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“Comprava i consensi di Cosa nostra con soldi e promesse”: esponente di FdI a Palermo in carcere per concorso esterno e voto di scambio

By admin

April 10, 2024

10/04/2024 – In cambio dei voti prometteva soldi e posti di lavoro. Metteva il suo sindacato a disposizione dei boss detenuti per fargli ottenere l’affidamento in prova e quindi farli uscire dal carcere. E a fargli la campagna elettorale era il figlio di uno dei più spietati killer dei corleonesi, cioè Filippo Marchese, detto Milinciana (melanzana) tra i killer di Carlo Alberto Dalla Chiesa. Sono queste le accuse che hanno portato in carcere M. R., ex capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio comunale a Palermo. Dopo le indagini di Bari, che hanno portato il Viminale a inviare la commissione d’accesso per valutare le possibili infiltrazioni mafiose nel comune, quelle a Torino sul “re delle tessere” del Pd Salvatore Gallo, adesso tocca dunque al capoluogo siciliano venire scosso dall’ennesima storia di mafia e politica.

A differenza della Puglia e del Piemonte, però, questa volta a finire sotto inchiesta è un esponente del partito di Giorgia Meloni. Sindacalista e storico referente dei precari palermitani, Russo è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio politico-mafioso, concorso in estorsione aggravata e concorso in corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio: sarà sottoposto a custodia cautelare in carcere. Sono finiti ai domiciliari, invece, Gregorio Marchese, figlio del killer di Cosa nostra Filippo (detto “Milinciana”, melanzana) e il consulente d’azienda Achille Andò. LEGGI ANCHE: Palermo, Mimmo Russo “doveva finire in un pozzo”: ma poi fu salvato Il primo è indagato per estorsione aggravata dal metodo mafioso, il secondo per corruzione: per entrambi sono stati disposti gli arresti domiciliari. L’indagine è coordinata dalla procura di Palermo guidata da Maurizio De Lucia ed è condotta dai carabinieri del Comando provinciale. – [FONTE]