Ambiente e salute

All’Ospedale del Mare di Napoli,10 reparti nuovi mai entrati in funzione: “Non c’è personale”

By admin

September 27, 2019

27/09/2019 – L’Ospedale del Mare è costato quasi 400 milioni di euro e ci sono voluti quasi 12 anni per costruirlo. Ad un anno dall’ennesima inaugurazione, svolta questa volta dal governatore in carica Vincenzo De Luca, siamo andati a verificare con una telecamera nascosta la funzionalità dei reparti. Ben 10 reparti di quello che doveva essere l’ospedale che avrebbe cambiato la sanità a Napoli, sono chiusi. Perfettamente attrezzati ed allestiti ma completamente chiusi.

La mancanza di personale, soprattutto degli infermieri, ha resto il costosissimo ospedale una scatola vuota. Oltre ai reparti chiusi anche i macchinari all’avanguardia presenti nella struttura restano fermi e chiusi nelle stanze a causa delle carenze di personale nell’area tecnica.

Le sale operatorie: su 9 sale solo 3 aperte Gli infermieri non possono parlare con i giornalisti, frutto del patto siglato con l’azienda. Quelli che incontriamo restano anonimi e ci spiegano la situazione incredibile delle sale operatorie. L’ospedale del mare ha 9 sale operatorie, attrezzate e all’avanguardia, attualmente di queste ne funzionano solo 3 di mattina, a cui si aggiunge una d’urgenza, mentre nel pomeriggio ne funzionano solo 2 a cui si aggiunge una d’urgenza. Nemmeno la metà delle sale operatorie è funzionante. Complessivamente gli infermieri presenti sono 17, divisi su due turni a cui si aggiungono altri 2 infermieri che svolgono i turni di 24 ore. Per poter far funzionare a pieno regime tutte le sale operatorie servirebbero almeno 27 infermieri, contando un minimo di 3 infermieri per ogni sala operatoria. Il personale infermieristico è sottoposto ad un carico di lavoro incredibile:

“L’intera ASL Napoli 1 non svolge il monte ore di straordinario che viene fatto dagli infermieri dell’Ospedale del Mare” sottolinea Cerullo. Il lavoro è massacrante e negli ultimi mesi gli infermieri si stanno rifiutando di fare lo straordinario, nonostante i guadagni maggiori i turni sono diventati spropositati, preferiscono guadagnare di meno. Il sottoutilizzo della sale operatorie sta demotivando i medici dell’Ospedale. “Qui non si opera, che ci stiamo a fare?” borbottano nei corridoi. In molti stanno pensando di lasciare, si confida poco nella possibilità di uno sblocco rapido delle assunzioni da parte della Regione Campania per rendere pienamente operativo l’ospedale da 400 milioni di euro. Il collegamento col caos barelle all’ospedale Cardarelli Il solo vero ospedale funzionante a Napoli resta il “Cardarelli” e gli effetti di questa situazione si fanno sentire. Barelle ovunque, nei corridoi, accanto agli ascensori, in chirurgia d’urgenza, all’OBI, al pronto soccorso, pazienti in attesa per ore e ore. Il personale del “Cardarelli” di più non può fanno i salti mortali. I pazienti che arrivano al Cardarelli vengono da ogni parte della Campania, e anche da fuori Regione, dal Molise e dalla Basilicata. Poco più di un mese fa il caso di un paziente con gravi ustioni, rifiutato dalle strutture della provincia di Salerno fu ricoverato al centro grandi ustionati del Cardarelli, anche se non vi era posto e fu sistemato in medicheria in condizioni di precaria sterilizzazione dell’ambiente. L’ospedale più grande del Sud Italia potrebbe essere decongestionato in maniera importante se le strutture dell’ospedale del mare fossero pienamente funzionanti. L’apertura di tutti i reparti, l’uso di tutte le sale operatorie, renderebbe l’ospedale del mare non una scatola vuota ma una struttura sanitaria funzionante (e anche di altissimo livello), ma soprattutto darebbe ossigeno al Cardarelli, ormai ridotto al collasso.

Il sistema sanità a Napoli: Loreto Mare e San Paolo Insomma il sistema non funziona, l’apertura dell’ospedale del mare, nonostante i 12 anni trascorsi per metterlo in funzione, è stata probabilmente prematura, senza personale e senza tecnici. Intanto gli altri ospedali, dal “Loreto Mare” al “San Paolo” hanno visto i propri reparti chiudersi man mano, così come il personale che piano piano è stato ridotto. Ma mentre avveniva questa dismissione di pari passo sarebbe dovuto entrare a pieno regime l’ospedale del mare. Così non è stato ed il solo Cardarelli non è sufficiente per poter garantire in efficienza e dignità l’assistenza sanitaria ospedaliera ai cittadini napoletani. Una responsabilità che stride a dir poco con il continuo e petulante elogio della sanità campana fatto dal governatore Vincenzo De Luca. Della questione si occupò l’ex ministro della Salute Giulia Grillo, ora la patata bollente passa all’attuale responsabile del dicastero, Roberto Speranza. Avere bravi medici e buone strutture serve a poco se l’organizzazione generale, frutto delle scelte della politica, fa acqua da tutte le parti. – [FANPAGE.IT] CONTINUA A LEGGERE >>

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