Democrazia diretta

LA CORTE DEI CONTI ALLA RAI: TROPPI SPRECHI, È ORA DI TAGLIARE

By admin

February 13, 2014

PER I MAGISTRATI CONTABILI LA TV PUBBLICA DEVE SFORBICIARE SU SANREMO (SEMPRE IN PERDITA), LE FICTION E LE CONSULENZE. E PRENDE TROPPE SANZIONI

Troppi costi, troppe sanzioni dell’Autorità di Vigilanza sui servizi giornalisti e una strategia aziendale “ancorata a modelli poco adeguati rispetto al nuovo mercato di riferimento”, ossia vecchia. È la radiografia che fa la Corte dei conti della Rai analizzando il biennio 2011-2012. Una relazione, quella dei magistrati contabili, che racconta di un’azienda pubblica che a stento riesce a rimanere in piedi.

La Rai è schiacciata da una parte dai costi milionari di alcuni programmi come il Festival di Sanremo, dall’altra dalla pubblicità che cala, come pure le entrate dovute al canone. Stando alla relazione, il 27 per cento degli italiani non paga la tassa governativa sulla tv pubblica, un dato “superiore per quasi 19 punti percentuali rispetto alla media europea”.Per questo il monito dei magistrati contabili è netto: “La Rai adotti un rigoroso piano di razionalizzazione e contenimento dei costi”, compresi quelli di produzione, che impongono una “sostanziale riduzione”, “in particolare per quelli riconducibili al Festival di Sanremo, alle fiction e alla programmazione finanziata con fondi diversi da quelli derivanti dal canone” e attivi “ogni misura organizzativa, di processo e gestionale, idonea ad eliminare inefficienze e sprechi”.

Il Festival sempre in rosso Il Festival di Sanremo è una delle voci più costose nel bilancio Rai. Al di là del calo dell’audience registrato negli anni (nel 2013 c’è stato un piccolo aumento), le ultime edizioni del Festival hanno una costante: sono in perdita. Nel 2010 e 2011 l’evento ci è costato circa 20 milioni e mezzo di euro, con perdite di 7 milioni ogni anno. Nel 2012 i costi sono leggermente minori: circa 18 milioni. Le perdite invece ammontano a 4 milioni di euro. Per quanto riguarda le fiction, invece, nel 2011 i costi per le produzioni ammontano a 199 milioni di euro, nel 2012 a 169 milioni.

Gli incarichi d’oro Altro punto dolente della gestione Rai sono le consulenze. I magistrati contabili chiedono un “contenimento delle spese in rassegna”. Nel 2011 la Rai ha stipulato 254 contratti, per una spesa di circa 2,7 milioni di euro. Nel 2012 invece i contratti di consulenza sono stati 244, per circa 2,1 milioni di euro. Seicento mila euro in meno rispetto all’anno precedente. “Secondo l’Azienda – è scritto nella relazione – molte delle figure professionali coinvolte, fra le quali, medici, infermieri, traduttori, docenti per specifiche materie per corsi ecc, sono necessarie a supportare l’attività della società. Al riguardo la Corte ribadisce che il ricorso alle consulenze può ritenersi legittimo in mancanza di specifiche professionalità all’interno della società, per esigenze straordinarie e, comunque, per prestazioni limitate nel tempo”. E poi i giudici chiedono maggiore trasparenza: si “raccomanda alla concessionaria di dare piena applicazione ai principi contenuti nell’ordinamento in relazione alla pubblicazione sul proprio sito Internet degli incarichi e delle consulenze affidate a professionisti e società”.

Le multe dell’Agcom Altro capitolo è quello dedicato all’Agcom, l’autorità per la garanzie delle comunicazioni, che più volte ha sanzionato la Rai. In totale, nel biennio 2011-2012, sono state inflitte multe per oltre 600 mila euro, tutte pagate con i soldi dei contribuenti che versano il canone. Tra le sanzioni ci sono quelle inflitte al Tg1 (durante la direzione di Augusto Minzolini), al Tg2, al Tg3 e A Rainews24 per alcuni servizi durante la campagna elettorale per le elezioni provinciali e comunali del 2011. Ossia quando, violando la par condicio, la Rai trasmise un’intervista a Silvio Berlusconi. E nelle salate sanzioni Agcom rientra anche la multa al Tg2 per “la diffusione di un servizio giornalistico riguardante il nubifragio di Genova, ritenuto lesivo delle norme poste a tutela dei minori telespettatori” o anche quella per “le erronee informazioni indicate sui biglietti della lotteria italia 2008, 2009, 2010 e per la lotteria di Sanremo 2012.”

Stipendi da nababbi La Corte dei conti analizza anche gli stipendi dei dirigenti Rai. Nell’anno 2012, in pole position si posiziona il direttore generale Luigi Gubitosi con stipendio annuo pari a 650 mila euro lordi, oltre due volte quanto previsto dalle nuove regole come massimo per i manager pubblici. Il presidente del cda Anna Maria Tarantola, guadagna 366 mila euro lordi l’anno. Nel luglio 2012, l’assemblea degli azionisti della Rai aveva fissato il compenso a 66 mila euro, ma il 5 luglio 2012, l’azienda ha deliberato una remunerazione speciale di altri 300.000 euro annui lordi “anche in considerazione delle deleghe assegnate”. E nel Cda, il compenso annuo degli amministratori è di 95 mila euro, quello per i sindaci di 45 mila. (Valeria Pacelli) Da il Fatto Quotidiano del 13-02-2014