Ambiente e salute

Covid19 e 41 bis: Bonafede, presto decreto legge per riportarli in carcere

By admin

May 06, 2020

06/05/2020 – “E’ in cantiere un decreto legge che permetterà ai giudici, alla luce del nuovo quadro sanitario, di rivalutare l’attuale persistenza dei presupposti per le scarcerazioni dei detenuti di alta sicurezza e al 41 bis”. Così il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede al question time alla Camera, confermando quanto anticipato da fonti ministeriali. Gran parte delle recenti scarcerazioni di boss sono state disposte per gravi patologie, ma molte ordinanze fanno esplicito riferimento all’emergenza da Covid-19. Il ministro ha quindi rivendicato la sua “massima determinazione” nella lotta alla mafia, parole accolte da brusii in Aula.

La questione                                                                                                                                                           La gestione di una norma come quella annunciata dal Guardasigilli non è di facile gestione dal punto di vista giudiziario, e non solo perché un dl, affinché un magistrato non decida autonomamente ‘in periferia’ senza avere pareri della direzione nazionale antimafia, è già stato varato da poco. “Un Pm – osserva per esempio un deputato del Pd – potrebbe già chiedere la revoca di una misura se sono venuti meno i presupposti di quel provvedimento”. Non lo è nemmeno dal punto di vista politico. Perché, al di là del ‘caso Di Matteo’ – sul quale Bonafede è intervenuto oggi rispondendo al ‘Question time’ alla Camera (domani, invece, al Senato) – che continua ad agitare il Movimento 5 stelle, l’obiettivo della maggioranza – o perlomeno di Pd-M5s e Leu – è quello di fare da ‘scudo’ al Guardasigilli. “Perché – osserva un ‘big’ della maggioranza – Bonafede non è un membro qualunque, è capo delegazione dei Cinque stelle”.  Al responsabile di via Arenula viene imputata, anche all’interno della formazione rosso-gialla, la responsabilità politica della gestione del Dap. “E sul Dap – osserva un’altra fonte – stanno emergendo delle lacune preoccupanti”. Italia viva potrebbe tornare alla carica e ritirare fuori dal cassetto la mozione di sfiducia nei confronti di Bonafede, non per il ‘caso Di Matteo’ (“c’è in gioco la separazione dei poteri”, ha spiegato ieri il capogruppo di Iv Faraone), quanto per l’operato del dicastero sulla politica penitenziaria.

La priorità ora è quella di dare un messaggio forte nella lotta alla mafia                                                 Questa sera si dovrebbe tenere anche una riunione dell’Antimafia per valutare la situazione. Bonafede, al di là del question time, dovrebbe riferire pure in Commissione Giustizia a Montecitorio la prossima settimana. Il centrodestra  pronto ad andare all’attacco del ministro difeso a spada tratta dal premier Conte che anche oggi sulla ‘querelle’ tra Bonafede e il magistrato Di Matteo è tornato a bollare come irrealistica l’ipotesi che il ministro abbia subito delle pressioni dei boss per quanto riguarda la nomina al Dap.

Crimi: da Bonafede dl per boss in cella                                                                                                                      “Le persone che sono state scarcerate lo sono state su decisione dei magistrati di sorveglianza. Le decisioni vengono prese dai giudici. Quelle leggi che hanno applicato sono leggi precedenti al ministro Bonafede. Oggi il ministro Bonafede ha fatto un decreto legge per impedire che ciò avvenga di nuovo e che un magistrato decida autonomamente senza avere dei pareri della direzione nazionale Antimafia e so che sta lavorando anche a una misura per riportarli in carcere, una volta venute meno le condizioni per l’emergenza” ha detto il capo politico di M5s Vito Crimi a Radio 24.

De Raho: bene aperture Bonafede “Evidentemente andranno rivalutate tutte quante le posizioni e laddove c’è la possibilità di impugnazione probabilmente il ministro rappresenterà che sono disponibili posti nei centri ospedalieri, ma bisognerà vedere se il magistrato accoglie le istanze che dovrebbero comunque arrivare dalla magistratura. E’ un quadro che il ministro della Giustizia sta approfondendo e laddove ci sono aperture, è un’ottima soluzione individuare spiragli in cui almeno i più pericolosi possano rientrare nel carcere”. Lo ha detto il procuratore Antimafia, Federico Cafiero de Raho, rispondendo a una domanda sulle iniziative del ministro della Giustizia nel corso della conferenza stampa per la presentazione delle iniziative per l’anniversario della strage di Capaci. – [FONTE] CONTINUA A LEGGERE >>

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