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Giovanni Brusca è stato scarcerato: perché è libero il boss della strage di Capaci

By admin

June 02, 2021

02/06/2021 – Giovanni Brusca è libero. Il boss mafioso e fedelissimo di Totò Riina ha lasciato il carcere dopo aver scontato la pena di 25 anni con 45 giorni di anticipo rispetto alla scadenza della condanna. Sarà sottoposto a controlli e protezione ed a quattro anni di libertà vigilata, come deciso dalla Corte d’Appello di Milano.

Perché Giovanni Brusca è libero L’ex killer di Cosa nostra che il 23 maggio 1992 azionò il telecomando per la strage di Capaci, detto ‘u verru (il porco), è stato scarcerato per effetto della della legge del 13 febbraio del 2001 grazie alla quale per lo Stato italiano ha finito di scontare la propria pena detentiva. Avendo scelto di collaborare con la giustizia ha ottenuto gli sconti di pena previsti dalla legge. Brusca è accusato anche della brutale uccisione di Giuseppe Di Matteo, il figlio undicenne del pentito Santino: il piccolo è stato strangolato e sciolto nell’acido perche’ il papà collaborava con la giustizia. Nel frattempo ha usufruito di 80 permessi-premio.

Brusca, 64 anni, due anni fa aveva chiesto la scarcerazione ma la Cassazione disse di no. Era il 19 ottobre del 2019, quando i giudici con l’ermellino bocciarono la richiesta dei legali del killer di Giovanni Falcone e del mandante dell’omicidio del piccolo Giuseppe che voleva usufruire degli arresti domiciliari. La Cassazione aveva respinto l’istanza dei legali per ottenere gli arresti domiciliari. La procura generale della Corte di Cassazione aveva chiesto, con una requisitoria scritta, ai giudici della prima sezione penale di rigettare il ricorso dell’ex boss di Cosa Nostra contro la decisione del tribunale di sorveglianza di Roma. I legali di Brusca, infatti, avevano chiamato in causa la Cassazione, perché decidesse in merito alla sentenza del tribunale che, nel marzo 2019, aveva respinto l’istanza del mafioso per la detenzione domiciliare.

Perché Giovanni Brusca è stato scarcerato? L’agenzia di stampa Ansa scrive che nel suo caso sono stati semplicemente applicati i benefici previsti per i collaboratori “affidabili”. Se ne era già tenuto conto nel calcolo delle condanne che complessivamente arrivano a 26 anni. Siccome il boss di San Giuseppe Jato era stato arrestato nel 1996 nel suo covo in provincia di Agrigento, sarebbe stato scarcerato nel 2022. Ma la pena si è ancora accorciata per la “buona condotta” dopo che a Brusca erano stati concessi alcuni giorni premio di libertà. Gli ultimi calcoli prevedevano la scarcerazione a ottobre. È arrivata anche prima. Brusca è libero per la legge sui collaboratori di giustizia (decreto-legge 15 gennaio 1991, convertito in legge 82/1991), che consente lo sconto di pena a quei mafiosi che, nel corso del tempo, decidono di fornire informazioni alla magistratura. Venne promulgata proprio su spinta dei magistrati Antonino Scopellitti e Giovanni Falcone.

L’ex magistrato Pietro Grasso oggi ha spiegato: “Con Brusca, lo Stato ha vinto non una ma tre volte. La prima quando lo ha arrestato, perchè era e resta uno dei peggiori criminali della nostra storia per numero di reati e ferocia. La seconda quando lo ha convinto a collaborare: le sue dichiarazioni hanno reso possibili processi e condanne e hanno fatto emergere pezzi di verità fondamentali sugli anni in cui Cosa nostra ha attaccato frontalmente lo Stato. La terza ieri, quando ne ha disposto la liberazione dopo 25 anni di carcere, rispettando l’impegno preso con lui e mandando un segnale potentissimo a tutti i mafiosi che sono rinchiusi in cella e la libertà, se non collaborano, non la vedranno mai”. Ecco, qui non c’entra nulla la riprovazione morale. C’entra solamente una cosa: la legge. Una legge che, negli anni, non è mai stata modificata (se non nel 2001), sebbene ora tutti si indignino. Una legge che riconosce l’importanza dei collaboratori di giustizia nel combattere la mafia. Ed è la legge e il suo rispetto a distinguerci da chi odia la legalità. È la legge a distinguere uno Stato di diritto da uno fondato sull’istinto”. – [Continua su FONTE]