Ambiente e salute

Autostrade fa la voce grossa, M5S, PD, Di Battista: «Atlantia prepotente, via la concessione no a ricatti»

By admin

May 25, 2020

25/05/2020 – Reazioni a catena dopo le decisioni prese da Atlantia sulla questione Autostrade dopo il consiglio di amministrazione di ieri. Atlantia va allo scontro con il governo minacciando lo stop agli investimenti e la possibilità di un contenzioso dall’esito tutt’altro che scontato con lo Stato.

Alessandro Di Battista afferma: «Le minacce di Atlantia contro Buffagni sono inquietanti, siamo tutti solidali con lui. Questo è il modus operandi dei soliti padroni che si sentono potenti non in virtù delle loro qualità etiche e industriali, ma solo per via del sistema di potere che sono riusciti a costruire attraverso il finanziamento di partiti politici e l’acquisto di spazi pubblicitari sui giornali». Di Battista aggiunge: «L’unico modo per farli smettere di fare i prepotenti é revocare la concessione».

Il vice ministro alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri attacca la controllante di Autostrade per l’Italia accusandola di «ricattare il governo». Ma nel mirino dell’esponente M5s finisce anche la ministra democratica Paola De Micheli, rea, a suo giudizio, di non aver condiviso i contenuti del dossier fatto insieme ad Aspi. Contro Atlantia si schiera anche il vice segretario del Pd Andrea Orlando, che ammonisce: «Meglio evitare ultimatum e ricatti». Il viceministro al Mise Stefano Buffagni (M5S) afferma: «Il governo italiano non si piega ai ricatti, lavora nell’interesse dei cittadini, anche sulle Autostrade».

Di Battista: «Atlantia prepotente, via la concessione» Alessandro Di Battista afferma: «Le minacce di Atlantia contro Buffagni sono inquietanti, siamo tutti solidali con lui. Questo è il modus operandi dei soliti padroni che si sentono potenti non in virtù delle loro qualità etiche e industriali, ma solo per via del sistema di potere che sono riusciti a costruire attraverso il finanziamento di partiti politici e l’acquisto di spazi pubblicitari sui giornali». Di Battista aggiunge: «L’unico modo per farli smettere di fare i prepotenti é revocare la concessione».

Cancelleri: «Da Atlantia un ricatto, revochiamo la concessione»

«Con Autostrade siamo al ricatto». Dura la reazione del vice ministro delle infrastrutture Giancarlo Cancelleri (M5S) sulle decisioni prese da Autostrade dopo il consiglio di amministrazione di ieri. Atlantia va allo scontro con il governo minacciando la possibilità di un contenzioso dall’esito tutt’altro che scontato con lo Stato.

Cancellieri punta il dito contro i Benetton: «Aspi, quelli del crollo del ponte di Genova, che si sono macchiati delle 43 vittime, che non hanno neanche chiesto scusa, quelli lì dei Benetton, che ricattavano il Governo, se ne sono usciti con una novità. Hanno detto: se non ci fate la garanzia dello Stato per avere un prestito anche noi di qualche miliardo di euro, non facciamo gli investimenti. Cioè il ricatto, la logica del ricatto”. Per il vice ministro esiste una sola soluzione: «Ebbene quello che penso e che pensa il M5s: abbiamo perso solo tempo, mi rivolgo alle altre forze di maggioranza, a Iv al Pd, stiamo perdendo tempo revochiamogli le concessioni, questa non è gente seria».

Dure le parole anche sull’operato della ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli: «Il ministro ha questo dossier dove ha fatto insieme con Aspi una sorta di trattativa. Ma quel documento non lo conosce nessuno. Né il M5s né altre forze di governo, né Conte. Se esiste lo presenti: è inutile che ci giriamo intorno. Quando riusciremo a fare questa discussione? Il tempo è scaduto, perché quando andremo a consegnare il ponte di Genova, quando sarà finito, lo dovremo consegnare a qualcuno e se non sappiamo a chi va la concessione, non sapremo neanche a chi va il contratto di governo».

Buffagni: «Il governo non si piega ai ricatti» In un video su Facebook il viceministro al Mise Stefano Buffagni commenta: «Che un’azienda che ha causato la caduta di un ponte a Genova, un’azienda protagonista di diverse criticità, anche manageriali, arrivi a ricattare il governo credo sia un’azione da rigettare con forza e non perché querelano Buffagni: a me interessa il rispetto che un’azienda privata deve avere di uno Stato sovrano e del suo popolo. Il governo italiano non si piega ai ricatti, lavora nell’interesse dei cittadini, anche sulle Autostrade».

Botto (M5S): «La posizione di Atlantia è inaccettabile» Anche la senatrice ligure Elena Botto (M5S), membro della commissione industria di palazzo Madama, afferma in una nota: «La posizione di Atlantia è inaccettabile e la nostra linea è quella della revoca della concessione e del commissariamento di Aspi, come ha detto il viceministro delle infrastrutture Giancarlo Cancelleri». «Ci mancava soltanto il ricatto di Atlantia, la cui maggioranza è in mano ai Benetton, che pur di ottenere un prestito miliardario garantito dallo Stato arriva a minacciare gli investimenti dovuti sulla rete autostradale – spiega – Dopo l’immane tragedia del ponte Morandi, che ha inghiottito la vita di 43 persone, dopo l’impietosa realtà contenuta nei bilanci di Atlantia, che certificano come da quando esiste la holding i ricavi nel Belpaese siano aumentati del 29% mentre gli investimenti diminuiti del 49,5%, ora arriva l’ennesimo colpo di coda da una famiglia-lobby che gioca il tutto per tutto pur di rimanere aggrappata al suo inaccettabile privilegio». Orlando, Pd: «No a ricatti, si abbassino i toni»

Sulla vicenda è intervenuto oggi il vicesegretario del Pd Andrea Orlando: “Il diritto del prestito esiste, il decreto prevede pero’ che per l’erogazione di finanziamenti di questo livello ci sia una trattativa e credo si debba tenere conto di due fattori: Atlantia e’ una azienda che gestisce una concessione e quindi il tema del rispetto delle tariffe e’ rilevante. Secondo, e’ una azienda che ha un contenzioso con lo Stato anche se con una sua controllata e credo che questi due aspetti vadano tenuti presenti, ma da ligure penso che vadano evitati i ricatti e gli ultimatum, questi toni sarebbe meglio che cambiassero».

Fonti di Atlantia: «Non è stato espresso alcun ultimatum» Ma la società si difende. Fonti vicine ad Atlantia precisano: «Nessun ultimatum è stato espresso nei confronti dei decisori istituzionali. Atlantia e Aspi dal mese di gennaio 2020 hanno inviato 9 lettere a tutti gli attori istituzionali coinvolti, non ricevendo alcuna formale risposta su nessuno dei punti salienti evidenziati o delle proposte formulate. Atlantia ha atteso e attende che vengano prese delle decisioni in merito alle proposte inviate formalmente, anche relativamente alla vicenda della Concessione in campo da quasi due anni, così da consentire lo sblocco degli investimenti programmati per un profondo ammodernamento del sistema autostradale gestito».

Il governatore ligure Toti: «Il governo decida su concessioni, ma costringa Aspi a fare lavori» Il governatore ligure Giovanni Toti in una diretta video via Facebook ha affermato: «Sono stufo di essere ostaggio della guerra sulle autostrade tra l’inconcludente populismo dei 5 stelle, che continuano a parlare a vanvera e non fare niente, a cui si aggiunge l’inconcludenza del Pd, e Aspi. Noi in un anno abbiamo ricostruito un ponte, mentre il Governo non ha chiarito il suo rapporto con Aspi». «Mi chiedo perché i lavori di manutenzione delle autostrade non sono stati fatti quando l’Italia nei mesi scorsi era ferma. Come il cantiere per il ponte di Genova, che non si è fermato, avrebbe potuto fare lo stesso Aspi, poteva imporglielo il Governo invece di discutere sul diritto al prestito garantito da due miliardi per fare i lavori. Il Governo decida: o togliamo la concessione ad Aspi o non la togliamo ma costringiamola a fare i lavori che servono, perché in questo momento nessuno sta investendo un euro. Il Governo dica cosa vuole fare con Aspi, basta una firma per far partire i cantieri della Gronda di Genova».

Rixi (Lega): «Nel Mit indecente balletto di responsabilità M5S-Pd» In una nota il deputato e responsabile nazionale infrastrutture della Lega Edoardo Rixi afferma: «Il balletto di responsabilità, interne al Mit, tra Pd e M5S su Atlantia-Aspi è uno spettacolo indecente». «Il disastro di Genova evidentemente non ha insegnato nulla se si stanno perdendo 14,6 miliardi di investimenti, senza regole chiare sulle concessioni. In questo quadro fallimentare di incertezza – scrive Rixi -, il rischio è che nessun operatore sarà disposto a investire più in Italia. Altro che sbloccare i cantieri: qui si bloccano anche quelli già sulla carta sbloccati, come quello della Gronda di Genova. È il risultato di una maggioranza di governo litigiosa, senza alcuna visione per lo sviluppo del Paese, ma tenuta insieme solo dalla brama di occupazione di potere, fine a se stessa».

Codacons: «Si convochi un tavolo tra le parti aperto ai cittadini» Il Codacons, intanto, ha chiesto al Governo la convocazione di un tavolo tra le parti, “aperto ai cittadini nella loro veste di primi fruitori delle autostrade, per definire la vertenza e soprattutto far ripartire investimenti e manutenzione sulla rete, indispensabili per garantire un servizio di qualita’ e sicuro agli utenti che, ricordiamo, pagano i pedaggi”. Lo sottolinea l’associazione in una nota. Scrive il Codacons nell’istanza con cui si chiede a Governo e Atlantia di chiudere entro 30 giorni la vertenza: “I cittadini ritengono che quanto meno il privato, debba fare tutti i sacrifici necessari anche in dipendenza dei gravi eventi verificatisi da Genova in poi, ma che il Governo – a sua volta – di fronte a proposte di indennizzo del privato, debba assumere chiare posizioni positive o negative ma comunque trattare”. E ancora: “Il peggio e’ il silenzio e il lasciare che il livello giudiziario (sia penale dove necessita una chiara e definitiva sentenza che accerti tutte le responsabilita’ anche pro-quota di tutti i soggetti coinvolti, sia contrattuale civilistico) non debba prevalere perche’ poi ricadrebbe come danno – a prescindere dall’esito delle vicende giudiziarie – sempre sui cittadini”. – [FONTE] CONTINUA A LEGGERE >> VIDEO CORRELATI:

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