Ambiente e salute

Riciclare le batterie delle auto elettriche? La tecnologia c’è ed è italiana

By admin

September 25, 2019

25/09/2019 – Potrebbe nascere una nuova industria di eccellenza tutta italiana, quella del riciclo della batterie al litio delle auto elettriche. E non si tratta dei soliti proclami o di una narrazione votata più al marketing che alla sostanza, anzi. La tecnologia c’è ed è in fase di brevetto a livello europeo. Il sistema messo a punto grazie alla collaborazione tra il Cobat, tra i promotori della terza edizione di e_mob 2019, il Cnr-Iccom di Firenze e il Cnr-Itia di Milano, sotto il coordinamento del Politecnico di Milano, consente il trattamento ed il riciclo a costi sostenibili delle materie prime contenuti nelle batterie che forniscono energia ai veicoli elettrici, in particolare di quei metalli e minerali rari come il cobalto, il nickel, il manganese e, appunto, il litio.

Più auto elettriche, più batterie da smaltire In uno scenario in cui si stima che, solo in Italia, nel 2020 dovrebbero essere immatricolate 11 mila auto tra elettriche, ibride e plug-in, risulta evidente come in un breve lasso di tempo sia necessario mettere in piedi una filiera capace di assorbire, gestire e raccogliere in sicurezza gli accumulatori. Quest’ultimi infatti non sono come le classiche batterie montate sulle automobili odierne, quasi interamente riciclabili e per cui esiste una filiera ben avviata. “La criticità delle batterie è strettamente legata alla sicurezza, data l’infiammabilità del litio”, spiega Luigi De Rocchi, responsabile studi e ricerche del Cobat. “La complicazione arriva in particolare dalla gestione della black mass odierna, e dall’impossibilità di estrarre il litio e gli altri minerali come cobalto, nickel, manganese in maniera efficiente”.

Oggi infatti la quasi totalità delle batterie al litio viene gestita in impianti appositi in Germania, dove vengono trattate tramite un processo definito “pirometallurgico”, dove si impiegano alte temperature per bruciare letteralmente gli accumulatori. Ciò che ne rimane è la cosiddetta black mass, la componente attiva, che contiene ancora minerali rari e che viene in genere gestita in Cina o nel Sud est asiatico.

“Dal punto di vista tecnologico in Italia non esistono impianti che possano riciclare queste batterie. Cobat ha così sviluppato un brevetto per un processo idrometallurgico”, continua De Rocchi. “In questo modo massimizziamo il recupero del litio”. Il sistema, spiegano dal consorzio, si basa sulla messa in sicurezza degli accumulatori e sull’impiego di soluzioni acide per poter arrivare al recupero dei minerali. “In Europa non c’è nessuno che abbia sviluppato questo tipo di tecnologia”, spiega De Rocchi. “L’Italia quindi potrebbe giocare un ruolo importante in un’ottica di economia circolare”. Allungare la vita delle batterie Ma c’è un’altra strada da percorrere, prima di mandare “al macero” le batterie: riutilizzarle come storage nell’accumulo di energia elettrica. “In media la vita utile di una batteria al litio impiegata nelle auto elettriche ha una vita utile di circa otto anni, dopodiché iniziano a perdere la forza trainante”, sottolinea De Rocchi. “Ma riutilizzandole per lo storage possono raddoppiare la loro durata”. Infatti questo tipo di accumulatori ben si prestano allo scopo del riutilizzo, poiché conservano ancora una capacità di carica pari anche all’80 per cento di quella originaria. Le opportunità dunque non mancano, sopratutto per quella che probabilmente sarà una grande rivoluzione nel sistema dei trasporti. Si tratta solo di non perdere l’occasione. – [LaStampa.it] CONTINUA A LEGGERE >> VIDEO CORRELATI Dal momento che sei qui…. … abbiamo un piccolo favore da chiedere. Scegliere di mantenere gratuito l’accesso a un SITO di informazioni come Lonesto.it significa dover contare anche sulla pubblicità: questa è la ragione per cui vedi tanti annunci. Se vuoi contribuire a migliorare il nostro giornale, basta davvero poco. Quindi Se tu e tutti coloro che stanno leggendo questo avviso donaste 5€, potremmo permetterci di far crescere lonesto.it negli anni a venire senza pubblicità.

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