Ambiente e salute

La Camera boccia il tetto alle pensioni massime: pochi 3.200 euro al mese

By admin

February 04, 2014

La Commissione Lavoro della Camera ha bocciato una proposta di legge dell’onorevole Meloni per mettere un tetto alle pensioni d’oro. Troppo pochi 3.200 euro netti di pensione al mese. La Commissione Lavoro della Camera dei Deputati ha bocciato, con un emendamento soppressivo votato dalla maggioranza dei deputati, il disegno di legge Meloni che intendeva arginare il fenomeno delle “pensioni d’oro”. La proposta della deputata di Fratelli d’Italia puntava a vietare trattamenti pensionistici superiori a “dieci volte il trattamento minimo dell’Inps”.

Il tetto massimo – considerando anche le pensioni integrative e complementari – avrebbe dovuto essere di 5000 euro lordi, ovvero circa 3.200 netti. Luisa Gnecchi (Pd), ha commentato: “Il ddl Meloni mette insieme le pensioni complementari e quelle integrative: è evidente che pensioni nette da 3.300-3.400 non sono d’oro. Vogliamo affrontare il problema delle pensioni di importo elevato con serietà ed evitando problemi come quelli già avvenuti in passato in tema di pensioni”.

Anche Giorgia Meloni è intervenuta, spiegando che con questa decisione “la commissione dimostra che non si vuole intervenire sulla vicenda. È un segnale pessimo che il Parlamento manda di se stesso”. L’ex ministron della Gioventù in un tweet denuncia il “Tana libera tutti” per “Pd, Sel, Ncd, Fi che votano compatti per sopprimere la proposta di Fratelli d’Italia contro pensioni d’oro”. Poi aggiunge: “Oggi bocciano il taglio delle pensioni d’oro proposto da Fdi, ieri votavano il blocco degli adeguamenti di quelle da 1.400 Euro. Senza vergogna”. FONTE

PENSIONI IN ROSSO

Inps, patrimonio azzerato in quattro anni. Per il 2014 un buco da quasi cinque miliardi. Nonostante le riforme la spesa continua a crescere. Pubblichiamo il bilancio di previsione dell’Istituto, ultimo documento firmato dal presidente dimissionario Antonio Mastrapasqua. Un’erosione da oltre quaranta miliardi, deficit dei fondi previdenziali: a reggere il sistema sono partite Iva e collaboratori a progetto

Il futuro è incerto. Oltre il caso Mastrapasqua piombato sul tavolo di Enrico Letta e del ministro Enrico Giovannini e concluso con le dimissioni del presidente, c’è una questione molto più delicata da risolvere: quella del riequilibrio dei conti. È questo il primo dossier che attende il nuovo presidente, chiamato a mettere mano sul disavanzo dei numeri e sull’imbarazzo degli squilibri sociali tra una gestione previdenziale e l’altra. Purtroppo le aspettative sui costi non gli vengono in soccorso. Rivela il bilancio di previsione: dal 2010 alla fine dell’anno in corso la spesa pensionistica è continuata e continuerà a salire. Era l’11,5% del Pil nel 2010 e sfiorerà il 16% al 31 dicembre 2014. Radiografia di un Paese più vecchio. E più ingiusto Bilanci Inps e Bilancio di previsione 2014