Ambiente e salute

L’avvocato dei whistleblower: “Per battere la corruzione bisogna ricompensare chi la denuncia”. E l’Italia non lo fa

By admin

July 17, 2019

17/07/2019 – Stephen Kohn da oltre 35 anni difende gli ‘allertatori civici’ e racconta come negli Stati Uniti le leggi di questo tipo garantiscono allo Stato incassi altissimi nella lotta alla corruzione: “Avere una legge sui whistleblower è il singolo strumento più efficace nel combattere corruzione e frodi”. Francesca Businarolo, la ‘madrina’ della legge italiana: “Accantonammo quell’idea perché da una parte può essere incentivo ma anche stimolo per segnalazioni superficiali”

Quando si parla di whistleblower, la distanza tra l’Italia e gli Stati Uniti sembra davvero incolmabile. A partire dai problemi linguistici: non esiste una traduzione esatta che colga il senso e le sfumature del termine inglese (la Crusca suggerisce di usare ‘allertatore civico’). Ed è grave il fatto che in un paese come l’Italia, con un problema endemico di corruzione, non si guardi ai modelli che in altri Paesi funzionano.

Chi sono i whistlebower Più di un whistleblower su due è un dipendente pubblico; il 14,2 per cento lavora per, o collabora con, un fornitore della Pubblica amministrazione o un dipendente di società controllate o partecipate (14%). I dirigenti sono poco più del 5%. Ma “parlano” sempre di più anche militari e forze dell’ordine: nel primo semestre 2019 sono già giunte 15 segnalazioni (4,2%). In tutto il 2018 erano state 11.

Appalti illeciti nel mirino I casi più frequenti rimangono gli appalti illegittimi (22,6%). In calo corruzione, cattiva amministrazione e abuso di potere (dal 24,1% del 2018 al 18,7 del 2019). A seguire, concorsi illegittimi (12,3%), cattiva gestione delle risorse pubbliche o vicende di danno erariale (11,5%) e i conflitti di interessi (9%). Oltre un terzo delle segnalazioni arrivano da Regioni ed enti locali (38,3%), ma è in netto aumento la voce ministeri, enti previdenziali, autorità indipendenti, agenzie pubbliche o simili salita dal 17,6 al 27,7%. Whistleblowing, due segnalazioni al giorno. In crescita le denunce al Sud e da parte degli statali. I dati del IV rapporto annuale. Cantone: “Una cultura che sta prendendo piede, ma ancora tanti preferiscono l’anonimato” Oltre due segnalazioni di illeciti al giorno, e un trend in crescita, soprattutto al Sud, con un trend in crescita, specialmente dal Sud, da parte perlopiù di dipendenti pubblici, in particolare per appalti illegittimi. È quanto emerge dal IV rapporto annuale sul whistleblowing dell’Anac, presentato oggi mattina nella sede romana dell’Autorità dal presidente Raffaele Cantone.

Due segnalazioni al giorno Il rapporto, illustrato dal magistrato Anna Corrado, parte dalle cifre assolute: nel 2018 l’Anac ha ricevuto 783 segnalazioni (65 al mese), più del doppio rispetto alle 364 del 2017. Nei primi sei mesi del 2019 ne sono giunte già 439 (73 al mese). L’82 per cento delle segnalazioni arriva tramite l’app protetta lanciata da Anac a febbraio 2018, le altre per posta cartacea. Nel 2019 aumentano le segnalazioni dal Sud e dalle isole (dal 41,3 per cento del 2018 al 51,7 al 30 giugno), in flessione il Centro (da 22,9 a 20,1) e il Nord (da 32,1 a 26 per cento). – Continua su fonte CONTINUA A LEGGERE >> VIDEO CORRELATI:

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