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‘Ndrangheta in Emilia: 16 arresti, tra cui boss Grandi Aracri. Misura cautelare per presidente Consiglio Comunale Piacenza

By admin

June 25, 2019

25/06/2019 – Maxi blitz della Polizia di Stato con sedici arresti che hanno colpito il clan n’dranghetista dei Grandi Aracri che opera in Emilia Romagna, nelle Province di Reggio Emilia, Parma e Piacenza. L’operazione Grimilde coordinata dalla Dda di Bologna ha colpito i vertici dell’organizzazione originaria di Cutro, in provincia di Crotone: il boss Francesco Grande Aracri e i figli Salvatore e Paolo. Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi figura anche Giuseppe Caruso, attuale presidente del Consiglio Comunale di Piacenza di Fratelli d’Italia, ritenuto appartenente al gruppo mafioso.

I destinatari del provvedimento restrittivo sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, danneggiamento, truffa aggravata dalle finalità mafiose.

I provvedimenti, emessi dal Gip del Tribunale di Bologna su richiesta della Dda sono stati eseguiti dai poliziotti della Squadra Mobile di Bologna in collaborazione con quelle di Parma, Reggio Emilia e Piacenza in varie province dell’Emilia Romagna. Nell’ambito della stessa operazione, che ha coinvolto 300 agenti della polizia di Stato, è in corso di esecuzione un decreto di sequestro preventivo di beni emesso dalla Dda di Bologna nei confronti dei principali appartenenti al gruppo criminale riguardante società, beni mobili e immobili, conti correnti.

Sono in corso di esecuzione, in varie città d’Italia, anche 100 perquisizioni nei confronti di coloro che pur non essendo direttamente destinatari del provvedimento restrittivo emesso dall’Autorità Giudiziaria di Bologna sono risultati, nel corso dell’indagine, collegati al gruppo ‘ndranghetistico. I dettagli dell’operazione saranno resi noti in una conferenza stampa in programma alle 10.30 presso la Questura di Bologna alla quale parteciperanno il Procuratore di Bologna, Giuseppe Amato, il Direttore della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia, Francesco Messina, il Direttore dello Sco Fausto Lamparelli. Già condannato per associazione mafiosa, Francesco Grande Aracri viveva a Brescello, in provincia di Reggio Emilia, cittadina nota per essere stata la prima in Emilia Romagna sciolta, a fine 2107, proprio le infiltrazioni della criminalità organizzata.

Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, esulta per il buon esito dell’operazione emiliana: “Nessuna tregua e nessuna tolleranza per i boss, avanti tutta contro i clan”, ha dichiarato. Mentre il sottosegretario di Stato all’Interno, Luigi Gaetti, parla di “un quadro inquietante dopo gli arresti della scorsa settimana in Sicilia. Mafia e politica, un rapporto stretto che oramai va avanti da anni. Siamo davanti ad un salto di qualità, non più la subalternità alle cosche ma una compartecipazione alle attività criminali. Una mafia che non spara, che ha legami forti con la politica e che opera nel condizionamento delle istituzioni. Quello descritto dagli investigatori è un sistema che ha inquinato la vita economica e democratica del Paese. Una maxi inchiesta che riguarda settantadue indagati e che ha portato a cento perquisizioni e al sequestro di beni per diversi milioni di euro“. – [IlFattoQuotidiano.it] CONTINUA A LEGGERE >> VIDEO CORRELATI:

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