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Mafia: voto di scambio, arrestato candidato Fdi Comune Palermo. 2 giorni dopo uno di Fi, in cella anche boss Brancaccio

By admin

June 11, 2022

11/06/2022 – La polizia ha arrestato con l’accusa di scambio elettorale politico-mafioso il candidato al Consiglio comunale di Palermo di Fratelli d’Italia, F. L., e il mafioso V. V., boss di Brancaccio, già condannato tre volte per associazione mafiosa.

L’aspirante consigliere comunale, il 28 maggio, avrebbe incontrato il mafioso e gli avrebbe chiesto il sostegno alle elezioni di domenica prossima.L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto P. G.. Due giorni fa per lo stesso reato erano finiti in cella un candidato al consiglio comunale di Forza Italia e un costruttore mafioso.

L. è ex consigliere comunale di Villabate. Nelle elezioni di domenica si era candidato al Consiglio comunale di Palermo. Il Boss V. ha scontato due condanne definitive per associazione mafiosa. Recentemente era stato condannato a 20 anni, ma la corte d’appello un anno fa aveva annullato la sentenza per un vizio di forma: per questo era stato scarcerato ed era libero. Anche in questo caso, come è accaduto per il consigliere di Forza Italia arrestato mercoledì, decisiva è stata una intercettazione ambientale. I due si sarebbero incontrati il 28 maggio scorso e nel corso dell’incontro il politico avrebbe chiesto l’appoggio elettorale al boss.

“Sul caso L. Fratelli d’Italia ha già dato mandato ai propri legali di costituirsi come persona offesa dal reato riservandosi di costituirsi parte civile qualora l’ufficio della Procura eserciti l’azione penale. Chiunque si avvicini a Fratelli d’Italia deve sapere che la criminalità organizzata è il nostro primo nemico”. Lo comunica in una nota Fratelli d’Italia.

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“Sono talmente sconcertata da non avere più la voglia di proseguire”. Così la moglie di Eusebio Dalì, vicepresidente dell’Ast, che si presentava agli elettori in ticket con il 52enne dipendente di Riscossione Sicilia. Miccichè: “Ci costituiremo parte civile, l’errore è stato mio”. E Fava apre la questione morale a livello regionale

Intercettati il 10 maggio scorso, durante un incontro al comitato elettorale di P, grazie ad un Trojan piazzato nel cellulare di Sansone, i tre discutevano del sostegno della famiglia S, storica alleata del boss Totò Rina, alla candidatura di P.. «Se sono potente io, siete potenti anche voi», diceva, non sapendo di essere registrato, l’aspirante consigliere, già eletto nel 2012 alla Provincia nelle liste dell’Udc. Una frase che, secondo gli inquirenti, non lascerebbe spazio a dubbi, seguita dall’impegno di S. al sostegno della candidatura.

[ANSA]