Ambiente e salute

Mose, cerniere devastate dalla ruggine. Le condizioni dell’opera note da tempo

By admin

August 06, 2019

06/08/2019 – “Anni di polemiche, di parole, di idiozie, se mi è consentito, di efferate balle raccontate artatamente per rallentare quella che oggi possiamo definire, ma potevamo farlo anche ieri, come l’opera di ingegneria idraulica piu’ avanzata della storia dell’umanita”. Così parlava un tempo Giancarlo Galan, governatore del Veneto, finito in carcere per lo scandalo Mose. Evidentemente non si trattava di una mirabilia, se le “cerniere” ora sono divorate dalla ruggine, come dimostra l’appalto da 34 milioni di euro varato dal Consorzio Venezia Nuova. Proprio riferendosi a questa fondamentale componente, che serve ad alzare le dighe mobili, Galan gongolava, riferendosi alla produzione padovana (impresa Fit) delle cerniere: “Solo questo dovrebbe lasciarci emozionati e soddisfatti per quello che siamo riusciti a fare, lì fuori in un’azienda a Selvazzano, a pochi chilometri da dove sono nato, con tutti i prodotti in larghissima misura di questa Terra. Questo è il simbolo della nostra imprenditoria, della capacità di innovare, dell’essere davanti a tutti di fronte al mondo”.

A distanza di qualche anno, basta scorrere i documenti del Consorzio Venezia Nuova per capire come paratie e cerniere siano lontane dall’essere un’opera perfetta. Il fatto è che i responsabili sapevano da tempo che erano in cattive condizioni, anche se ufficialmente, negli ultimi anni, si sono registrate solo smentite. Adesso i documenti, allegati al bando, raccontano un’altra storia.

Cominciamo dall’agosto 2017. In un incontro al Consorzio, il professor Carlo Brutti illustra quanto è stato svolto in un sopralluogo a Malamocco, dopo un allagamento. “Sono state svolte le prove di permeabilità sia sulle opere strutturali non trattate sia su quelle ripristinate dalle imprese in seguito alle osservazioni. E i risultati hanno evidenziato che i calcestruzzi trattati dall’impresa per risolvere i problemi riscontrati hanno fornito risultati peggiori di quelli non trattati”. L’umidità e le infiltrazioni non erano state sconfitte. Da tempo il problema dei materiali era tenuto presente. Non a caso nel dicembre 2017 il Provveditore alle Opere pubbliche del Triveneto, Roberto Linetti, scrive una lunga mail a Francesco Ossola, uno dei commissari che si occupano del Mose dopo gli arresti avvenuti alcuni anni fa. Già allora chiedeva una gara riguardante i materiali e lo stato degli “steli” delle cerniere. Auspicava la “stesura di un disciplinare tecnico per la realizzazione degli altri 42 steli che tenga conto delle osservazioni/suggerimenti RINA (Registro Navale Itaiano, ndr) e Isecke (un esperto internazionale, ndr), risultati della sperimentazione sui due prototipi”. E aggiungeva: “La gara internazionale, suddivisa in fasi distinte, permette di ri-focalizzare, dopo la realizzazione dei prototipi, il disciplinare per le successive fasi di produzione, se necessario. La tempistica di tali fasi sarà guidata dai risultati dello studio sulla vita residua, dando priorità alla produzione/sostituzione di quegli steli che risulteranno veramente compromessi”. Un lavoro sul campo e che dovrebbe avvenire a fasi successive, senza sostituire tutte le componenti. – [Continua su FONTE] CONTINUA A LEGGERE >> Dal momento che sei qui…. … abbiamo un piccolo favore da chiedere. Scegliere di mantenere gratuito l’accesso a un SITO di informazioni come Lonesto.it significa dover contare anche sulla pubblicità: questa è la ragione per cui vedi tanti annunci. Se vuoi contribuire a migliorare il nostro giornale, basta davvero poco. Quindi Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste 5€, potremmo permetterci di far crescere lonesto.it negli anni a venire senza pubblicità.

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