Cronaca

Legge Elettorale: nome ‘Italicum’ non piace, meglio il ‘Bastardellum’

By admin

January 27, 2014

Fioccano i nomi per le proposte di modifica al testo base dell’Italicum. A coniarne di nuovi e’ oggi Il Mattinale, la nota politica redatta dallo staff del gruppo di Forza Italia alla Camera, che sforma il ‘Costarellum’, dal nome del capogruppo Ncd Enrico Costa, il ‘Bastardellum’ e il ‘Moncarellum’. Andiamo con ordine: “Costarellum. L’amico Enrico Costa del Ncd – si legge sul Mattinale – propone di non fare una legge elettorale che comprenda il Senato. Non sa che il capo dello Stato non puo’ promulgare una legge elettorale che non sia autoapplicativa. Non puo’ non constatare l’evidente incostituzionalita’ di una legge elettorale che prescinde dall’esistenza di articoli ancora sussistenti della Costituzione. Propone il Moncarellum, inaccettabile”.

Quanto al ‘Bastardellum’, Il Mattinale scrive: “Viva il Bastardellum. E’ un bellissimo complimento per la legge elettorale. E’ l’eterogenesi dell’insulto. Chiunque ami i cani lo sa. I bastardelli sono i piu’ intelligenti, fedeli, longevi, poco viziati, adattabili ma fermi. E qualche volta sanno mordere per difendere la casa e il padrone. Che nel caso della legge in questione e’ la democrazia e sono gli italiani che hanno diritto a essere governati, senza trucchi e senza inganni, e senza annegare o annaspare nella palude”. Per il Mattinale “l’Italicum e’ figlio di un matrimonio politico istituzionale, esito di un nobile compromesso. Nasce dall’incontro tra due culture di origine e storia diversa. I cui leader, nonche’ legali rappresentanti, hanno reciprocamente accettato di rinunciare a qualcosa delle loro idee e dei loro progetti, hanno confezionato la proposta e si sono presi la responsabilita’ di chiedere al Parlamento di farla propria. In primis questo e’ compito di Renzi, che e’ segretario del partito di maggioranza relativa. Insomma, viva il Bastardellum. Vietata la vivisezione del medesimo. Morirebbe con lui la legislatura. E se invece viene approvato? Noi diciamo e ribadiamo: pacta servanda sunt. Bisogna fare prima la riforma del Titolo V e superare il Senato. Diciamo pero’ che se il governo e’ cosi’ bravo insieme alla sua maggioranza di aiutare il Paese a uscire dalla crisi economica e a fare le riforme costituzionali, tanto vale che vada fino al 2018. Ci chiediamo semmai – sottolinea ‘Il Mattinale’ – perche’ in passato la regola e’ stata che appena la legge elettorale si approva si va alle urne. E perche’ mai Renzi abbia espresso il parere che si pu o’ andare al voto anche durante il semestre europeo, cioe’ in autunno”. E sulle tempistiche ‘Il Mattinale’ e’ chiaro: “Dare al governo la delega per disegnare i collegi e le circoscrizioni elettorali vuol dire avere una legge pronta solo tra cinque o sei mesi, non per cattiva volonta’ del ministro dell’Interno, sia chiaro, ma per la complicazione obiettiva delle procedure. Con il risultato che avremmo una legge approvata da Camera e Senato ma con una lunga vacanza di applicabilita’ della medesima, con l’esito di negare la possibilita’ che il Paese vada alle urne, cio’ che e’ anticostituzionale. Mettiamo piuttosto in mano al Parlamento – conclude la nota politica di FI – e dunque agli uffici studi della Camera, in coordinamento con quello del Senato, la pratica. Uniremo responsabilita’ del Parlamento a rapidita’”. (AGI) – Roma, 27 gen 2014