Ambiente e salute

Corruzione, ai domiciliari il Procuratore di Taranto: lo stesso provvedimento anche per un ispettore di Polizia e tre imprenditori

By admin

May 19, 2020

19/05/2020 – Il Procuratore della Repubblica di Taranto, C. M. C., è agli arresti domiciliari con l’accusa di corruzione in atti giudiziari. Lo stesso provvedimento è stato eseguito a carico di un ispettore della Polizia in servizio nella Procura tarantina e di tre imprenditori della provincia di Bari. L’inchiesta, cominciata un anno fa, è portata avanti dalla Procura della Repubblica di Potenza.

Il Procuratore Carlo Maria Capristo, cercò di indurre il pm di Trani, Silvia Curione, a perseguire ingiustamente una persona per usura facendo temere al magistrato ritorsioni sul marito, il pm Lanfranco Marazia, suo sostituto alla Procura jonica. E’ quanto emerge dalle indagini. Nell’inchiesta, è indagato per abuso d’ufficio e favoreggiamento l’ex Procuratore della Repubblica di Trani, Antonino Di Maio.

Le accuse a carico di D Maio si riferiscono agli atti da lui eseguiti dopo aver avuto una relazione di servizio dal sostituto S. C. “in ordine alle pressioni ricevute da un ispettore di Polizia (M. S.) a nome di Capristo”. L’accusa di favoreggiamento – secondo la Procura della Repubblica di Potenza – si sostanziò nelle scelte di Di Maio di “procurare l’impunità di C. M. C.”, tenendo alcuni “comportamenti omissivi”, cioè non verificando se il Procuratore di Taranto fosse coinvolto nella vicenda del processo a carico di una persona estranea all’accusa di usura. C. e S., inoltre, sono «gravemente indiziati di truffa ai danni dello Stato e falso»: l’ispettore risultava presente in ufficio e percepiva gli straordinari, ma in realtà stava a casa e svolgeva «incombenze» per conto del Procuratore. Stamani sono state eseguite perquisizioni a carico di altre persone e anche di un altro magistrato, che è indagato per abuso d’ufficio e favoreggiamento personale.

Le accuse a carico di Di Maio si riferiscono agli atti da lui eseguiti dopo aver avuto una relazione di servizio dal sostituto Silvia Curione «in ordine alle pressioni ricevute da un ispettore di Polizia (Michele Scivittaro) a nome di Capristo». L’accusa di favoreggiamento – secondo la Procura della Repubblica di Potenza – si sostanziò nelle scelte di Di Maio di «procurare l’impunità di Carlo Maria Capristo», tenendo alcuni «comportamenti omissivi», cioè non verificando se il Procuratore di Taranto fosse coinvolto nella vicenda del processo a carico di una persona estranea all’accusa di usura.​ – [ANSA] CONTINUA A LEGGERE >>

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