Politca

Mafia, sequestrata la societa’ che gestisce il bar del Tribunale di Potenza: 17 ordinanze

By admin

April 27, 2021

27/04/2021 – L’organizzazione era radicata a Pignola. L’ultimo ad aver ricevuto il conto dei fitti saldato sarebbe stato T. F., nel lontano 2004. Così lunedì scorso il Comune di Potenza ha notificato l’ordinanza di sfratto al Bar del Tribunale di Potenza. A questo atto dovrebbe seguire una ingiunzione di pagamento con la richiesta di 214mila euro di arretrati anche se c’è chi giura che le difficoltà per ottenere la somma sono non poche, a partire dalla mancanza di idonee fideiussioni, ai dubbi sulla capacità di farvi fronte dal conduttore dell’esercizio. I circa 30 mila euro versati in questo periodo, insomma, potrebbero essere l’unico ricavo di una dozzina di anni. Se volete prendere un caffè a palazzo di giustizia, di conseguenza, affrettatevi, perché dopo la chiusura del tabacchino, dopo la sospensione del centro copie (che proprio ieri ha riaperto dopo la decisione con cui il Tribunale del Riesame ha annullato il sequestro disposto dal Gip) ora il rischio di trovare la porta del bar chiuso è più che concreto.

Eppure quel bar a vederlo fa gola a molti: 1.800 euro di fitto al mese, 600 euro di utenze forfettarie all’anno, è uno dei pochissimi in città (se non l’unico) ad avere addirittura due macchine per il caffè sempre attive e a chiudere la giornata (mezza giornata visti gli orari del tribunale con indubbi vantaggi sul costo del personale) con circa 500 scontrini battuti a prezzi praticamente di mercato. Il tutto con un’utenza «captive», ossia obbligata già corposa in passato ma divenuta ancora maggiore dopo l’accorpamento del Tribunale di Melfi a Potenza. Elementi che farebbero pensare a un’attività che va a gonfie vele, ma evidentemente così non è anche perché i dipendenti lamentano la pendenza di arretrati non pagati. Per loro, ora, all’orizzonte c’è l’incertezza lavorativa. Anche perché sembra che i termini dati dal Comune per lasciare i locali siano inferiori al preavviso per il licenziamento e se col bar aperto già i soldi faticavano ad arrivare, con la chiusura sarebbe la fine.

Timori, ma di ben più modesta proporzione, anche per gli utenti del tribunale che vedono ora concreto il rischio di restare anche senza caffè. Un rischio che, è facile dire, sarebbe limitato a un tempo, quello di rinnovo della gara di assegnazione (che peraltro sarebbe già scaduta da un paio di anni) per la quale i conti apparenti lasciano pensare che non mancheranno pretendenti. Ma le analoghe previsioni fatte oramai mesi fa, quando chiuse il tabacchino, lasciano presagire lunghe file alle macchinette automatiche presente ai vari piani. – [FONTE]

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