Cronaca

Isee, furbetti ed evasori rubano 2 miliardi l’anno alle famiglie oneste

By admin

January 28, 2014

27/01/2014 – Evasori e furbetti dell’Isee scalano le classifiche del welfare e sottraggono ogni anno alle famiglie oneste 2 miliardi in servizi sociali. Grazie a mini-dichiarazioni dei redditi ottengono, infatti, circa il 20% delle risorse assegnate con l’Indicatore della situazione economica equivalente per l’accesso agli asili nido o alle borse di studio. È quanto emerge da una ricerca di Lef, l’Associazione per la legalità e l’equità fiscale, presentata a tre giorni dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto che rivoluziona la materia. Anche alla luce delle nuove regole, però, basta nascondere al fisco piccole somme per alterare significativamente le graduatorie e con un’evasione di 10 mila euro si può ottenere un vantaggio fino al 70% rispetto a chi, nella stessa situazione, dichiara tutto. Per esempio, una famiglia con due figli minori, reddito di 31.600 euro, abitazione propria e patrimonio mobiliare di 8 mila euro, se evade 1.000 euro ha un vantaggio illegale del 4%, che sale al 17% con un’evasione di 5 mila euro, al 34% con 10 mila euro e raggiunge il 68% con 20 mila euro in nero.

In questo contesto, secondo l’associazione, «il nuovo Isee cerca di dare una risposta alle principali criticità» dello strumento e «differenzia in modo più equo i valori assoluti dell’indicatore». «La strada è sicuramente quella giusta, ma bisogna andare oltre nell’ottica di un’amministrazione che acquisisce in tempo reale le informazioni, le corregge e le utilizza immediatamente», afferma l’ex direttore dell’Agenzia delle entrate Massimo Romano. Già dall’8-9 giugno, intanto, quando le nuove regole diventeranno operative, saranno impossibili alcuni trucchetti grazie a «controlli più efficienti e all’acquisizione diretta delle informazioni dagli archivi delle dichiarazioni dei redditi» o dei rapporti dei contribuenti con le banche, spiega il viceministro del Lavoro, Maria Cecilia Guerra. Fino ad oggi, infatti, il 25% delle dichiarazioni dei redditi ai fini dell’Isee era sottostimata persino rispetto a quanto lo stesso cittadino dichiarava al fisco e l’80% dichiarava patrimoni mobiliari, tra conti e titoli, pari a zero. fonte