”, “senza additivi”, “adatto a una dieta vegana o vegetariana”. Alla stessa maniera si consolida l’incidenza del biologico. Da tener presente inoltre che una valenza determinante ce l’ha il territorio. I prodotti che nella etichetta riportano elementi come il tricolore o le diciture “prodotto in Italia”, realizzano il 42,9 per cento delle vendite totali della categoria con una crescita del 17 per cento. – [Tiscali.Notizie.it] CONTINUA A LEGGERE >> VIDEO CORRELATI:

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