Ambiente e salute

L’Eparina potrebbe rappresentare una svolta nella lotta al CoronaVirus

By admin

April 12, 2020

12/04/2020 – Se il cuore del problema sono i trombi che si formano nei pazienti positivi, l’eparina potrebbe rappresentare una svolta. L’eparina, farmaco anticoagultante conosciuto praticamente da tutti, potrebbe rappresentare una decisiva svolta nella lotta contro il coronavirus.Perchè utilizzare l’eparina contro il coronavirus? Sono già stati attuati diversi protocolli sperimentali che includono “cocktail” di più farmaci per stimolare l’organismo a reagire al covid19, ma continuamente si pensa a nuove idee per arrivare al cuore del problema. Un farmaco anticoagulante favorisce la fluidificazione del sangue prevenendo la formazione di trombi che, in molti casi, possono portare il paziente alla morte. Nel contesto pandemico in cui ci troviamo, sembrerebbe che l’eparina possa rappresentare un valido nemico del coronavirus. Questo perchè il covid19, tra le altre cose, favorisce la formazione di trombi: è quanto rilevato con esami autoptici in seguito a decessi per coronavirus.

Alcuni medici, che preferiscono restare ancora nell’anonimato, si sono espressi in merito: “Il problema principale non è il virus,ma la reazione immunitaria che distrugge le cellule dove il virus entra. Il problema è cardiovascolare, non respiratorio. La gente va in Rianimazione per tromboembolia venosa generalizzata, soprattutto (ma non solo) polmonare (sono attesi anche gli esami autoptici sul cervello, ndr). Molti morti, anche quarantenni (ecco spiegati presumibilmente i decessi di persone giovani, ndr), avevano una storia di febbre alta per 10-15 giorni non curata adeguatamente. L’infiammazione ha distrutto tutto e preparato il terreno alla formazione dei trombi. Non era facile capirlo perché i segni delle microembolie apparivano sfumati, anche all’ecocardio“.

Ed anche a Bari si sta pensando di approcciare con un cocktail di antinfiammatori e anti coagulanti, tra cui l’eparina, per ovviare ai problemi di cui sopra. In particolare, è importante osservare l’iter della malattia stessa: cosa succede una volta che sono attaccati i polmoni? Per rispondere a questa domanda, bisogna studiare soprattutto i casi di decessi senza particolari quadri clinici compromessi, e cercare di arrivare al cuore del problema smascherando effettivamente le cause del decesso. “Non vorremmo sembrare eccessivi, ma crediamo di aver dimostrato la causa della letalità del Coronavirus. Se così fosse non servono le rianimazioni e le intubazioni perché innanzitutto devi sciogliere, anzi prevenire, queste tromboembolie. Serve a poco ventilare un polmone dove il sangue non arriva. L’efficacia del trattamento terapeutico, poi, ci induce a ritenere che sia questo il motivo principale per cui in Italia le ospedalizzazioni si riducono (come registrato anche dalla Gazzetta – ndr). Sta diventando una malattia curabile a casa. Per me si potrebbe tornare alla vita normale e riaprire le attività commerciali. Insomma, basta con le attuali restrizioni. Non subito, certo. Ma molto presto.“A Bari si lavora già ad un documento da sottoporre ai dovuti controlli. In questo documento è spiegato come mai un paziente arrivi fino alla terapia intensiva, mostrando quanto intensa sia la reazione infiammatoria che il coronavirus scatena nell’organismo, che, danneggiando le cellule sui vasi sanguigni, provoca lo stesso processo che si innesca con una ferita: l’organismo riconosce il danno come lesione e comincia a produrre coaguli che provocano i trombi. L’obiettivo sarebbe quello di approvare un protocollo per prevenire un tale meccanismo ed evitare che un paziente affetto da covid19 giunga alla terapia intensiva: la cura con eparina potrebbe essere somministrata da casa senza la necessità di far pervenire il soggetto in terapia intensiva. – [lagazzettadelmezzogiorno.it]

“Poiché l’uso terapeutico delle eparine a basso peso molecolare sta entrando nella pratica clinica sulla base di evidenze incomplete e con importanti incertezze anche in merito alla sicurezza, si sottolinea l’urgente necessità di studi randomizzati che ne valutino efficacia clinica e sicurezza”. A sottolinearlo è l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che pubblica una nota sulle eparine a basso peso molecolare dopo che “alcune fonti indicano il farmaco come utile nella cura di Covid-19”.

Ma per quali pazienti è eventualmente raccomandabile? A quali dosaggi e in quali forme? A queste e ad altre domande risponde una scheda elaborata dalla Commissione tecnico scientifica dell’Aifa. Che precisa, riferendosi a quanto suggerito per i casi gravi: “Poiché tale indicazione si basa su evidenze molto preliminari, può essere considerata solo dopo un’attenta valutazione caso per caso”. La scheda riporta le prove di efficacia e sicurezza disponibili al momento, fornendo ai clinici elementi utili a orientare la prescrizione e a definire un rapporto fra i benefici e i rischi sul singolo paziente. “Mentre le scelte terapeutiche della prima fase e della seconda fase iniziale della malattia Covid19 dovrebbero mirare al contenimento della crescita virale – si legge – nella seconda fase avanzata e nella terza fase della malattia l’obiettivo dovrebbe essere il contenimento dell’iperinfiammazione e delle sue conseguenze utilizzando farmaci biologici che bloccano la cascata citochinica e verosimilmente anche il cortisone, le Ebpm o le eparine non frazionate a dosi terapeutiche sfruttando le loro proprietà anticoagulanti e non solo. E’ stato dimostrato che scelte terapeutiche tempestive possono migliorare l’esito clinico”. In tale complesso quadro le eparine a basso peso molecolare si collocano: nella fase iniziale della malattia quando è presente una polmonite e si determina una ipomobilità del paziente con allettamento. In questa fase l’Ebpm dovrà essere utilizzata a dose profilattica allo scopo di prevenire il tromboembolismo venoso. Nella fase più avanzata, in pazienti ricoverati per contenere i fenomeni trombotici a partenza dal circolo polmonare come conseguenza dell’iperinfiammazione. In tale caso le Ebpm dovranno essere utilizzate a dosi terapeutiche”.

“L’uso delle eparine a basso peso molecolare nella profilassi degli eventi trombo-embolici nel paziente medico con infezione respiratoria acuta e ridotta mobilità – prosegue Aifa – è raccomandato dalle principali linee guida e deve continuare per l’intero periodo dell’immobilità. L’enoxaparina è indicata per tale uso clinico alla dose di 40mg al giorno”.

“L’uso delle Ebpm nei casi gravi di Covid-19 può essere considerato nei pazienti che presentano livelli di D-dimero molto superiori alla norma (4-6 volte) e/o un punteggio dello score Sic>4. Poiché tale indicazione si basa su evidenze molto preliminari, può essere considerata solo dopo un’attenta valutazione caso per caso. È importante inoltre considerare che lo studio retrospettivo sopra descritto indica che nei pazienti che non mostrano pari livelli di attivazione della coagulazione, la somministrazione di eparina non apporta benefici, ma potrebbe anche indurre un peggioramento. L’effetto negativo è particolarmente evidente nei pazienti che mostrano livelli di D-dimero nei limiti della norma”.. CONTINUA A LEGGERE >>

Covid-19, l’Oms lancia raccolta fondi

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