Ambiente e salute

Coronavirus, Annalisa Capuano: “Una molecola contro le tre fasi della malattia”

By admin

April 14, 2020

14/04/2020 – Lo definiscono “riposizionato”. Significa che si tratta di un farmaco che è già in commercio per curare altre malattie. E che adesso potrebbe rivelarsi la chiave di volta per combattere il virus pandemico. L’ultima molecola di cui gli scienziati stanno per sperimentarne l’efficacia contro Covid-19 si chiama gabesato mesilato ed è da anni lo strumento terapeutico per il trattamento della pancreatite acuta. Annalisa Capuano, farmacologa clinica della Vanvitelli e allieva di Franco Rossi, professore emerito di Farmacologia, insieme al collega Giorgio Recagni, ordinario a Milano e presidente della Società italiana di Farmacologia, ha intuito la potenzialità di una molecola che si è dimostrata valida ad agire su tre fronti. Proprio quelli che caratterizzano l’infezione causata dal coronavirus: «La prima fase è caratterizzata dalla viremia, quando il virus inizia a replicarsi e che, però, può decorrere in maniera favorevole. La seconda arriva se l’organismo non ce la fa a contrastare la replicazione virale».

Professoressa Capuano, fermiamoci qui prima di passare alla terza fase: cosa significa “l’organismo non ce la fa”? «Che si instaura un quadro infiammatorio a cascata: prima coinvolge i polmoni (con una polmonite bilaterale interstiziale), poi, l’infiammazione diventa più importante e si scatena la tempesta citochinica (processo infiammatorio innescato dal sistema immunitario)».

Processo a cascata? «Infatti. E la terza fase arriva quando la marcata infiammazione cui accennavo, inizia a causare alterazioni vascolari severe che, a loro volta, determinano fenomeni trombotici non solo a livello dei polmoni, occludendone gran parte dei piccoli vasi, ma anche coinvolgendo tutto il sistema microvascolare. A questo punto si instaura una condizione estremamente grave, la “coagulazione intravasale disseminata” (Cid)».

Gabesato contrasta le tre fasi contemporaneamente? «È così. Intanto le spiego. Le autopsie sulle povere vittime da Covid-19 hanno dimostrato quadri molto severi di Cid. Ecco perché si è deciso di somministrare anche l’eparina che, però, può potenzialmente causare emorragie. Perciò, abbiamo pensato a una molecola che non presenti lo stesso rischio, e il gabesato risponde a questa necessità e serve anche a contrastare le altre due fasi dell’infezione da Covid-19».

Gabesato inibisce un enzima: come agisce? «Appartiene alla categoria dei cosiddetti “inibitori delle proteasi feriniche”: sono enzimi presenti soprattutto sulla superficie delle cellule polmonari ». Cosa fa il coronavirus quando si imbatte su questi enzimi? «Si aggancia a questi ultimi attraverso, lo spike-protein (fa parte dell’involucro esterno del virus) che gli consente di raggiungere la cellula bersaglio, legandosi al suo recettore. E così, da questa porta d’ingresso invade l’organismo».

Quindi contrasta la replicazione? «Sì, in un certo senso, perché inibisce l’accesso del virus nelle cellule e pertanto contrasta la viremia. Poi, svolge un ruolo antinfiammatorio riducendo la produzione di citochine, in particolare TNF-alfa. Infine ha un buon profilo di tollerabilità, ma va somministrato entro 48 ore dall’insorgenza dei sintomi. Ci hanno scritto dall’Imperial College di Londra e da altri centri per partecipare al protocollo che sto allestendo. Sarà coinvolto il Cotugno, ovviamente: l’autorizzazione dell’Aifa dovrebbe arrivare entro una settimana, Partiremo con circa 80 pazienti». . CONTINUA A LEGGERE >> VIDEO CORRELATI:

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