Ambiente e salute

FaR ripartire il Paese in maniera intelligente? Zingaretti! Giù la mascherina! Ecco quelli bravi!

By admin

May 22, 2020

22/05/2020 – In piena emergenza Sars-covid-2, la Regione Lazio richiede l’acquisto di mascherine, chirurgiche, p2 e p3, per 35 milioni di euro; numerose società rispondono chiedendo milioni di euro di anticipo. Capiamo la fretta di concludere il contratto ma era doveroso accertare la serietà dei fornitori soprattutto quando la Regione ha una lunghissima lista di dipendenti e dirigenti dai lauti stipendi che dovevano lavorare e controllare. Sul punto giova ricordare che la Corte di Cassazione con le sentenze n. 29080 e n. 20081 del 2018, ha condannato la Regione Lazio per aver assunto dirigenti esterni oltre il limite di legge.

La regione ha 240 dirigenti e, per legge, ne doveva al massimo richiedere 19 esterni, così tanto per fare clientelismo. Zingaretti ne chiedeva 38. Dopo la sonora sconfitta in Cassazione, una persona perbene e ligia al dovere penserebbe che il numero dei dirigenti sarebbe drasticamente diminuito. Ma che! E’ aumentato sfruttando una serie di norme forse incostituzionali ma che nessuno, al momento, ha ritenuto di adire la Corte Costituzionale. Fatto sta che nessuno ha pensato di controllare chi veniva a chiedere i soldi per far arrivare le mascherine che avrebbero salvato vite umane.

Stando ad alcuni organi di stampa, la Regione Lazio versa come anticipo 11 milioni di euro (9,5 secondo il Fatto) alla Ecotech Srl, di Frascati con appena 10.000 euro di capitale versato, non so se mi spiego. Alla fine sono arrivati solo mascherine chirurgiche per un valore di 2 milioni di euro. Le p2 e p3, e tutto il resto del capitale evaporato. Dalle prime indagini sembra che la regione abbia anticipato a questa società 15 milioni di euro.

In questa vicenda ci sono pure risolti tragicomici. Dopo, solo dopo la commessa della regione, la Ecotech Srl modifica il suo statuto che non prevedeva la fornitura di prodotti medico-sanitari. E che tale commessa sarebbe stata garantita da una polizza con la compagnia dominicana Seguros Dhi-Atlas Ltd.

Questa “ seguros” fa venire in mente i film di Lino Banfi o del maresciallo Girardi invece, grazie a quelli bravi, è tutto vero!

Diciamo che la vicenda poteva finire qui. Invece, siccome ci sono quelli bravi non quei ragazzacci del Movimento 5 Stelle, dalla farsa si passa alla follia. Si viene a sapere che durante la prima fase in cui si cercavano imprenditori in grado di fornire le mascherine appare una proposta di acquisto molto vantaggiosa per la regione da parte di un imprenditore serio che aveva ideato una startup innovativa: stampante in 3D per smartphone. “Lavoro in Cina da 4 anni e ho una fabbrica a Shenzhen, un contratto con il governo cinese: ci occupiamo di nuovi progetti industriali, per cui anche materiale medicale. Sono andato umilmente attraverso il centralino alla Regione e poi sono andato fino alla Protezione Civile, in particolare all’ufficio di Tulumello, nella persona di Roberta Foggia. Ho parlato per circa una settimana, ma è stato un dialogo surreale, quasi assurdo: ho dovuto anche registrare ad un certo punto queste telefonate perché mi sembrava veramente di parlare con un’entità metafisica…”, questa la dichiarazione dell’imprenditore Filippo Moroni a Le Iene. Vivendo e lavorando in Cina era per lui facile contattare le persone giuste ma il suo preventivo non risulta essere stato preso in considerazione, anzi, non ha ricevuto alcuna risposta. Filippo Moroni sostiene di aver offerto, il 19 marzo, mascherine P2 a 1 euro e 89 al pezzo e a questo punto proprio non si capirebbe perché la Regione Lazio ne abbia preferiti altri 3, molto più costosi. pare le abbia acquistate a 3 euro e 50 a mascherina da una ditta, a 3 euro 60 quelle della famosa Ecotech e a 3 euro e 90 da un’altra ditta ancora. Mentre il signor Moroni faceva appelli per superare la burocrazia che bloccava tutto e garantiva entro 7 giorni la commessa, dall’altra parte, il vicepresidente della regione Daniele Leodori, in Consiglio diceva: “Fino al 20 marzo noi abbiamo ovunque cercato aziende che potessero darci un lume di speranza nel reperimento di dispositivi di emergenza”. Il signor Moroni sarebbe stato pure minacciato, da Roberta Foggia, della Protezione Civile, che se non smetteva di telefonare lo avrebbe querelato per stalking. Di tutta questa vicenda si potrebbero fare tante conclusioni. A me non me ne viene nemmeno una. Mi sono rimaste solo parolacce e contumelie. Eccoli quelli bravi, ecco i professionisti della politica. E sbagliano davvero come veri professionisti! – [di Stefano ROSSI] CONTINUA A LEGGERE >>

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